L'IMPULSO DI MICHELE e il Mistero del Golgotha

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Nelle ultime due conferenze da me tenute durante l’ultimo soggiorno qui tra voi, ho potuto parlarvi di alcuni aspetti della vita fra una morte e una nuova nascita. Avevamo sottolineato l’importanza e il significato del conoscere la vita fra la morte e una nuova nascita, perché le Forze e le Entità con le quali l’uomo viene allora in contatto intervengono anche nella vita che intercorre fra la nascita e la morte.

Oggi parleremo di molte cose che varranno a mettere in rilievo la grande missione della concezione antroposofica sullo sfondo di tutto il carattere della nostra epoca di cultura. Ho rilevato, anche diffusamente, il fatto che noi ci troviamo in un periodo assai importante dell’evoluzione umana sulla Terra, e che se, considerando affrettatamente tale evoluzione, si è spesso caratterizzata ogni sua epoca come un’epoca di transizione, la nostra deve però venir descritta, piú che come un’epoca di transizione, come un’epoca di importanza massima per tutta l’evoluzione dell’umanità.

Il primo punto di vista che oggi vorrei proporvi è quello dell’Antroposofia, della quale sappiamo che per necessità dell’evoluzione terrestre deve oggi inserirsi nella cultura umana. L’Antroposofia, sebbene le sue verità possano venir investigate solo dall’anima dell’Iniziato, a questo preparata, può nonostante ciò venir compresa da ognuno, che solo le porti incontro una sufficiente spregiudicatezza.

Qui può subito venir sollevata l’obiezione: ma esistono ben pochi uomini dotati di una coscienza tale, da poter ritenere come verità quel che l’Antroposofia offre. La maggioranza degli uomini considera quanto proviene da questa indagine, dalla Scienza dello Spirito, come fantasticheria e sogno, se non addirittura come uno dei prodotti delle “sette sètte di perdizione”…

Cosa sta veramente alla base di tutto questo? Si può davvero sostenere, di fronte alla massa di coloro che ancora oggi asseriscono di non poter comprendere l’Antroposofia, e che essa si mostra un semplice fantasticare, si può davvero sostenere che simili verità, comprese da cosí rare persone, possano divenire conoscibili a menti umane spregiudicate?

Ieri, nella mia conferenza pubblica, ho illustrato i mezzi con i quali si può giungere a conoscenze sovrasensibili: liberando cioè determinate forze dell’anima dallo loro connessione con il corpo, ed anche di come le dette forze del pensiero, del linguaggio e della volontà possano divenire libere, emanciparsi dalla corporeità, per operare puramente nell’animico, nell’animico-spirituale, divenendo quelle tali forze che, sviluppate attraverso la meditazione, la concentrazione e la contemplazione, penetrano nei mondi sovrasensibili. Tutte le forze che ci rendono idonei a penetrare nei mondi sovrasensibili, provengono dal fatto che l’uomo riesca a svincolare la propria anima da tutto ciò che lo lega normalmente al corpo. Dunque, nelle forze conoscitive a mezzo di cui si investigano i mondi sovrasensibili, si ha a che fare con forze libere dal corpo.

Sennonché anche nella vita quotidiana v’è una forza animica che, in certo modo, ha già in sé quella condizione cui per le altre forze animiche si aspira, per procedere nell’indagine spirituale, ed è la forza del pensiero, quale si estrinseca nel comune, sano e spregiudicato intelletto umano. Voglio dire che questa ordinaria forza del pensiero, anche senza venire sviluppata oltre, sotto certe premesse, può presentarsi già da sé come qualcosa di liberato dal corpo.

Le cose a questo riguardo stanno cosí: questo pensare che ogni anima odierna può avere in sé come forza, ha in certo modo due facce: è una testa di Giano. Dipende dal cervello, se porta alla coscienza come pensiero, soltanto ciò che si specchia nel cervello stesso, nel sistema nervoso; in questo caso il pensiero è piuttosto passivo e tale da volersi servire del cervello come suo strumento. Oppure, anche senza meditazioni per interiore sforzo e richiamo, per il solo fatto di divenire cosciente di sé, nel suo vero essere, di strapparsi all’appoggio del cervello, esso può liberarsi: allora è invece un pensare attivo.

Sono entrambi due lati del sano pensare ordinario, quale ogni anima può oggi esercitare. Il pensare è dunque proprio ad ogni anima, ma può venir usato in due modi diversi. L’uomo può crearlo in sé, coniando in sé il pensiero: allora è pensiero nella sua attività, in grado di accogliere pienamente tutte le affermazioni, anche le piú apparentemente ardite, della Scienza dello Spirito. Se invece il pensiero non vuole rafforzarsi, afferrando se stesso nella sua attività, allora è costretto ad appoggiarsi allo strumento del pensiero, cioè al cervello, e produce in generale solo quei pensieri, che possono venir afferrati a mezzo di quello strumento. Allora l’uomo non pensa attivamente ma passivamente.

