FREUD (Uno scritto di Massimo Scaligero)

Riceviamo da un utente di Eco, discepolo di Scaligero. Ringraziando, volentieri pubblichiamo.

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 S. Freud

FREUD

Sigmund Freud è stato, ai primi di questo secolo, l’iniziatore del periodo della psicologia fondato su una visione realistica dell’ “inconscio”: di questo tuttavia già da qualche decennio esisteva il problema con le relative indagini: basti ricordare gli studi del Binet e di Morton Prince sul sonnambulismo e lo sdoppiamento della personalità, le esperienze del Bernheim sulla suggestione post-ipnotica, nonché le teorie di Pierre Janet circa l’inconscio e la dissociazione.

L’inconscio, ossia quella zona della vita interiore dell’individuo che sfugge alla coscienza ordinaria e al tempo stesso in qualche modo la condiziona, era già stato intravisto dagli studiosi di quel tempo: solo mancava loro l’audacia di fare di esso una base definitiva, universale, per la spiegazione di tutti i fatti psichici. Pensò Sigmund Freud a questo, portando innanzi l’esplorazione della zona del “profondo” e identificando nell’inconscio, non più semplicemente la “sede psichica” degli automatismi e della carenza di attività sintetica, bensì anche la sorgente delle forze istintive, dotata di capacità di manovra di tutta la vita cosciente.

La psicanalisi nacque prima come metodo di cura per affezioni isteriche semplici. Freud riteneva che il sintomo psico-nevrotico stesse a rappresentare la sostituzione di un atto mentale, legato a particolari esperienze infantili e omesso dalla coscienza. Ogni forte impressione ricevuta, non accolta dalla vita cosciente e perciò dimenticata – secondo la tesi freudiana – non sparisce, ma va a rifugiarsi nella zona dell’inconscio, alimentandone la sostanza, e da lì urge sulla vita fisico-psichica affiorando poi come fenomeno nevrotico. Di qui la necessità della “rimozione”, consistente nel richiamare alla memoria del paziente l’esperienza o l’impressione sofferta, per liberarlo di essa: il che venne più tardi sperimentato con il cosiddetto metodo della associazioni libere, ossia col suscitare nel soggetto l’attività dell’ “inconscio”, in modo da farlo giungere alla confessione, ossia alla obiettivazione dell’impedimento covato.

Procedendo in questa direzione, Freud si trovò a un dato momento dinanzi a una nuova visione della vita istintiva, che doveva rivoluzionare il campo di quegli studi: egli ravvisò alla base dell’inconscio l’azione della libido, ossia l’attrazione sessuale: da qui a spiegare tutti i fenomeni della vita psichica, compresi quelli più elevati dell’attività estetica ed ideativa, come risultato o di repressioni o di sublimazioni delle esigenze istintive, il passo fu breve. Ne derivò una tecnica che mediante il metodo associativo tendeva ad obiettivare i contenuti latenti della libido, mentre si formava in base a ciò una interpretazione di tutte le attività interiori dell’uomo: non lo spirito, ma l’inconscio, non gli ideali, ma gli istinti repressi, costituiscono le sorgenti dell’azione umana.

Ora, anche se si può pure concedere che tale schema sia, sotto qualche aspetto, giustificato dal fatto che oggi buona parte degli uomini, purtroppo tende a codificare quanto deriva dagli istinti, tuttavia è un sofisma deleterio il dare come tipo umano normale il nevrotico, che invero è solo il tipo di un “caduto”, di un essere venuto meno alla sua vera natura.

Punto di partenza per ogni sviluppo interiore, è riconoscere coraggiosamente la pseudo-spiritualità di una quantità di cose ritenute spirituali, mentre si riducono appunto a “sublimazione”, a surrogati o a forme di debolezza e di evasione. Ma quando si tratta di passare da una vita interiore alienata, a contatti con forze più profonde chiuse nella parte abissale del nostro essere, un tale contatto non deve significare ulteriore abdicazione e dissoluzione: occorre che a entrare in azione sia l’ “Io” come una forza completamente dominante, come un principio effettivamente sopra-cosciente, non come quell’effimera “costruzione” psicologistico-sociale che la psicanalisi suppone, anche se tale effettivamente è quel che nei nostri tempi si ha in molti casi.

Mettere a contatto la coscienza del malato con il suo male, senza dargli modo di fondarsi sul principio realmente dinamico della coscienza, significa non guarirlo, ma farlo peggiorare. L’ignoranza, molte volte, è una forza, e non è facile richiudere le porte della zona “infera”, una volta che esse siano state socchiuse.

