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VORREI CHE CI PARLASSI DI PADRE PIO
E perché no? Eh… era una simpaticissima persona, un uomo veramente religioso, profondamente dedito… col Cristo e quindi capace anche di dare un grande aiuto… e anche di far funzionare il meccanismo del prodigio, del miracolo, perché era un uomo di grande fede e anche ispiratore delle forze di fede.
Era piuttosto brusco, certe volte anche severo: è capitato spesso che prendesse a calci qualcuno, perché quello che soprattutto lo irritava era la finzione, la finzione religiosa che purtroppo è inevitabile, proprio come fatto non cosciente. Mentre amava molto la sincerità e questa lui la sentiva perché era… aveva una certa veggenza.
Tuttavia, rappresenta un personaggio di una schiera che tramonta, che non ci può essere più perché, perché l’epoca del credere è finita, è l’epoca del conoscere. Quindi Padre Pio è stato un grande aiutatore di una serie di esseri che ancora avevano bisogno dell’aiuto del cristianesimo mediante il sentimento. Ora però, questo è un aiuto che si può dire esaurito, perché nella sfera del sentire non è più possibile avere un rapporto con il Cristo senza che ci sia una animosissima azione sollecitatrice e suscitatrice. E allora non è soltanto il sentire, è una volontà profonda, una volontà veramente lanciata verso il cristianesimo, ma allora un simile sentire ha bisogno di conoscenza, ha bisogno di sapere come attingere alle forze più profonde della volontà. E quindi ecco che noi possiamo capire come la funzione di un Padre Pio sia esaurita. Lui ha lasciato dei discepoli, e ci sono dei sacerdoti molto devoti che continuano in quella direzione ma non è che abbiano il potere che aveva lui, però sono necessari, come saranno necessari ancora per diverso tempo dei sacerdoti onesti, dei sacerdoti che parlino del Cristo ma, oltre no, proprio secondo il Cristo. E questi sono certamente degli esseri rispettabili. Quindi di Padre Pio non possiamo che dire veramente bene.
Certo… così in questo momento ricordo, per esempio, che un certo Guido De Giorgio che nel gruppo… in un gruppo che coltivava La magia come scienza dell’Io, e con una specie di ardimento, collaborava con articoli potenti in cui sembrava di vedere un essere che conquistava i mondi superiori mediante un’autoaffermazione magica, e… che poi fallisse, perché tutto questo si reggeva su una specie di tensione, e andasse da Padre Pio, cosa che a quei tempi, siccome il capo di questo gruppo era Evola, Evola rimase piuttosto stupefatto… e … ma sono fenomeni che ci insegnano qualcosa. Quest’uomo, a un certo punto, con tutte le tensioni della magia di Ur, del tantrismo, ed era uno di quelli che scriveva in una maniera piuttosto aggressiva, poi alla fine è andato da Padre Pio, ecco.
Adesso, dunque, c’è un altro tema qui…
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SE IL KARMA DI UN ESSERE CHE È GIUNTO ALLA SCIENZA DELLO SPIRITO È STATO TALE DA PRIVARLO DI ALCUNE ESPERIENZE NECESSARIE ALLA NORMALITÀ, QUALI SONO I MEZZI CHE QUESTO ESSERE HA A DISPOSIZIONE PER COMPLETARSI?
Ecco, io vorrei, all’amico che fa questa domanda, far notare questo: che è la stessa cosa… Che è stato privato di alcune esperienze necessarie alla normalità… ma questo è proprio ciò che l’aiuterà. Proprio questo lo farà camminare perché deve sviluppare delle forze in una direzione, continuamente sollecitato da queste privazioni. Certamente, se un essere in queste condizioni conosce la Scienza dello Spirito, avrà l’aiuto che veramente gli è necessario, perché allora trasformerà tutto quello che gli si presenta come barriera, come ostacolo, come privazione dolorosa, lo trasformerà in una occasione di forza perché tutto quello è il senso, non solo, ma di forze che possono essere formidabili proprio per il fatto che ci sono quegli ostacoli. Un essere simile può benissimo, può senz’altro diventare un gigante dello Spirito proprio perché ha questi ostacoli. E qui bisogna che noi ricordiamo che siamo nell’epoca della libertà. Adesso siccome ho una domanda su questo discorso, lo continuo proprio con quest’altra domanda… Comunque, occorre vedere in queste privazioni, ecco qui vengono chiamate privazioni, delle decisioni dell’Io, è l’Io che si è preparato queste privazioni per poter… per poterle riempire di potenza dell’Io. E quanti esseri che hanno veramente camminato debbono il loro più alto sviluppo spirituale proprio al fatto che hanno avuto queste privazioni… Guardate, è piena la storia di esseri che sono stati vittoriosi proprio perché avevano un ostacolo continuo che sollecitava la forza. Tant’è vero che è sempre da considerare come un aiuto dell’Io tutto questo.
