LETTURA DI TESTI ANTROPOSOFICI: LA SCIENZA OCCULTA (di F. Giovi)

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Il potere di risvegliare, all’interno del pensiero, l’originario elemento creativo, è stato donato da Rudolf Steiner mediante una articolata sequenza di immagini riguardanti la biografia, cosmica e metastorica dell’entità umana.

Tali immagini suscitano nell’anima la forza del ricordo che è uno dei più profondi e segreti poteri del pensiero. E’ una possibile trasmissione iniziatica nella forma richiesta dai nuovi tempi poiché essa si può attuare solo per decisione cosciente e capacità del discepolo di rispondere con corrispondenti forze dell’anima (pensare, volere e sentire) al contenuto trascendente risorgente da quelle immagini.

Un tempo, il discepolo giungeva alla visione delle gerarchie di potenza sovrasensibile in quanto veniva portato dagli Jerofanti ad un distacco dal corpo fisico-eterico per giungere ad una estatica immersione nel mondo dello Spirito, così da ricevere una intensa impressione. Questa, a sua volta si imprimeva nel corpo eterico rinnovando completamente la sua vita.

Nella via iniziatica tracciata da Rudolf Steiner, il discepolo conquista (e simultaneamente riceve) la “visione penetrante e trasformante” in un perfetto stato di destità senza regredire né alla catalessi né a forme, più o meno leggere, di trance. Questo pare risaputo finchè il discepolo non si accorge che, sui primi passi, può bastare l’evocazione e l’immersione in un’immagine per abbassare lo stato di veglia, per cedere impercettibilmente al sogno (da cui le tante “veggenze” che passeggiano per il mondo dell’occulto).

Ogni operazione interiore che declini a condizioni di coscienza inferiori alla comune coscienza sensibile, è già fallita.
Perciò ogni iniziativa deve risultare cosciente e poggiata su un robusto esercizio dell’anima in tale direzione. A fronte delle immagini suscitate sono pure necessarie capacità di reale spregiudicatezza, di silenzio interiore e di calma al limite dell’impersonale.

A mio parere l’ideale potrebbe essere un atteggiamento d’anima e coscienza, magari non percepito ma inteso come il prodotto dalle discipline formative idonee allo sviluppo delle summenzionate qualità. Ciò per permettere una serena Spontaneità nel dedicarsi ai pensieri e immagini senza i lacci e lacciuoli di retro/pensieri di disciplina, che facilmente riempiono di sé l’anima e fatalmente la irrigidiscono.

Già la forma dell’insegnamento può presentare seria difficoltà a molti poiché esso è del tutto privo di enfasi, di retorica e verbalismi affascinanti: persino noioso se il proprio accostarsi desidera dall’esposizione dell’occulto una reazione che soddisfi il piacere dell’intelletto o del sentimento: ciò che giustamente fino a ieri, se confrontato con il ‘sacro’ veniva definito come ‘profano’.

Sperimentalmente è davvero meglio seguire l’indicazione, poco raccolta, del Dottore: pensare i pensieri così come sono esposti (e, per l’amor di dio, null’altro).

Come per il controllo del pensiero e ancor più per la Concentrazione, è un agire quantitativamente minore di quello che la natura umana ordinaria si sente disposta ad elargire. Anche quando non siano impulsi a connettere pensieri estranei, vaganti o antroposofici che possano essere, si pregiudica il percorso dei pensieri che si ravvivano con l’attenta lettura, persino tingendo l’anima di una artefatta sacralità o con la predisposizione alla razionalità critica.

Sull’astensione dalla razionalità critica molti si inalberano, quasi si consigliasse loro il suicidio come presupposto. Qui, in linea di massima, c’è solo il moto di difesa del nostro essere psicofisico che, da usurpatore quale è in realtà, si sente minacciato da ciò che veramente può rovesciarlo dal trono che non gli appartiene. Però, da altro punto di visuale, può anche indicare che il soggetto non è al momento maturo o idoneo per questa esperienza.

Che sia un gioco dell’astrale inferiore, può essere svelato già quando ci si rapporti alla vita ordinaria. Faccio un esempio: siamo sull’ultimo gradino della scaletta che porta al mare. Che si fa? O si torna indietro, ci si riveste e si torna a casa o ci si immerge: immergendosi sperimenteremo il mare. Ma stando sull’ultimo gradino, su quell’ultimo gradino ad almanaccare intorno ai corpi immersi nel liquido e così via, ci manterremmo nella più sterile o stupida posizione possibile. Lo stesso vale con “La Scienza Occulta”.

Il “pensare i pensieri così come sono esposti” stimola immagini. Tali immagini hanno il potere di non accatastarsi nella testa ma di scendere nel torace e negli arti. Ossia nel sentire e nel volere. Se la coscienza pensante continua a dedicarsi “solo” a quest’opera, un contenuto sovraumano (Aurobindo direbbe sovra-mentale) viene, fluisce ed anima il pensare ordinario che stavamo usando.

Compito della pregressa educazione interiore o di un momento di Grazia è permettere che il potere iniziatico interno alle immagini non si perda nella banalità del pensiero che si aliena e nella avida meschinità del sentire personale ma, oltrepassando per propria virtù il limite astrale, giunga ad imprimersi nel corpo eterico. Una più complessa struttura di immagini (come l’insieme completo dell’Antico Saturno) può portare assai oltre: è possibile udire le sonorità espresse dal Principio.

Così “La Scienza Occulta” può divenire la strada e la porta dei Misteri iniziatici, diversa dall’antica poiché dipendente dalla attività individuale e cosciente. Le immagini date dall’Iniziato Solare sono congegnate in modo da ‘contenere’ la Potenza superatrice del pensiero decaduto. Sul confine del pensiero morente, attende la forza originaria dello Spirito e, in momenti di calma dedizione, essa può scendere nell’uomo, attraversarlo in tutti i suoi veicoli, possedendo il potere della Trasmutazione sino al corpo fisico: è davvero la Pentecoste dei nuovi tempi.

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