Ora, la psicanalisi di Freud non solo non conosce alcuna supercoscienza da opporre alla subcoscienza “infera”, ma in fondo essa non conosce nemmeno alcun mezzo di vera difesa per la stessa normale personalità che voglia assumere il rischio del “contatto”, dato che a tale personalità essa comincia col negare ogni realtà propria. Così in tutti i casi in cui essa va oltre il ristretto ambito di una specifica psicopatologia e ai tipi di personalità menomata ad esso relativi, la psicanalisi costituisce senz’altro un pericolo. Essa sarebbe giustificata unicamente se fosse preceduta da una disciplina volta a formare una unità spirituale, una personalità vera a luogo di quella incosciente ed esteriore creata da educazione, convenzione, ambiente, atavismo, oltre ché dai frammenti di un inconscio assunto in forme addomesticate, trasposte e sublimate; ma in tal caso non si vede come la psicanalisi possa essere ancora utile.

Allorché il mito ci presenta il motivo di un eroe solare che scende intrepidamente negli “Inferi” ed affronta nature selvagge – serpenti, draghi o mostri – per trarne con la vittoria un dono superiore di vita, con il senso di simili figurazioni ci dà simbolicamente il punto decisivo: solo al principio sovrannaturale dell’Io, ossia di una personalità asceticamente fortificata in qualità eroica, è dato avventurarsi nella zona sotterranea dell’ “inconscio” senza pericolo di una distruzione spirituale, con la promessa, invece, di una vita più elevata e più vera.

MASSIMO SCALIGERO

20 pensieri su “FREUD (Uno scritto di Massimo Scaligero)

  1. secondo me Freud un pò sapeva di “mentire” altrimenti perchè mai decise di espellere dalla sua “cerchia” il suo allievo Wihlelm Reich, forse perchè la sua teoria non doveva essere in alcun modo contraddetta?

  2. Vorrei solo aggiungere che la “magnifica triade”: Breuer, Freud e Jung: uno sopravanzante l’altro in tempi successivi, contiene sintomaticità interessanti.
    Breuer si ritirò, non solo per le metodologie diverse ma perché ebbe orrore/paura di quello che Freud “pescava” nell’abisso. Cosa di cui Freud era consapevole: in vista dell’America, disse: “non sanno che peste gli sto portando”. Però, molte cose del freudismo sono disgraziatamente vere, specie per il sub-umano che avanza (notevoli i suoi studi sulla psicologia delle masse): mica male l’intelligenza arimanica: il meglio del mercato!
    Controcorrente dico (reputo) che il più ambiguo sia stato Jung: oscillante tra il suo ego, lo spiritualismo e le tecniche psicoanalitiche: pure lui è stato un “portatore di peste”. Basta accorgersi quanto viene adorato dagli spiritualisti, per una svista colossale: i suoi deplorevoli commenti a testi della Tradizione.