Ecco, qui, ho una frase molto bella, tratta dalla Filosofia della Libertà che dice:
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“NON VOGLIAMO PIÙ CREDERE: VOGLIAMO CONOSCERE”
E io aggiungo: se conosciamo, poi crederemo. Ma questo credere sarà il vero credere, sarà il credere nuovo, la fede ricostituita, la fede riconquistata; perché la fede non può venire più dal semplice, gratuito credere. Noi dobbiamo dire che l’ opera vicaria di Lucifero è finita in questo tempo.
In che cosa consiste quest’ opera vicaria? Che c’è una parte celeste di Lucifero che ha funzionato al servizio del Cristo fin dai tempi dell’avvento del Cristo e dopo, in tutto il periodo che precede l’anima cosciente. Ossia, coloro che hanno potuto accostare il cristianesimo, salvo che non fossero della schiera dello Spirito Santo, la schiera dei discepoli, la schiera di Paolo, coloro che sentivano profondamente il cristianesimo, lo potevano sentire con forze che precedevano il cristianesimo, con forze del sentire, con forze del Lucifero Celeste, ossia con forze di fede profonda in cui non c’è attività dell’Io.
Ora, questa funzione del Lucifero positivo è finita ma noi, come seri studiosi della Scienza dello Spirito, dobbiamo renderci conto di questa funzione di Lucifero perché nel sentire non abbiamo il Cristo, abbiamo un’immagine del Cristo. E perché San Francesco avesse qualcosa di più di un’immagine fu necessario che avesse un corpo astrale particolarissimo, allora poteva sentirlo… ma Jacopone da Todi aveva un’immagine del Cristo.
Ora, l’epoca dell’anima cosciente è un’epoca eroica, un’epoca nuova, è l’epoca in cui c’è la possibilità della identità con il Cristo e noi, quando parliamo dell’idea, parliamo di qualcosa in cui il Divino è in movimento direttamente, mentre nel sentire c’è un movimento indiretto, nel volere ancora più indiretto. Però il sentire e il volere poi possono entrare nella corrente del pensare che realizza il Logos.
Ora, questo assunto di “Non vogliamo più credere, vogliamo conoscere” è l’assunto vero ed è veramente da pensare il più difficile perché l’uomo rifugge dal conoscere, preferisce credere. Chi di noi va a controllare tutto quello che ci dice la scienza? Ci crede e non se ne accorge che è una fede… Uno di noi: ha detto il tale, c’è un minimo di dimostrazione, io ci credo. E quindi la fede della antica rivelazione viene sostituita dalla fede nei fatti della scienza, la quale scienza, però, si regola in una maniera molto strana perché la scienza vuole soltanto i fatti sensibili, e già parte da un presupposto che è poco scientifico perché indifferenzia il reale con il percepibile con i sensi e non esce da questo. E vieta al pensiero di avere la persuasione che possa arrivare nel cuore della verità.
Quando si nega al pensiero la possibilità di arrivare all’essenza delle cose, già si è nella condizione della Chiesa che imponeva il dogma e poi…: credeteci! La scienza allora impone il dogma dei fatti e poi dice: il pensiero non può arrivare nel cuore dei fatti. Da Kant in poi la situazione è questa. E la scienza inorridisce se c’è qualcuno che dice: “io nell’essenza della forza vitale arrivo col pensiero” che è l’attitudine più scientifica. No, la Scienza, senza saperlo, inconsciamente dice: “noi ti diamo i fatti percepiti, i fatti che sono solo i fatti percepibili con i sensi, e tu ci devi credere!”.
