MASSIMO SCALIGERO: APPUNTI E PENSIERI DA R. STEINER (8° PARTE)

Mas

Non è tanto importante ciò che noi percepiamo negli altri uomini e negli animali superiori, quanto il fatto che per tal mezzo ci educhiamo e percepiamo, dietro agli uomini e agli animali, gli Spiriti che appartengono ad una delle categorie della prima Gerarchia, gli spiriti della Volontà, o, come li chiama l’esoterismo occidentale i Troni. Percepiamo allora Entità che possiamo descrivere soltanto dicendo: “Non sono costituite di carne, né di sangue, né di aria, né di luce, ma soltanto di ciò che possiamo percepire in noi stessi quando siamo consapevoli di avere una volontà”. Sono costituite nella loro sostanza interiore soltanto di volontà.
La forza che conduce il pianeta attraverso lo Spazio, che regola il suo movimento nello Spazio, emana dagli Spiriti della Volontà: essi danno al pianeta l’impulso di volare attraverso lo spazio. Il movimento del pianeta nello spazio corrisponde dunque agli Spiriti della Volontà, o Troni.
Come possiamo avere comunione con tali Spiriti della Volontà? Dobbiamo perdere completamente il senso di esistere in un punto qualsiasi del mondo come esseri separati: dobbiamo giungere non soltanto a ritrovarci nelle altre entità – pietra animale albero uomo – restando simultaneamente accanto ad esse con la nostra capacità di esperienza, ma dobbiamo realmente sentire le altre entità come nostro Sé: dobbiamo uscire completamente da noi stessi e sapere di essere tutt’uno con una determinata entità e da questa guardare indietro a noi stessi. Questo ci educa a percepire gli Spiriti della Volontà.
La correlazione profonda con questi Esseri è il coraggio: l’uomo infatti è riportato a se stesso, ossia ad una relazione con l’Io autentico, e scopre la sua possibilità di contemplazione profonda. E’ come se fosse lo specchio dell’Universo: tutto accoglie, rimanendo se stesso; con tutto si identifica; tutto infine può riflettersi in Esso. Il tessuto del coraggio è perciò la dedizione, quella dedizione di cui non si può essere capaci se non dietro la conoscenza di Sé e della propria missione nel mondo: da ciò può nascere l’autentica Volontà, e nella Volontà è il Coraggio.
L’uomo è ancora un essere soltanto intelligente, ma ben poco di ciò che egli vive nella sua intelligenza riesce a vivere come volontà; la forza del suo volere è appena in embrione. Il discepolo sa che deve fin d’ora preparare la base di quella potente Volontà che è nell’essenza, capacità di dedizione assoluta. Non vi può essere dedizione senza la base di una adamantina volontà. Una grandiosa mèta attende l’uomo e ad essa la Scienza Spirituale dà il nome di Grande Sacrificio. Esso è l’atto splendente di amore e di coraggio; reca con sé una potenza di volontà che pone l’uomo volente in condizione di donarsi radicalmente, senza residui. Ed è chiaro che non si può donare se non ciò che realmente si possiede. Questo è l’inizio delle esperienze della volontà creatrice: nell’esaurimento dell’ego nasce l’Io. Ciò che per ora è base della individualità è portato ad estinzione e nella capacità di tale estinzione nasce la volontà creatrice.
L’oscurità del soffrire umano può essere sfittita dalla chiara luce, se l’umo sa ricreare se stesso con il dono degli Spiriti della Volontà, se egli sa trarsi dalla ottusa adesione al mondo delle sensazioni e al consueto mondo mentale, se egli sa vivere nella essenziale luce del pensare voluto di qua dalla sfera cerebrale, indipendente dal respiro. Egli può contemplare. Ma è inevitabile che egli giunga a ciò attraverso un costante operare, un fervido aspirare: lo sforzo, la fatica, il coraggio, il sacrificio, la dedizione, la resistenza, la fiducia attraverso la lotta, sono un’unica opera di formazione della Volontà magica.
Accogliere cosmici pensieri, vivere in cosmici pensieri, lasciarsi tessere dalla vita del sentire cosmico, crearsi della sostanza degli Esseri della Volontà. Il dolore e l’angoscia, l’oscura depressione dell’anima sono qualcosa, hanno valore, in quanto l’ego necessità di essi e li accoglie facendosi togliere vita: l’Io dimentico della sua vera natura li fa suoi, e li crede suoi, si identifica con essi. Ma l’Io acquisire coscienza di essere quello che è al centro della meditazione, di potersi appoggiare a ciò che è indipendente come pura vita del pensare e opera nell’anima, creando. A questo occorre giungere, affinché le sensazioni e i sentimenti divengano mezzi di conoscenza.
E ancora più veracemente dietro una simile educazione del conoscere, la vita del cosmo diviene liberatrice, quando si giunge a leggere nell’anima, nella struttura del proprio essere, nelle forse degli organi, il linguaggio creativo delle Stelle: nella visione delle forze che sorreggono la natura e i mondi, si ritrova il fondamento della nostra vita animica e corporea, mentre lo spirito è vivente nella relazione che appunto in ciò diviene conoscenza. Sollevarsi dalla visione limitata delle cose, liberarsi dal pensare legato al mondo sensibile, ma simultaneamente portarsi sopra la sfera della oscura angoscia, dell’oscuro soffrire, là dove l’angoscia ed il soffrire rivelano il vero senso, dove essi divengono forza per una aspirazione più decisa all’esperienza dello spirito. Questo è penetrare nel mondo di Lucifero, per instaurarvi l’essenza del Cristo.
Ora la conoscenza del regno di Lucifero è la chiave dell’Iniziazione. La verità finale è che gli adepti che si sono rivolti al Cristo, vedono per prima cosa riapparire il mondo luciferico. Quando l’influenza del Cristo ha agito per qualche tempo nell’anima, questa rimane imbevuta della sostanza di Lui, e così cristificata diventa matura, atta a penetrare nuovamente nel regno delle entità luciferine. Punto di partenza è una conoscenza del Cristo, di natura “paracletica”, che va men oltre ciò che può essere donato dalla comunione con i Vangeli.
Questa è la via dei R+C.
La conoscenza del Cristo vivente, nella sua attiva realtà, può illuminare l’anima al punto che essa riacquista la facoltà di penetrare nel regno di Lucifero. Vi penetreranno primi gli Iniziati R+C, i quali poi daranno al mondo ciò che essi avranno conosciuto del Principio Luciferico. La sostanza del Cristo che è penetrata nell’anima umana, verrà compresa dagli uomini per mezzo delle facoltà spirituali che essi avranno maturato con l’aiuto del principio di Lucifero, che è affluito nell’anima di ogni singolo come sotto nuova forma. (Via della Filosofia della Libertà) Lucifero= =Chr.
Gli iniziati R+C saranno i primi, perché essi si sono dedicati ad approfondire la figura di Cristo, a far penetrare nelle anime loro il Cristo Cosmico, a farlo vivere in loro. Essi hanno trovato, per così dire, in quella sostanza del Cristo la forza che li guida e li difende in ogni avvenimento. Questa sostanza del Cristo diviene nelle loro anime Luce Nuova che li illumina interiormente; una luce astrale interiore: il Graal.
La risonanza del Graal nell’anima rende attuale la guarigione di essa dal male luciferico e perciò ahrimanico. Soccombendo alla tentazione di Lucifero, l’uomo nella sua caduta ha trascinato tutta la natura: così l’ordine morale è stato escluso dalla natura. Il fenomeno di fecondazione è in realtà in contraddizione con la natura originaria del mondo vegetale. A causa del male luciferico, mondo minerale, vegetale e animali a sangue freddo sono entrati nella sfera della sessualità. Questi non hanno più forza interiore: occorre loro un’azione nuova dal di fuori. Questa dipende dalla scelta dell’uomo, dal suo riconoscere il Christo.

