AI DEFUNTI ( VLADIMIR SERGEEVIČ SOLOV’ËV )


( Devachan di Marina Sagramora )

AI DEFUNTI

Non appena ho lasciato ogni tumulto

di questo mondo, già i defunti amici

mi s’affollano intorno, ed i lontani

fantasmi dei confusi anni trascorsi

m’appaiono, ecco, sempre più distinti.

Tutta la luce del terreno giorno

si spegne e langue; l’anima s’inebbria

d’una dolce mestizia; ancor non vista,

già vibra d’echi e il soffio dell’eterno

alita la ventura primavera.

Lo so: foste voialtri a chinar gli occhi

verso la terra, m’innalzaste voi

sul greve tramestìo, vivificando

la rimembranza del convegno eterno,

quasi lavata dell’effimera onda.

Né ancor vi vedo, ma nell’ora estrema,

dato alla vita rea tutto il tributo,

palesi voi mi schiuderete il santo

asil di pace e mi dimostrerete

agli astri inestinguibili il sentiero.

*

(VLADIMIR SERGEEVIČ SOLOV’ËV)

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