Ma questo non è un dogmatismo che vale come quello trascorso, della Chiesa, ma è qualcosa di peggio perché si tratta di oggetti fisici e noi arriviamo all’idolatria moderna di tutto ciò che è fisico, dimostrabile sul piano dei fenomeni fisici, con una relazione di pensiero che non dobbiamo sapere che cos’è questa relazione, perché il pensiero sta lì al servizio di questa fenomenologia e non deve conoscere chi è lui; mentre noi sappiamo che questo pensiero che si inserisce nella fenomenologia fisica, e che trova i rapporti, è il pensiero che va conosciuto come la parte più importante di questa fenomenologia: è la parte viva, la parte realmente dinamica.
Perché quando questi scienziati propongono l’esperienza pura e stare solo ai fatti, e questo lo abbiamo ricordato che il positivismo logico è fondato su questo, la scuola di Vienna è nata da questo, poi se n’è andato lungo la tangente della logica matematica, ma il presupposto era questo: basta con le metafisiche, basta con le mistiche, dobbiamo stare alla pura esperienza, ossia ciò che ci viene dato… Soltanto che già partono da un piccolo… da una piccola superstizione, da un piccolo dogma: che il dato è solo quello dei sensi. E il pensiero non è un dato? E questo noi lo scopriamo con lo schema di Filosofia della Libertà: con la Filosofia della Libertà noi scopriamo che c’è un dato che viene dal mondo sensibile e gli va incontro un dato che si affaccia in me e che non è meno reale di quello sensibile, anzi, è più reale perché senza questo dato la serie delle note sensibili non avrebbe senso; perché quando io ho un fenomeno e lo collego col pensiero, tolgo il collegamento che il fenomeno è una serie di fatti sensibili che non hanno contenuto. Il vero contenuto gli viene dal pensiero.
Quindi il pensiero è un dato allo stesso titolo per il dato sensibile. E allora, esperienza pura… l’esperienza pura non si potrà mai avere mediante le percezioni sensorie, a meno che non sia l’esperienza della percezione pura, che voi sapete che ascesi difficilissima è … ma se noi vogliamo veramente l’esperienza pura, questa, quella di cui parlano gli scienziati, è l’esperienza del pensiero, lì noi possiamo parlare di esperienza pura, perchè sperimentiamo un dato che noi stessi vediamo nascere in noi, mentre il dato sensibile è già fatto senza di noi; e noi entriamo in questo dato mediante la percezione perché la scoperta ulteriore è che non esiste percezione sensoria senza pensiero. Una percezione sensoria in cui non sia presente un atto del pensiero non è possibile perché non esiste una percezione sensoria da sé, esiste sempre per un soggetto, e uno dei punti importanti della Filosofia della Libertà è proprio questo, quando il Dottore dice: “Non c’è contenuto sensibile se non per un soggetto che lo sperimenta”. Quindi è inseparabile dal soggetto, e come lo sperimenta? Mediante un atto di pensiero che è inserito nella percezione. Ora, considerare separati percezione sensibile e pensiero, questo è stato intanto l’errore di Kant, errore perché ? Si può anche considerare separati, ma per comodo di ragionamento, ma in realtà non esiste una separazione tra il pensiero e la percezione, tra la percezione e il pensiero anzi.
Quindi, ecco, non vogliamo più credere, vogliamo conoscere…: questo è il conoscere, questo è uscire dall’antica oscurità, veramente da un vero oscurantismo che purtroppo si riaffaccia con l’eruditismo della scienza, nelle verità matematiche c’è un’intuizione empirica della verità nella quale lo Spirito non riconosce se stesso perché crede che la verità sia lì, nel fenomeno, nella formula o nell’espressione, e non nell’atto del pensiero che si riconosce e dà l’assenso, per cui quello diventa una verità. Quindi abbiamo empirismo ingenuo e dogmatismo che si uniscono nella Scienza a fare presumere di essere la Scienza della concretezza. Noi questo lo dobbiamo scoprire perché per uscire dall’inganno dell’attuale cultura, per uscire dalla dialettica, per riconquistare quello che è perduto dobbiamo veramente capire i limiti interiori di una simile indagine, soprattutto per un fatto che qui non possiamo non ricordare, perché il pensiero che si limita ad apprendere i fatti, la fenomenologia…, e che, svirilizzato, depotenziato e, direi, paralizzato, deve ignorare il proprio movimento. Questo pensiero non avrà mai la fonte del vero conoscere, non avrà mai il punto in cui è un pensiero in movimento, lo deve ignorare perché quello è il pensiero essenziale che Kant negava all’uomo.