(Fine)

Breve nota aggiunta.
Come sapete ho cercato di mantenere integro lo scritto di Scaligero. Tenete presente che la carta originale era vecchia, alcune parole erano frequentemente semi cancellate (al punto da dover disturbare qualche vecchio avvoltoio per il confronto), che posso aver fatto qualche errore nella battitura e che tutte le parole corsivizzate, nell’originale erano sottolineate. Detto questo, sarò ben felice di non accettare alcuna critica.

5 pensieri su “MASSIMO SCALIGERO: APPUNTI E PENSIERI DA R. STEINER (8° PARTE)

  1. Critica ? E per cosa ?
    Solo grazie, Isidoro. Questi appunti sono un regalo unico. Esprimono una forza travolgente e solo appena percettibile. Che aspira tutto verso l’alto.

  2. Quale magnifica raccolta!
    Caro Isidoro, rompo il mio silenzio per ringraziarti di questo preziosissimo dono che ci hai fatto, è davvero un’opera magistrale. Merci!

  3. Al momento sono più frequentemente assiso di fronte a quel curioso strumento che i francesi, e non solo, chiamano ‘ordinatore’. Ancora qualche settimana da dedicare a quest’ultimo dovere accademico e poi, spero, sarò finalmente libero (con la ‘l’ minuscola ovviamente). Chissà, magari potrei poi capitare nell’estremo Est italiano 😉

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