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Dopo il temporale estivo improvviso appare un arcobaleno.
Nel breve tempo che dura è, o almeno sembra essere, uno smisurato arco di vari colori che occupa una posizione nello spazio fuori di me. Appare una creatura magica che si libra, in un precario equilibrio, tra la materia e la non materia.
Si appoggia lievemente sul fianco di una montagna, passa sopra la valle e finisce dall’altra parte su una macchia di pini scuri.
Mentre lo osservo tento di ricordare ciò che mi è stato insegnato a proposito degli arcobaleni e delle loro cause e tutto quello che mi viene in mente è che sono la combinazione dei raggi del sole con le goccioline di pioggia rimaste in sospensione dopo un temporale.
Prima che svanisca mi sorgono delle domande: “L’arcobaleno è realmente “ lì”? Sarebbe ugualmente “lì” indipendentemente dal fatto che io lo veda? Se io camminassi fino al punto in cui finisce, o sembra finire, esso certamente non sarebbe più “lì” ma si sposterebbe in base al mio spostamento. Allora in che relazione sto io con il fenomeno?
Seguendo il filo di questi pensieri e di altri ancora, arrivo a una conclusione non proprio usuale.
L’arcobaleno è la combinazione non di due, ma di tre elementi: dei raggi del sole, delle goccioline di pioggia e della mia visione. “Io che guardo il fenomeno” è un fattore da aggiungere non meno importante degli altri due.
Non sono solo uno spettatore passivo dello spettacolo, come la maggior parte delle persone crede, ma mi rendo conto che sono io, con la mia partecipazione attiva, che in un certo senso lo “creo”.
E’ il mio pensiero che illumina e dà vita alla percezione che altrimenti si ridurrebbe a delle goccioline di pioggia sospese nell’aria in combinazione con altri elementi.
La dea “Iride” non disegna più l’arcobaleno nel cielo come credevano, ad esempio, gli antichi greci, ma si è ritirata all’interno ed ora quel fenomeno lo completo io guardandolo in un modo nuovo, vivo, cosciente.
La sua curva, i suoi colori e la stessa luce procedono ora dai miei occhi, o meglio dal mio pensare “stimolato” dalla percezione. La piena realtà dell’arcobaleno dipende da me.
Mi risuona dentro una frase di Scaligero letta nel suo Trattato: “Il vero pensare è l’essenza che integra l’apparire e perciò di ogni fatto è il contenuto interiore che lo completa, togliendolo alla contingenza e all’esteriore grossolanità”.
Anche per i pittori impressionisti ciò era, in maniera più o meno cosciente, un’esperienza vera e propria. Essi dipingevano la natura nella luce che veniva effettivamente percepita dall’occhio, come nessun altro pittore aveva fatto prima di loro, nel tentativo di realizzare coscientemente l’attività della “figurazione” o “immaginazione” che, per la maggior parte degli esseri umani, avviene in maniera inconscia.
Non si trattava più di copiare o imitare la natura, essi esprimevano “se stessi” nella misura in cui coglievano l’importanza dell’Uomo posto di fronte alla natura e alla percezione in generale.
So che a intrattenere un tale rapporto con l’arcobaleno non è la mia piccola personalità temporale, ma l’evolversi dello spirito che nell’uomo determina dei cambiamenti in lui, e tra lui e il mondo cosiddetto “esterno”.
In questo rapporto diventa sempre più chiaro che il ruolo dei sensi e del pensare umano hanno un peso sempre più determinante nella “creazione” della realtà.
La relazione tra la creatura e il Creatore nel percorso evolutivo può e deve mutare, come muta il rapporto tra genitori e figli quando questi crescono, ma il mutamento sarà un cammino di avvicinamento al divino nella misura in cui l’uomo supererà, a poco a poco, le sue limitazioni e saprà rapportarsi alla natura in un modo nuovo, vivo: un modo “da sempre atteso” dalla natura.
Tornando all’arcobaleno è bello leggere le parole dell’autore dell’Ecclesiastico:
Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto,
è bellissimo nel suo splendore.
Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
l’hanno teso le mani dell’Altissimo.
Forse faccio riecheggiare in me queste parole con meno calore quando penso che Egli sta creando l’arcobaleno anche attraverso i miei occhi e il mio pensare vivente?
….sembra proprio che qualcuno abbia fotografato il “mio” arcobaleno e che poi qualche altro l’abbia postato.
Un grazie di cuore a chi l’ha scelto e postato!
😳 Prego! E’ un piacere illustrare i tuoi bei post!