Ah, Isidoro, quale potente immagine è il suonare il tamburo!
Esso in Asia, ma anche altrove, è stato associato sovente al «cuore»: fisico e metafisico. Nello Yoga dei tantrika, descritto nello Shatchakranirupana, che l’ottimo Sir John Woodroffe – con l’eteronimo di Arthur Avalon – all’inizio del XX secolo tradusse nella sua opera, oramai classica, The Serpent Power, il chakra del cuore è detto Anahata-chakra, ovvero «il (tamburo) non battuto», evocando così quel sangue freddo del serpente, o – come si esprime Gustav Meyrink – quella «fredda qualità magica», la quale vince la trepidante paura, che appunto fa venire ai pavidi il «batticuore».
La «fredda qualità magica» è quella che vince l’infero calore della brama, che divora la vitalità spirituale dell’anima e quella stessa animante il corpo, per cui il corpo si ammala e muore. La «fredda qualità magica» vince il batticuore e fa altresì il «silenzio» dei rumori del mondo, di questo rumoroso, malvagio, stupido e immondo mondo.
La «fredda qualità magica» induce col silenzio, il distacco, e la calma. Diviene quella «bevanda dell’oblio» che vince e spegne quel infero magnetismo che avvince alla maya divorante, a quel aspetto illusorio del mondo che – come insegna Massimo Scaligero ne Trattato del pensiero vivente – si fa indebitamente potenza interiore nell’anima, invertendo la gerarchia Spirito-anima-corpo. Altrove, egli ricorda pure che l’uomo deve riconquistare il sangue freddo del serpente e come il Serpente fosse un grado della Iniziazione caldea. Per questo amo il silenzio solenne e il freddo delle ore della notte…
Ma il «vuoto» della natura, il suo dissolversi è il risvegliarsi e il risorgere dello Spirito, dello Spirito imperituro. Per cui il cuore che non batte più, trepidante, per la paura dell’ignoto, dello svanire dell’effimero, per il dissolversi dell’oggetto della brama sempre delusa, il cuore che diventa «sordo» allo scomposto stridore dei rumori del mondo, diviene di converso capace di battere per l’Eterno, per l’Infinito, per l’Assoluto, comincia ad udire l’Armonia delle Sfere, sente risuonare in sé il ritmo dei Mondi, e una tale esperienza diviene per l’anima vera «bevanda della memoria».
Il «fuoco sidereo» che discende nell’anima al contempo «gela» – ed è per questo che i pavidi non amano la Via del Pensiero e la Concentrazione – istinti, brame, passioni della natura inferiore e caduta, mentre «risveglia», «resuscita», «riaccende» la morta virtù dell’anima, ne «riscalda» il cuore celeste. Il cuore comincia a udire la «Voce del Silenzio», o come diceva un vecchio Sapiente veneziano, riprendendo una delicata immagine orientale, anzi tibetana, le «campane del Silenzio», preludenti alla «morte mistica» e a quella corporea.
Dunque il «tamburo» e la «fiamma», il suono e il calore. Nell’immagine hindu di Shiva Nataraja, il Supremo danza tenendo nella mano destra esterna il tamburo col cui suono – shabda-brahman o vak o parola creatrice – Egli chiama in essere la manifestazione cosmica – manvantara – e con la mano sinistra tiene il mistico fuoco – agni – che dissolverà la manifestazione cosmica nel pralaya.
Ma ciò è pure quel che micro cosmicamente avviene nel cuore e nell’anima dell’asceta operante, dell’asceta che si vota alla pratica della Concentrazione e della Meditazione. l’ardore dell’ascesi – tapas – l’entusiasmo per il pensiero puro, che Giovanni Colazza nei suoi Aforismi chiama «il segno della maturità dell’anima», è il «fuoco» che discioglie i legami che incatenano l’anima al corpo e la obbligano alla univoca e illusoria visione sensibile, ossia il solvere ermetico che dissolve il «fisso», e permette al contempo il coagulare che fissa il «volatile».
Nell’immagine di Shiva danzante, il fuoco – oltre che esser portato dalla mano sinistra più esterna – circonda come un arco l’intera raffigurazione: simbolo di quel «fuoco saturnio» dal quale, col sacrifico di Prajapati, il Mahapurusha o Uomo Cosmico, son nati l’Universo e i mondi, e nel quale parimenti essi si dissolveranno. Massimo Scaligero, ricordando un insegnamento di Giovanni Colazza, ci insegna come nel cuore dell’uomo sia presente, ma occulta, una «forza più potente della forza stessa del Sole» e come il cuore umano possa in sé ricreare il «calore saturnio».