Questo pensiero che cosa è? Ancora Filosofia della Libertà, dal momento che è stata chiamata in causa… Questo pensiero vivo è la fonte degli impulsi morali; non c’è impulso morale che non nasca come intuito del contenuto interiore di qualcosa, quindi quando noi abbiamo paralizzato questo pensiero, non c’è… non è possibile che ci sia più moralità al mondo, ma ci sarà la moralità finta, quella delle regole, delle regolette, delle regole psicologiche oppure etico-religiose, oppure religiose, che sono degli assunti retorici con cui l’Io conoscente non ha rapporto, proprio per la ragione che abbiamo detto; perché, questo è un altro punto che abbiamo spesso sviluppato, non c’è più regola che possa funzionare se non è l’Io che è il creatore della regola.
Quindi, qualsiasi intuito morale è un intuito assolutamente personale e quanto più è personale, tanto più è morale; ossia quanto più entro nell’idea esatta di un’azione che devo compiere e la cesello e entro dentro, tanto più questo intuito è individuale e tanto più è una potenza morale. Dove manca questo la moralità non c’è più. Quindi moralità che manca alla pedagogia, e quindi la pedagogia folle, che ci dà i criminali fin dall’adolescenza… (avete letto quello che dice oggi il giornale, di due ragazzette che in America, hanno voluto sperimentare per curiosità come moriva un ragazzo, e l’hanno strangolato… per capire come moriva) ecco, questi sono il frutto dell’assenza di scorrimento di forze morali nella Cultura per il fatto che è paralizzato il pensiero… assenza di moralità nella pedagogia, assenza di moralità nella sociologia, perché il problema investe tutto, perché quando abbiamo paralizzato il pensiero, kantianamente e marxianamente, non crediamo più in un’essenza interiore del pensiero, e allora non c’è più forza morale che entri nella cultura, che entri nell’anima dell’uomo e che sia una forza dell’uomo, abbiamo soltanto degli esseri che da sé riescono, allora ci sono delle figure eccezionali, che noi conosciamo, ma sono veramente delle eccezioni.
Quindi: non vogliamo più credere, vogliamo conoscere: questo è veramente il senso della nascita dell’anima cosciente. E adesso troviamo il modo di continuare il discorso. Dunque, vediamo se… cosa possiamo inserire… Dunque..
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“LA VOLONTÀ DI ANDARE CONTRO SE STESSI”
L’altra domanda che si può collegare a questo è: “L’IO QUALE SOGGETTO PERCHÉ ESECUTORE DELLA VOLONTÀ DELL’IO SONO NELL’ UOMO.”
Dunque, miei cari amici, siamo proprio alla vigilia dell’epoca, poi… alla vigilia dell’epoca che vuole questo: che cessiamo di credere, perché dobbiamo conoscere: per poter nuovamente credere e per avere quella Fede di cui il Cristo dice che “muove le montagne”, ma quella è la Fede che ce la dobbiamo conquistare mediante la conoscenza.
Ora l’epoca è la quinta epoca: è l’epoca della libertà, che è caratterizzata dalla libertà. Proprio il principio che domina la quinta epoca è l’esperienza della libertà dell’uomo. Tutto si risolverà veramente nella direzione della libertà. Però, simultaneamente, bisogna dire che è l’epoca in cui le forze del Male si scatenano. E’ proprio in quest’epoca che avremo a che fare con il Male perché la libertà avrà un compito molto grande quando sarà la funzione dello Spirito. Il compito molto grande è questo: di usare le forze del Male, e di di piegarle per il Bene, quindi trasformare il Male in Bene.
Questa è l’epoca in cui noi avremo a che fare con il male in una maniera che avrà un crescendo pauroso … e la scienza già sta producendo qualcosa di simile, la scienza non interiorizzata, la scienza non dominata dallo Spirito, la cultura non permeata dallo Spirito sta producendo questi germi. Ora, l’epoca passata è l’epoca in cui si doveva preparare la venuta del Cristo, la quinta epoca è l’epoca dell’azione del Cristo eterico, della libertà dell’uomo e dell’affrontamento del male da parte degli esseri liberi.
