SULLA REALIZZAZIONE DELLA TRIPARTIZIONE SOCIALE (di F. De Pascale)

(Tripartizione – Marina Sagramora)

Rudolf Steiner era sapiente e sagace, al punto di conoscere molto bene il valore delle persone che aveva attorno. Sapeva bene che, a parte una ben ristretta élite di decisi praticanti interiori, molti prendevano l’Antroposofia un po’ come una apprezzabile visione del mondo, e un po’ come una forma religiosa o semireligiosa. Che mancasse drammaticamente l’impegno interiore ascetico può essere scorto da vari segni.

Oggi molti, per esempio, lamentano il fatto che la Tripartizione dell’organismo sociale – il mirabile dono del Mondo Spirituale – non si sia attuata. Anche allora, in Germania, subito dopo la Prima Guerra Mondiale, quando nel disfacimento della struttura statale dell’Impero tedesco sembrava che la Tripartizione avesse grandi possibilità di attuarsi, e tali grandi possibilità in effetti vi erano, e molte speranze in tal senso si erano manifestate, Rudolf Steiner si impegnò con tutte le sue forze con conferenze pubbliche, alle quali accorrevano migliaia di operai. Rudolf Steiner contattò pure personalità che avevano responsabilità nello Stato e nella Società, ed espose con grande chiarezza quanto richiedevano i tempi. La cosa non si realizzò. Quando, tempo dopo, alcuni discepoli chiesero al Dottore il perché della non realizzazione della Tripartizione in Germania, dove essa aveva suscitato così tanto interesse e speranze, Rudolf Steiner rispose: “Perché in Germania non vi sono 100 discepoli della Scienza dello Spirito che abbiano fatto dell’Ascesi del libro Iniziazione lo scopo della propria vita. La Tripartizione non si è realizzata, perché non esistono 100 antroposofi consacrati alla pratica interiore del libro Iniziazione”. A quell’epoca gli antroposofi erano già venti o trentamila persone.

Ad Adelheid Petersen, il Dottore disse, che un giorno l’intellettualismo degli antroposofi dipingerà tutto grigio su grigio, e l’intellettualismo sarà la morte dell’Antroposofia. Disse, inoltre: “Potrebbe accadere che il movimento spirituale dell’essere vivente dell’Antroposofia si separi dalla Società Antroposofica!”.
A Giovanni Colazza – e questo mi fu riferito personalmente più volte da Massimo Scaligero – Rudolf Steiner, nell’ultimo colloquio avuto con lui, disse profeticamente: “Un giorno l’Antroposofia rinascerà in Italia, in una forma giovane, radicalmente rinnovellata, totalmente slegata dalle forme istituzionalizzate, una forma vivente”.

Per me, e non solo per me, questa rinascita dell’Antroposofia è nella Scienza dello Spirito come ce l’ha trasmessa Massimo Scaligero. La vivente Scienza dello Spirito è tutta nell’opera di Massimo Scligero, nel suo aver ritrovato l’aureo “filo d’Arianna” della Via del Pensiero Vivente, nel suo porre al centro l’esperienza ascetica della Filosofia della Libertà, nel porre al centro e al vertice della pratica interiore la concentrazione portata sino alle sue estreme conseguenze di liberazione del pensare dal servaggio corporeo.
Partendo dalla Via del Pensiero si ritesse l’invisibile trama aurea, michaelita, che un giorno porterà alla realizzazione in una dimensione più vasta dello Spirito, ad una trasformazione della coscienza umana, e di conseguenza anche alla realizzazione della Tripartizione.

Le personalità di rango spirituale delle quali parla il Dottore sono presenti, ma la loro azione sfugge agli schemi precostituiti dell’intellettualismo antroposofico, e come tale sfugge allo sguardo miope della dirigenza burocratica di coloro che hanno – anche ufficialmente – trasformata la creazione di Rudolf Steiner in una impresa commerciale, registrata all’Uffico Svizzero del Commercio.

La fiducia è nell’audacia del pensare, nello slancio e nella fedeltà della volontà consacrata.

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Spada del cavaliere templare, XII secolo (4163/N) - spade - Europa medievale s. VI-XV - Denix

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