Possa il risuonare nel cuore del tamburo del Verbo-Vak, della divina Parola Creatrice, Shabda-brahman, proveniente dal Supremo danzante, risvegliare gli asceti dormienti e riaccendere in loro l’ardore del fuoco che nella Concentrazione dissolve le illudenti apparenze della Maya.
Salute a te, Hugo dal fiammante tamburo!
Isidoro, dopo aver letto il tuo scritto, da Commodoro passa a Pommodoro semplice e dai sette mari si trasferisce in una pozza o tinozza colma d’acqua piovana, sperando che l’alchemico pastrocchio lo evolva a diventar Ranocchio!
Isidoro, Mistico Coglitor dei Pomi d’Oro,
pensa che nella fiaba una Principessa fu capace di trasformar un Ranocchio in un azzurro Principe, non con un sensual bacio, bensì spiaccicandolo energicamente sul muro: metodi alla Hakuin in stile Rinzai Zen!
Ma Uchiyama Roshi indicava il placido seder immobili e composti dei ranocchi sull’asciutta terra o sul fondo dello stagno come un vivido ed eloquente esempio di meditazione attuata agli agitati discepoli recalcitranti ai lunghi “Sesshin” 接心 in Zazen
坐禪, prescritti da Dogen Zenji nella nipponica Scuola del Soto Zen!
Per cui, Isidoro, tornando dal Giardino delle Esperidi, poscia che ti sarai pappati gli aurei pomi, siedi a meditar come un bravo ranocchio. Ma non ti addormir, conciosiacosaché il vigilante Roshi non ti massaggi energicamente la schiena col suo nodoso “Keisaku” 警策, detto dai Maestri cinesi eziandio “Hsiāng pǎn” 香板 o “Kyōsaku” nella Scuola Sōtō Zen o Sōtō-shū 曹洞宗, da me moltissimo amata sin dai 14 anni. Calzante simbolo quello del tuo tamburo, avvegnacché chi si addormentava nel Sesshin 接心 veniva suonato come un tamburo!
Hugo, che svegliato dal tamburo,
medita imperterrito
contemplando il muro.
Grazie mille!!!
Ho una domanda: dal punto di vista musicale ‘sensibile’ oggi la musica viene suonata in gran parte seguendo ritmi ossessivi ( ad es. Musica tecno, ma anche altri generi musicali). Ma é possibile riprodurre ritmi anche con le percussioni , che siano adatti a quest’epoca ? É possibile trovare nella musica contemporanea esempi di composizioni che sollecitino le forze dell’anima cosciente , e non le smorzino ? Mi rivolgo sopratutto agli amici musicisti e appassionati di musica..il massimo che ho trovato io sono dei buoni testi di canzoni,a dal punto di vista strettamente musicale non saprei..
Vai di wumpscut ed alza al massimo il volume! Yeahhhhh
Contemplactivo,
penso proprio che, purtroppo, la musica moderna abbia ben poco da offrire che possa nutrire l’anima cosciente, anzi ritengo che essa vada a galvanizzare sempre più il doppio arimanico che ancor di più divora la vitalità dell’anima e la riduce ad uno straccio.
Basta vedere come la gente, e soprattutto i giovani, vogliano anzi bramino assordarsi e farsi spappolare milioni di neuroni per volta, n andando in discoteca e facendoci l’alba e imbenzinandosi pure d’alcol e di anfetamine! Ognuno, naturalmente, fa quello che crede esser meglio per lui. Ma tutto questo non ha nulla a che vedere con l’anima cosciente, anzi la tormenta e la soffoca. Meglio Bach, Mozart, Beethoven e i classici, che nulla hanno perso della loro freschezza, e aiutano veramente l’uomo portando sulla Terra un alito della Celeste Tracendenza.
Naturalmente, per questo discorso, mi rivolgo ai preticanti interiori, dediti alla Concentrazione e alla meditazione: ai votati alla Via del Pensiero! E’ difficile che nella cosiddetta arte moderna possano venire molti stimoli al risveglio dell’anima cosciente. Tolte le sempre più rare eccezioni.