E questa sarà un’epoca veramente di eroismo, ecco perché si parla tanto del Graal, perché la sesta epoca invece sarà un’epoca di contemplazione dello spirituale, un’epoca di contemplazione del Divino, quindi si realizzerà tutto ciò che si sarà preparato come forza spirituale nella quinta epoca.
Ora noi dobbiamo essere consapevoli di questo perché tutta l’opera dello Steiner che noi studiamo, ci costruisce questa visione, la sintesi è questa visione: l’uomo deve conoscere, l’uomo deve essere libero, ci debbono essere dei dirigenti dell’umanità che siano degli esseri liberi, occorre che ci siano delle elites, delle comunità di esseri veramente liberi, capaci del coraggio della libertà, che – naturalmente ricordiamo sempre che la libertà interiore non ha niente a che vedere con quella di cui si commercia nelle propagande politiche – è la libertà interiore, la libertà dell’Io, la possibilità dell’Io di essere indipendente dall’astrale e di fronteggiare le situazioni drammatiche, le situazioni tragiche dell’anima.
Quindi noi ci troviamo dinnanzi questo compito perché verranno degli esseri, si incarneranno, e già si sono incarnati degli esseri, che devono combattere in questa direzione perché la decisione della direzione è un evento che si verificherà poco prima della fine del secolo. Un decennio prima della fine del secolo ci sarà veramente una decisione da parte di esseri che nascono con delle forze nuove che, però, hanno bisogno di orientamento. Quello che è importante è che noi possiamo impedire che questi esseri debbano conoscere la loro funzione, o la loro missione attraverso una serie di errori, una serie di confusioni; e che soltanto lasciando brandelli delle loro forze lungo il cammino riescono a capire quello che devono fare: ecco la nostra responsabilità, la nostra chiarezza, la possibilità di andare incontro a questi esseri, in modo da chiarire loro il compito, in modo che immediatamente possano, raggiunta l’epoca della giovinezza, con l’Io a ventun anni, possano cominciare a operare veramente per lo Spirito. Se questo sarà fatto allora noi avremmo veramente corrisposto a ciò che il Mondo Spirituale aspetta da noi. Però, naturalmente, occorre una grande volontà di andare oltre se stessi.
Che cosa significa questo, volontà di andare oltre se stessi? Noi abbiamo i problemi personali, abbiamo i problemi dell’Io, dell’Io contingente, abbiamo tutta l’organizzazione astrale che si fa passare per l’Io. Ora: questo è il personale, tutto ciò che di personale ci accompagna nella… nell’allenamento interiore. E’ questo che va superato, è questo lavoro di continua misura delle proprie difficoltà, come una tensione verso il limite soggettivo, che ci porta a capire che la nostra azione è collegata a un evento che riguarda tutta l’umanità, e che quindi noi veramente possiamo superare tutto ciò che è personale contemplando il contenuto di questo evento. Allora cominciamo ad avere delle forze, e le forze sono necessarie, sono necessarie perché… guardate il mondo, adesso, quello della cronaca dei giornali, poi guardate tutto quello che avviene nell’intorno prossimo che voi conoscete, e poi potete avere un’idea di quello che si sta preparando, perché c’è una lotta sul piano fisico…
Non si da forse abbastanza importanza al fatto che nel Libano sono cominciate le lotte tra cristiani e musulmani, questo è un regresso di secoli. Ma dovunque ci sono resipiscenze razziali, per esempio… gruppi etnici che rivendicano autonomia, quello è razzismo. I baschi che agiscono sventolando un’ideologia che sembra quella del collettivismo, quella è una forma di razzismo, è un regresso terribile, arimanico: perché è l’era dei popoli, non delle razze. Un popolo unisce diverse razze e le unifica secondo un denominatore spirituale.