  3. Isidoro, il più equivoco è proprio Carl Gustav Jung, che tutti reputano essere uno spiritualista, mentre palesi sono le sue dichiarazioni in senso contrario. Molti sciocchi, che si definiscono spiritualisti pensano che l’inconscio collettivo del quale parlava Jung sia ciò che nel Buddhismo Mahayana viene chiamato “Non-Mentale” o “Mente Universale”, Alayavijnana, o addirittura l’Anima del Mondo della filosofia ermetico-platonica, mentre sono chiarissime le affermazioni del creatore della psicologia analitica che dichiara non essere l’inconscio collettivo una entità obbiettiva, ontologicamente fondata, ma solo una entità nominalistica di comodo, derivante dalla omologia dei diversi sistemi nervosi umani. Persino autori orientali, eruditi espositori dello Zen, come Daisetsu Teitaro Suzuki o Charles Luk, decenni fa, caddero ingenuamente nella trappola junghiana di credere che il “Non-Mentale” di Maestri Chan come Hui-Neng o Huang-Po corrispondesse all’inconscio collettivo Jung. Talvolta gli orientali ritengono che, allorché psichiatri e psicoterapeuti occidentali parlano di inconscio, ciò sia il risultato di un conseguimento ascetico ed una percezione spirituale obbiettiva, mentre ovviamente NON è affatto così: gli orientali, in genere, non arrivano a concepire la mendacità, la malafede, di autori occidentali che parlano di ciò che non conoscono, di ciò che non sperimentano, di ciò che addirittura negano.
    Massimo Scaligero ne “La Via della Volontà Solare”, ne “L’Uomo Interiore” ne “La Logica contro l’Uomo”, e in altre opere, demolisce completamente la mendace trappola junghiana, mostrandone l’assoluta insussistenza conoscitiva e le pericolose conseguenze nei confronti della vita dell’anima. Rudolf Steiner stesso dedicò molte conferenze alla demolizione delle teorie di Freud e di Jung. Jung, da parte sua, ebbe parole denigratorie nei confronti di Steiner e dell’Antroposofia.
    Ma i morbidi simpatizzanti cultori della “via dell’anima” hanno spesso strane predilezioni per i deraglianti sentieri che menano alla palude stigia.
    Nella loro funzione di evocatori del guasto mondo subconscio, del quale la vita sana della coscienza deve liberarsi per essere autenticamente se stessa, la psicanalisi freudiana, la psicologia analitica junghiana, la psicosintesi di Roberto Assagioli, la Gestaltpsychologie di Fritz Perls, e affini, sono la moderna forma della stregoneria: evocano l’infero mondo dei samskara e dei vasana, i demoni e gli spettri del mondo “lunare” astrale-eterico, che nell’essere umano hanno presa attraverso il doppio ahrimanico, che tali “terapie” vanno a rafforzare e vampiricamente a nutrire a spese della vitalità spirituale dell’infelice paziente.
    Vi sono addirittura Ordini occulti deviati – Massimo Scaligero me ne parlò apertamente facendomene i nomi – che uniscono alle pratiche irregolari della magia cerimoniale, e della immancabile magia sessuale, le tecniche di un magismo, travestito da prassi psicologica e scientifica, della psicanalisi freudiana e della psicologia analitica junghiana. Il tutto va a nutrire, rafforzare e meglio organizzare, il dominio dell’ente ahrimanico sull’uomo: viene preconizzato addirittura che il sano stato della psiche umana dovrebbe essere la resa incondizionata di essa nei confronti dell’inconscio, il suo cessare di lottare contro di esso, l’accettare la condizione di schiavitù come libertà. Libertà illusoria, la cui spontaneità è radicalmente manovrata dal potere dell’Oscuro Signore. Il guaio che il Principe dell’Oscuro Pensiero e i suoi sgherri, lungi dall’essere “incoscienti”, sono incomparabilmente più coscienti, intelligenti e scaltri dello stordito uomo.
    In Germania, vi è addirittura chi, come lo scrittore di “temi antroposofici” Gerhard Wehr, mette sullo stesso piano – malgrado ciò che ambedue hanno esplicitamente scritto – Steiner e Jung chiamandoli “i più grandi esoteristi del XX secolo”. Lo stesso autore è quello che parla di Valentin Tomberg come di un grande iniziato! La menzogna dialettica può dimostrare – a parole – tutto e il contrario di tutto. Ma menzogna resta, et pour cause!
    Qual’è l’unica terapia efficace contro tali equivoci spirituali e i nefasti, deraglianti sentieri, che infallibilmente conducono a perdizione?
    Unica terapia del male umano è l’annientamento della dialettica e della menzogna, l’annientamento dell’inconscio, attraverso l’esperienza spirituale cosciente: attraverso la Via del Pensiero, l’esperienza della Forza-Folgore del pensiero, vuoto di pensieri, attraverso l’intensa pratica della Concentrazione.
    Ma perché la gente non si consacra al Rito della meditazione della “Filosofia della Libertà” e del “Trattato del Pensiero Vivente”, liberandosi così di tante illusioni e di tanto guasto ciarpame?!

    Hugo, che vispo in ogni contesto
    cerca sempre d’esser ben desto.

  4. Grazie Hugo della bellissima spiegazione!
    Per quanto riguarda le ultime due righe del post, vorrei fare una piccola riflessione. “La gente” non si consacrerà mai al Rito della meditazione ecc..
    ma solo singoli esseri umani, uno alla volta, perché il percorso deve essere conquistato dalla volontà e dall’amore del singolo e questi singoli ci sono, ne sono sicura! Lo sappiamo che importa più la qualità della quantità, e, nonostante tutto, credo che valga la pena di continuare ad avere fiducia nell’uomo, coltivando nel contempo la pazienza.

  5. In realtà Jung aveva una indicibile paura del vero dello Spirito.
    Ne fa fede le improvvise (e vergognose) scuse che si inventò, in India, giunto a pochi Km dall’Ashram di Ramana, per evitare l’incontro.
    Hugo: per il prof. Suzuki è pacifico l’aver preso lucciole per lanterne ma per Lu K’uan Yu (Charles Luk) credo che il fraintendimento sia stato superficiale: egli è stato un valoroso traduttore ed era un vero operativo. Per lui sono pronto a spezzare una lancia!

    • Charles Luk era un vero asceta: gli vogliamo bene e volentieri dimentichiamo il superficiale fraintendimento.

      Hugo, che non è poi così severo
      quando in fretta scende giù dal pero.