Ora, per quanto ascoltare musica classica faccia bene all’anima, è assolutamente da evitare di mescolare musica e Concentrazione, musica e Meditazione. Dovendo realizzarsi il silenzio interiore – Silenzio che azzera percezioni, sensazioni, emozioni, pulsioni istintive di qualsiasi genere, ed in un secondo momento anche i pensieri – in un mondo nel quale il rumore costante è una congiura continuamente tramante contro lo Spirito, è sciocco aumentare gli ostacoli, che con grande generosità il mondo ambiente ci obbliga a superare, con il tenere radio e stereo accesi. Sarebbe una pratica aberrante oltre che irriverente. Meglio spegnere i rumori esteriori, e con la volontà pensante gli agitati moti interiori!
Hugo, che correndo come freccia
il riflesso batte in breccia!
Grazie , e grazie sopratutto per quello che hai scritto … Sul fatto che le brame vengono gelate e un fuoco diverso s’accende, di entusiasmo per il pensiero puro.
Non sono ancora a quel punto, é certo.
Personalmente lotto ancora per il solo controllo del pensiero che , quando riesce a ‘silenziare’ l’animuccia in subbuglio e distratta continuamente , lascia che per attimi l’astrale sia messo a tacere e in quei momento riprendo un po’ le speranze.
In quei momenti é tutto semplice, tutto chiaro, solo forza-attenzione immessa nel moto pensante e si pongono le basi per una concentrazione che non sono sicuro di aver mai fatto davvero.
Quindi vi sono ancora grato se potreste spiegarmi ancora una volta la differenza tra il primo esercizio e la concentrazione … So che lo ripetete in continuazione ma é come se mi sfuggisse un passaggio.
La mia esperienza é nel senso che , quando il controllo del pensiero , o meglio l’attenzione immessa facendolo, raggiunge una certa intensità , ‘sento’ che se potessi intensificare di più arriverei alla famosa ‘immagine sintesi’ che concepisco come il contemplare il ‘significato’ dell’oggetto , il concetto , per meglio dire. In tal senso nell’arrivare a quell’intensitá sperimento come i pensieri che utilizzo per descrivere analiticamente l’oggetto diventano più ‘concreti’ o ‘pregni di significato’ e comprendo ciò che dice Scaligero quando dice che bisogna pensare pensieri e non mere parole. In particolare la mia grande difficoltà in passato era non lasciarmi distrarre dal processo di respirazione, ora invece sento i muscoli o i nervi della fronte tendersi.
So che é un errore e in tali casi interrompo l’esercizio perché ne ‘la luce’ ho letto che forzando in tal modo si consegue il risultato opposto rispetto a quello dell’esercizio.
Scusate la prolissità , e grazie ancora per quello che scrivete (:
Domanda difficile la tua, Contemplactivo, perché la Concentrazione è una faticosa scala che arriva sino al Cielo, della quale non ci è concesso di saltare nessun gradino, nessun piolo!
E poi Massimo Scaligero dice che nella Concentrazione il discepolo non deve essere aiutato troppo, perché sono gli sforzi individuali che fanno procedere nella Via del pensiero. Diceva che descrivere ad alta voce una Concentrazione eseguita è un grave errore, perché nel discepolo poi la cosa si meccanizza. Semmai è importante tornare spesso alle descrizioni che Massimo fa nella “Logica contro l’uomo”, nel “Manuale pratico della meditazione”, in “Yoga, Meditazione, Magia”.
Il controllo del pensiero, sostanzialmente, si realizza nella descrizione dell’oggetto, descrizione nella quale la concatenazione dei pensieri non deve subire deviazioni arbitrarie, né distrazioni. Per cui è un esercizio di grande attenzione.La fase ulteriore viene determinata dall’immissione della volontà nel processo del pensiero. Certamente, la volontà è già attiva nell’esercizio del controllo del pensiero come l’attenzione continua ad essere presente nella Concentrazione, ma questa volontà diviene decisiva allorché non vi sono più significati da elaborare ma vi sono soltanto attenzione assoluta e volontà impegnata in maniera crescente, sino ad essere illimitata, nell’atto del pensare che non deve “significare” proprio niente, bensì “essere” qualcosa: un atto dello Spirito, un atto di volontà individuale nel quale fluisce l’essere sovraindividuale del volere dello Spirito.
Questo deve essere voluto, sino al punto che la volontà “sparisce” di fronte al volere dello Spirito. A questo bisogna consacrare la vita. E meno se ne parla, e meglio è e sarà!
Hugo, che essendo stufo,
si pappa un bel tartufo.
Grazie Mille Hugo!!! (:
Di nulla! Gioioso dovere!
Hugo, che ha il capo duro
ancora più del muro!