L’Italia, ma quante razze ci sono in Italia, l’Italia fu unificata da Iniziati, Garibaldi era un Iniziato, Cavour era un Iniziato, Giuseppe Mazzini era un Iniziato, leggete le conferenze sul karma del Dottore o fatevele raccontare da chi le conosce. Degli Iniziati si sono riuniti per fare l’Unità d’Italia, per far superare il regionalismo, per far superare le differenze tra Nord Sud, razze mediterranee, razze nordiche… e l’italiano è vivo, è bello, è forte, è geniale perché è un incontro dinamico di razze. Guai se a un certo punto i sardi dicessero: “ma noi siamo sardi”, oppure: “noi siamo siciliani”; oppure i piemontesi: “ah ma noi…”: questo è un regresso, è il regresso di Arimane. Ma guardate che sta avvenendo in tutto il mondo che ciascuno torna indietro nella propria razza, ma ci son voluti secoli per superare la razza e creare i popoli… e il Cristo viene per abolire i legami del sangue come condizione per un’unione tra gli uomini, per creare legami cosmopoliti, legami internazionali dello Spirito. Questo è il Cristianesimo, non si ritorna indietro alle razze, questo sta avvenendo, questo è un aspetto… ma poi guardate quello che sta avvenendo di distruzione delle forze morali, distruzione delle forze di generosità per cui condannano qualcuno: se appartiene a una certa corrente fanno le petizioni, se non è di quella corrente lo vogliono ucciso… ma questo che cosa è…?
Ora, questo, è inutile che io vi dica, perché ogni giorno voi lo potete vedere leggendo i giornali. Ora, questo ha un retroscena occulto, sul piano occulto c’è una lotta ancora più terribile, e se noi saliamo ancora più in alto, troviamo un’altra lotta che si svolge tra esseri giganteschi e tutto però si svolge intorno all’uomo. Se poi noi ascendiamo troviamo il Mondo Spirituale che non è un mondo facile, è un mondo del quale abbiamo, come dicevamo poc’anzi, tutte le descrizioni possibili; ma quelle descrizioni, cari amici, sono un materiale che bisogna veramente trasformare in conoscenza, non è un sapere, non è qualcosa per conferenze, per insegnamenti, è qualche cosa che deve diventare alimento di forze che si liberano secondo quella libertà di cui parlavamo prima. Allora noi siamo in relazione con forze spirituali, perché questa lotta sul piano fisico noi possiamo vincerla soltanto con le forze vittoriose sul piano spirituale, collegandoci con ciò che vince sui piani spirituali. Ci sono scatenamenti demoniaci oltre quelli di Arimane e Lucifero, ci sono legioni di esseri che obbediscono a questi, poi ci sono le correnti occulte arimaniche, le organizzazioni occulte luciferiche o arimanico-luciferiche.
Ora, noi possiamo dire che ci sono veramente molti ostacoli… ecco l’importanza della via della conoscenza, del superamento di se stessi, la volontà di andare oltre se stessi.
Qui collego con un’altra immagine…
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L’ IO QUALE SOGGETTO PERCHÉ ESECUTORE DELLA VOLONTÀ DELL’ IO SONO NELL’ UOMO
Noi qui ricordiamo che le forze che guidano l’uomo sono la Forza di Michele e il Cristo. Per esempio la Filosofia della Libertà è un’espressione di Michele, del pensiero di Michele. Tutta la Scienza dello Spirito è il messaggio di Michele, ma il messaggio di Michele è il messaggio del Cristo. Michele è il portatore della libertà, è Colui che può avere rapporto con l’uomo là dove l’uomo si libera. Uno di noi che invocasse Michele potrebbe fare… provare persino estasi micheliane ma il mite non lo sentirebbe per niente… ma se libera il pensiero e, contemplativamente riesce a muovere secondo l’immaginare micheliano, allora è in contatto con Michele, allora la forza di Michele penetra in lui.
Che cosa significa questo? L’uomo è in relazione con le Gerarchie, l’uomo in quest’epoca comincia l’esperienza della libertà e qui dobbiamo fare una piccola parentesi: l’uomo è libero. Noi abbiamo parlato di una libertà che bisogna conquistare per avere… mediante il conoscere. Ma, come karma, come impulso cosmico, ogni essere oggi è libero. C’è un impulso di libertà in tutti perché è proprio l’epoca dell’anima cosciente, è l’Io che sta scendendo, soltanto che questo Io, non afferrato nella zona della sopra-coscienza o della coscienza più desta va a finire nella sfera degli istinti e allora abbiamo degli esseri ricchi di Io ma che sono degli esseri terribilmente istintivi e negatori dello Spirito, questo è il pericolo. Qui chiudiamo la parentesi.
