IL PENSARE DEL CUORE

Mich

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Ci viene raccontato dal drammaturgo greco Eschilo, che per aver donato all’uomo il fuoco, Prometeo viene incatenato alle rocce del Caucaso dal padre degli dei Giove.

Esseri, impietositi dal suo stato, gli fanno visita in quel deserto e gli chiedono perché mai sia stato punito in modo tanto severo. Prometeo risponde che il fuoco che egli ha donato all’umanità, ha portato l’uomo a un decisivo salto di coscienza: lo ha reso “internamente spirituale”.

Eschilo, che descrive la scena, crea questo nuovo concetto che prima di allora non esisteva nella lingua greca.

Che cosa intende con “internamente spirituale”? Prometeo si prende il merito di aver fatto in modo che la facoltà spirituale pensante, che prima veniva donata all’uomo da “fuori”, ora diventi interna all’uomo.

Nei più antichi poemi epici viene raccontato che l’uomo, posto di fronte ad importanti decisioni, veniva ispirato dalle divinità e seguiva il loro volere.

Con il dono del primo germe del fuoco-pensiero, l’essere umano diviene capace di operazioni spirituali autonome, può prendere egli stesso le sue decisioni e risponderne.

Prometeo ha reso l’uomo potenzialmente “signore della propria ragione”.

Ma il salto di coscienza che rende l’uomo autonomo nel mondo sensibile, allo stesso tempo oscura la sua coscienza superiore e lo allontana dagli dei e dal mondo spirituale: avviene la cacciata dal paradiso descritta nell’Antico Testamento.

Da allora, questa nuova facoltà che vive nell’uomo, si evolve a poco a poco in due forme diverse: come intelligenza analitica e come intelligenza creativa.

L’intelligenza analitica, facendo un salto ai giorni nostri, si presenta vincitrice su tutti i fronti; tutte le scoperte della scienza e della tecnica provengono prevalentemente da questo tipo di pensare. Negli ultimi decenni, però, è diventato sempre più chiaro che la dimensione prometeica del pensare umano, l’elemento creativo intuitivo, quello che viene impiegato nella creazione artistica, ha in sé potenzialità immense che vorrebbero venir riconosciute e portate nella vita.

I tempi chiedono, con sempre maggior insistenza, la liberazione di Prometeo dalle catene, nel significato più vasto del termine, perché questa liberazione possa dare all’uomo la possibilità di affiancare al pensare intellettuale, indagatore di una realtà materiale, anche un pensare puro, vivente, capace di sostenere se stesso nella conoscenza e nell’indagine spirituale.

Con la “spiritualizzazione del pensiero” abbiamo a che fare con qualcosa di nuovo.

Non si tratta semplicemente di contrapporre un nuovo pensiero a quello vecchio, bensì di scoprire un pensiero capace di far risorgere il mondo dalla pesantezza terrena.

L’uomo deve portare a coscienza il fatto che qualunque percezione gli stia dinnanzi deve trasformarsi in pensiero per poter essere colta dal pensare.

Il percorso del pensare, partito dal dono di Prometeo, nell’essere umano ha continuato la sua metamorfosi in una evoluzione spirituale continua.

Rudolf Steiner ci dice che con l’avvento dell’epoca di Michele (1879) inizia la possibilità del “pensare del cuore” o pensare secondo Michele.

I cuori iniziano ad avere pensieri!

Che cos’è il pensare del cuore?

La relazione tra la mente e il cuore dell’uomo è un mistero delicato e la difficoltà a comprenderla è estrema. Normalmente si dice che con il cuore sentiamo una gioia o un dolore, cuore e sentimento li sentiamo molto imparentati tra loro, ora però si tratta di un sentire affinato che diviene organo di percezione di un pensiero più vivo, più forte, di un pensiero compenetrato di volontà.

Si potrebbe dire che si tratta di un sentire che pensa e di un pensiero che sente e credo che questa esperienza, per chi sta facendo un percorso spirituale, sia più comune di quanto si immagini.

Dalle molte caratterizzazioni del pensare micheliano, fatte dal dottor Steiner, si può iniziare a trovare anche in noi un inizio di questo pensiero nuovo.

In fondo, per entrare veramente nell’Antroposofia ( non solo in maniera intellettuale) c’è bisogno che il pensare venga sostenuto da un sentire divenuto più vasto, impersonale: un organo di percezione capace di “sentire” in sé la risonanza della verità.

Per il nuovo rapporto che viene così a costituirsi con Michele, il Principe del pensare del cuore, R.Steiner, in una delle sue conferenze, utilizza una meravigliosa immagine.

Nello sforzo di raggiungere questo pensiero fortificato dalla volontà e sostenuto da un sentire nuovo, gli uomini possono chiedere aiuto a Michael e allora…..”è come se allungassero le mani spirituali a Michele, dal basso verso l’alto per afferrare le mani tese di Michele dall’alto in basso. Infatti così può essere creato il ponte tra gli uomini e gli dei”. (O.O. 219, 17.12.1922).

 

 

 

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