  6. (Premuto il tasto sbagliato…sorry). Il resto è terribile, ma…conoscendo spiritualisti ed antroposofi “integrati” non par vero come siano stati selezionati nei grandi vivai del cretinismo globale. Sempre più ciò che un tempo era un grado della scala occulta ora può coincidere col desertico fiore di una centrata “normalità”: da troppi già perduta.

  7. In questi tempi di cattivi mercati il buon mercato si apprezza particolarmente Hugo! 🙂

    Tornando all’argomento principale, e’ incommensurabile l’apporto generoso e umano che Scaligero ha dato col suo libro Psicoterapia – Fondamenti esoterici, a cui lo scritto pubblicato rimanda( ma tutte le opere di Massimo Scaligero sono collegate tra di loro).
    Io sogno un mondo dove le parole riconquistino il loro vero significato.
    Oggi alla parola “esoterismo”, per esempio, molti si tappano le orecchie o si scandalizzano al massimo, pensando a trame e storie settarie.
    Molti libri importanti e non da banco, non commerciali, non di cassetta, rimangono pietre e gemme preziose ancora giacenti nelle loro miniere, o per pochi, solitari, che vi si avventurano….
    In genere, per molti, ormai la parola “esoterismo” e’ usata o recepita solo nella sua accezione negativa.

  8. Mi sono imbattuto nell’Antroposofia giusto frequentando i deambulatori della c.d. massoneria di frangia dove psicologia analitica e psicosintesi godevano e godono della più fervida ammirazione. Un Gran Hyaerophante vantava le (non documentate) iniziazioni muratorie di Jung nella loggia zurighese Modestia cum Libertate di Zurigo (la stessa di Kerenyi) e di Assagioli alla loggia Lucifero (!) di Firenze. Molto ci sarebbe da dire come il noto esoterista perugino Francesco Brunelli tenesse insieme teosofia, massoneria memphisiano-misraimica , martinismo, neognosticismo, neopitagorismo, psicosintesi, kremmerzismo ecc., un cocktail esponenzialmente tanto letale quanto nocivi sono i suoi ingredienti.

    • Salibus, su quel che avvenne e avviene in tali ambienti, sarebbe possibile, da chi ben conosce, gettare molta luce verace e impietosa, che strapperebbe maschere e mantelli, al fine di mostrare i veri volti dietro le menzognere maschere e le piaghe purulente che quei mantelli illudenti coprono: basta avere il coraggio di volerlo sino in fondo.

      Hugo,
      che non frequenta l’occulto strame,
      bensì si pappa un panino col salame.

      • A cominciare dall’impostura Papus – Chaboseau di cui Hugo ha già scritto…Anche se in Italia le relazioni del Dottore con Yarker ed il rito di Memphis e Mistraim restano un argomento tabù sia tra gli antroposofi di estrazione cattolica che tra quelli di estrazione marxista…:-)

        • Io sono di estrazione cattolica, antroposofa non so……
          Per la tua definizione di tabu’…..
          Quando “mi incontrai” con il primo libro di Scaligero non volli continuare a sapere altro che di cio’ che nel primo libro mi aveva colpito, del filone aureo….
          Cosi’ per Steiner; ma e’ stato per via di Scaligero che le rivelazioni delle veggenze di Steiner non hanno occultato in me, ne’ fatto porre in secondo piano, l’importanza dell’uomo, del suo compito principale, di soggetto attivo e responsabile nel cammino di conoscenza spirituale prima di tutto individuale.

  9. Proprio in questi giorni ho ricevuto un grazioso invito dalla S.A. che non posso riportare integralmente: lo trascrivo al minimo:

    Conferenza pubblica gratuita.
    Il Libro rosso di Jung tra Antroposofia e Psicologia del Profondo.
    Successivamente:
    Seminario.
    Esercitazione: le prime righe del mio Libro Rosso (ore 15)
    Il lamento del figlio. Il V vangelo di Steiner e il Libro Rosso di Jung
    (ore 16,30). Il costo del seminario è di soli 40 euro.

    A cura di colui al quale, profeticamente, già aggiunsi una esse al cognome:
    Alessandro Di (S)grazia.
    Occasione persa poiché la conferenza era ieri e il seminario oggi: me ne faro una ragione… 🙁

  10. Savitri sono le faccine di google :):mrgreen:😁😂:D😄😅😆😇😈;)😯😐😴:'(:evil:😬😠:?😑😮😣😤😥😦😧😨😵:oops::o😱😟😰😩😶😷:(😒😍😛😜😝😋😗😙😘😚😎😓:roll:😪:|:twisted:😌😭😫🙋🙌🙍🙅🙆🙇🙎🙏

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