Ora, ci sono le Gerarchie le quali voi sapete che sono in relazione con l’uomo, che sono in relazione per esempio con l’attività del sentire, con l’attività del volere, con l’attività del pensare. Più potenti gerarchie sono in relazione con i sistemi fisiologici dell’uomo, per esempio con il corpo fisico, con il sistema ghiandolare dell’uomo,con il sistema respiratorio, il sistema sanguigno… Si può dire che tutto ciò che in noi si muove sono correnti spirituali, quelle più importanti sono quelle che agiscono nell’anima. Ora le correnti delle Gerarchie operano come prima, come qualche secolo fa, come in antico… E’ solo Michele che ha il rapporto nuovo con l’uomo. Quindi, se l’uomo non trova il rapporto con l’anima cosciente, col portatore dell’anima cosciente che è Michele, le correnti delle Gerarchie agiscono in un modo antico, e tutto quanto quello che viene come forza devia e diventa ostacolo per l’uomo. Questo voi lo potete trarre dalle lettere ai membri, quello che viene chiamato “L’impulso di Michele”.
Ora questo è importantissimo, perché se noi non seguiamo la via del pensiero liberato, anche quelle che sono forze spirituali pure, deviano. E quindi le forze delle Gerarchie vanno contro le forze di Michele in noi. Ecco il conflitto umano, ecco che, delle forze che in alto sono forze creatrici, in noi diventano forze distruttrici. C’è persino un capovolgimento, ossia delle forze di amore che diventano forze di odio e voi vedete che tutta la vita dell’uomo è tessuta di questi contrasti, di amore, odio, di continua perdita di quella che è la linea positiva dello Spirito.
Un amore che non è capace di fedeltà, per esempio, un amore che non è capace di sacrificio e di continuità… ma è proprio alla mercè di queste correnti, di queste forze contrastanti, perché su quel piano, sul piano umano agiscono le Gerarchie inferiori, ossia gli Ostacolatori. Detto questo, però, dobbiamo dire che c’è una Forza in noi che giunge fino all’intimo della personalità; mentre per Michele noi dobbiamo arrivare veramente a liberare il pensiero altrimenti non abbiamo relazione con Lui, e allora tutto il rapporto con le Gerarchie è sbagliato, quindi voi pensate tutte le nevrosi… guardate, la nevrosi è una malattia generale dell’umanità, non c’è nessuno che si sottragga, ma proprio per questo contrasto tra forze regolari con forze altrettanto regolari che, se entrano in contrasto nell’uomo…
C’è però una forza che unifica tutto e che non ha bisogno che noi ci eleviamo: ha bisogno che sprofondiamo in noi stessi, ma anche questo è un atto di coscienza… questa è la forza del Cristo.
Questo noi l’abbiamo detto che c’è… Il pensare deve essere liberato dal soggettivismo per avere… per… perché sperimenti la propria corrente, la universalità fondata in se stessa. Nel rapporto col Cristo noi possiamo essere terribilmente personali, quanto più noi siamo personali tanto più questo rapporto di profondità c’è. E allora però noi scopriamo che, se non siamo dotati di pensiero liberato, capace di liberazione, questo contatto col Cristo lo possiamo avere soltanto sotto l’impulso di potenti dolori o di potenti amori, sotto l’impulso di una disperata ricerca di un principio. Ma questo può essere realizzato a fortiori, a maggior ragione, se c’è la liberazione del pensiero.
Allora non dobbiamo dimenticare questo, che, se per l’esperienza di Michele abbiamo bisogno veramente di elevare il pensiero con sfera delle proprie idee, per il contatto col Cristo noi dobbiamo operare con ciò che è più potentemente personale, di più intimo, di più segreto, di più privato, di più sincero, come confessione di se stessi, perché questa è la vera confessione: che uno incontri il Cristo in sé e gli apra la propria anima. E allora può ricevere le forze, ma vi posso assicurare che la venuta di queste forze non si può verificare senza che divenga un’istanza per la conoscenza di Michele.
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