Erik Satie, Aarvo Part, Bjork, Sukadeva, qualcosa di Jarré penso si possano ascoltare senza danni gravi per l’anima Hugo 🙂
La musica e’ per l’anima.
Appunto ogni cosa nel suo ambito anche se qualcuno ama andare in deroga in nome di certa liberta’.
Acquaaaaa azzurraaaaaaa! Acqua chiaraaaaaaaaaa!
Da qualche parte, mi pare in “Essenza della musica”, il Dottore fa questo discorso: così come il grado evolutivo dell’anima è legato al tempo attuale e ai relativi impulsi irradiati dalle Entità Divino Spirituali, anche le manifestazioni artistiche ne sono la diretta espressione. Per quanto riguarda la musica dobbiamo riferirci agli intervalli. Per esempio l’anima musicale del periodo greco era legato agli intervalli, diciamo di quarta (non ricordo sinceramente, ma è per capirci); l’epoca successiva alla terza….la tendenza va verso il suono unico. L’intervallo dell’a. cosciente dovrebbe essere di seconda. Forse ho mischiato un pò i numeri (vado a memoria) però il discorso penso si capisca.
No, detto così, non si capisce proprio un tubo! Per fortuna non faccio l’draulico, sennò sarei davvero nei guai!
Penso, inoltre, che sia bene ritornare ad una Via del Pensiero scarna, antintellettualistica, asceticamente volitiva, fatta d’intensa pratica interiore: Concentrazione e Meditazione, e lasciare un po’ perdere le bellissime decorazioni floreali di pifferi, acquerelli, danze e simili. Hanno un valore, e grande, se uno è un vero artista, ma se portano a smarrire la Via del Pensiero in un pelago di chiacchiere ed estetismi, per chi autentico artista non è sono una pessima cosa. Quel che ci è chiesto dall’urgenza dei tempi – che sono tragici – è di realizzare concretamente lo Spirito. La salvezza è nello scalare audacemente la montagna, e non nel mettersi bucolicamente a fare merenda su tutti i pianori erbosi e fioriti che si incontrano nell’ascesa, perdendo tempo, forze e ingolfando la digestione. Torniamo all’essenziale: torniamo alla Concentrazione!
Hugo, che di pifferi e acquerelli
oggi non gl’importa un tubo!
Vuoi la traduzione “barbarica”? Un giro si facebooookko fa moooooolto più male di un cd di musica elettronica. 😀
Cattivone di un Hugone, castigatore di buone e melodiche intenzioni,
cecchino spietato di contrappuntistiche elevazioni; comunque, in definitiva, hai sempre le tue ragioni: torniamo alla concentrazione.
secondo me l’esercizio della concentrazione si può portare ad avere vuoto il campo, se provate è difficilissimo sgombrare il campo dai pensieri riflessi e ancor più difficile mantenere tale stato, all’inizio è volontà nel pensiero, ma nel non pensiero ce ne vuole molta di più perchè cadono gli appigli sensibili
E’ proprio frustrante vedere che mentre tu gli dai sotto a sgombrare il campo c’è sempre il “juke box dei pensieri” che vuole partire in automatico con la sua raffica di collegamenti
L’esercizio della concentrazione DEVE essere portato a questo livello per riuscire. Al limite non è obbligatorio che riesca sempre… tutto fa.allenamento.
Hai spiegato benissimo il perché esso è importante e difficile ed il perché la maggior parte delle persone preferisce fantasticare anziché concentrarsi…
Hai pure evidenziato il perché certi “loschi figuri” del web si comportano come si comportano: una volta che, testi alla mano, devono ammettere almeno con sè stessi che manco sanno concentrarsi cosa gli resta per irretire il loto misero pubblico se non una frotta di bugie…
Comunque mir ti devo dire una cosa. GRAZIE. Con tutta questa gente che prende la concentrazione sottogamba, afdiancandoci come se nulla fosse un quintale di altre cose, i post come il tuo fanno bene. Grazie. 🙂
a proposito di musica, niente male la filastrocca per bambini “ci vuole un fiore” di rodari eh?
scrive Hugo:
Meglio Bach, Mozart, Beethoven e i classici, che nulla hanno perso della loro freschezza, e aiutano veramente l’uomo portando sulla Terra un alito della Celeste Tracendenza.
gli do’ ragione e gli inserisco dentro l’italianissimo Muzio Clementi ( tra l’altro amico e editore di Beethoven ), Vivaldi, Scarlatti, e Palestrina.
Naitsirc
che scrive un giorno no
e un giorno ni’ .
Ciao !
Io comincio ad odiarvi… 😛