Piú di qualunque altra distinzione, è giusta quella (ma per l’avvenire, non per l’immediato presente) fra pensatori attivi e pensatori passivi. Coloro che rafforzano in sé questo pensare indipendente, interiormente libero, che sanno pensare attivamente, già dallo stesso impulso di questo pensare vengono portati all’indagine scientifico-spirituale. Coloro invece che non vogliono pensare attivamente, ma solo in dipendenza dal cervello, quelli si diranno che l’indagine antroposofica è fantasticheria, perché non hanno idea di ciò che può venir afferrato nel pensiero libero, e vogliono rimanere dediti allo strumento. Si può dunque dire che non vogliono pensare essi stessi, ma lasciare che altri pensino in loro e per loro. Proprio da questo punto di vista l’essere seguace della concezione antroposofica del mondo, e in genere il modo di comportarsi di fronte ad essa, è in ultima analisi questione di alacrità, di energia interiore, oppure, all’opposto, di pigrizia, inerzia, comodità interiore. Il pensare che vuole essere energico ed alacre comprende i risultati della Scienza dello Spirito; invece il pensare che vuole servirsi di grucce, di uno strumento, che vuole portarsi a coscienza i pensieri solo nel riflesso del cervello, è inerte, esige che si pensi in lui, e per comodità respinge l’indagine antroposofica. Tutte le filosofie, le scribacchiature che girano per il mondo, dandosi aria di scienza e spiritualità, sentenziando che non è possibile comprendere quanto viene detto dalla Scienza antroposofica, hanno la loro base in una, a tutta prima inconscia ma profonda, pigrizia del pensiero, che non vuole divenire attivo ma restare passivo. Certo, l’essere seguaci della concezione antroposofica del mondo è tutt’altro che comodo!

In sostanza, questa è la verità riguardo a tali fatti. E se capitate in certe adunanze che oggi non si chiamano nemmeno materialistiche, ma forse monistiche, e che si sfogano contro “le fantasticherie” della Scienza dello Spirito, noterete che la ragione di questi sfoghi non sta certo in ciò che in queste adunanze si professa, ma nell’incapacità di quelle persone a raggiungere un pensiero attivo; ed inoltre, nella presunzione di erigere la comodità del pensare passivo (precisamente da parte di coloro che sono incapaci di sforzarsi al pensare attivo), a principio supremo dell’indagine umana.

Orbene, a volte l’inerzia nell’adoperare la facoltà dell’anima porta a fatti che si possono osservare spesso anche nella vita quotidiana. Chi volendo ascoltare un discorso pubblico è troppo inerte per seguirne lo svolgimento, a poco a poco si addormenta, e dormendo perde ciò che era sua intenzione (e forse anche non era sua intenzione) di apprendere. Si avrà allora a che fare con un “perdere, dormendo, l’occasione di accogliere un necessario impulso d’evoluzione”, nel caso di coloro che, sia al presente sia nel prossimo avvenire, non sanno e non sapranno riscuotersi a pensare attivamente. Cose di somma importanza si perderanno, sonnecchiando. Infatti, sebbene tali persone non ne vogliano sapere, dietro a ciò che si svolge nel nostro mondo sensibile giacciono le Forze essenziali sovrasensibili, ed anche i processi sovrasensibili.

E questi processi sovrasensibili si svolgeranno ugualmente, anche se una parte dell’umanità vorrà passarvi sopra dormendo. Nell’epoca attuale abbiamo a che fare con un importantissimo evento. E poiché tutti gli eventi sensibili sono estrinsecazioni esteriori di processi sovrasensibili, se perforiamo il tessuto dei fatti sensibili nell’evoluzione dell’epoca nostra, giungiamo, dietro a quel tessuto, ai fatti sovrasensibili. Per caratterizzare i quali, importantissimi in questo momento, vogliamo ricordare che tutta la vita universale riposa sopra un’evoluzione in continuo crescere.

Seguendo la via evolutiva dell’uomo, lo troviamo, secondo la sua prima disposizione, nell’epoca dell’antico Saturno; piú tardi lo troviamo compenetrato di un nuovo elemento, nell’antica epoca solare; ancora piú evoluto nell’antica epoca lunare; dotato del quarto elemento, l’Io, nell’epoca terrestre. E sappiamo che durante l’epoca di Giove le sue facoltà animiche assumeranno una configurazione tale, che egli si potrà paragonare agli Esseri della Gerarchia degli Angeli.

Orbene, come l’uomo nella sua evoluzione avanza e ascende, cosí anche le Entità delle singole Gerarchie progrediscono da gradi inferiori a gradi superiori. Non la sola Gerarchia umana si evolve in continua ascesa, ma anche le Gerarchie che sono piú in alto dell’uomo.

Prendiamo ad esempio quella di due gradi superiore all’uomo, la Gerarchia degli Arcangeli. Già ieri vi ho fatto notare come oggi molti intelligenti non trovino nulla da ridire se si parla di Spirito in senso generico; ma grande offesa reca all’uomo contemporaneo che si entri a parlare di classi, ordini, individui, com’è invece piú che lecito fare nelle scienze naturali, per le piante, gli animali ed altri regni. Eppure questo è necessario, se vogliamo avere a che fare, in via concreta, con il Mondo spirituale.

Se prendete in mano il ciclo di conferenze da me tenute a Cristiania [attuale Oslo] sull’evoluzione dei popoli, La missione delle singole Anime di Popolo in relazione alla mitologia germaniconordica [O.O. N° 121],  vedrete come lo sviluppo dei popoli, delle stirpi, sia connesso con la Gerarchia degli Arcangeli. Invece, il susseguirsi delle epoche sottostà alla direzione delle Arcai, o Forze primordiali, o Spiriti della Personalità. Ora, se prendiamo le Entità piú importanti della schiera degli Arcangeli, troviamo nomi che ci capitano sott’occhio anche altrove, e che possiamo utilizzare come qualunque altro: Raffaele, Gabriele, Michele ecc.

Possiamo quindi denominare queste Entità, perché il nome non è affatto la cosa essenziale; noi lidenominiamo come si fa per le altre cose. Il distinguerli ha una certa importanza per i fatti che si svolgono nel sovrasensibile: dall’evoluzione sovrasensibile dipende la nostra evoluzione nel sensibile.

Possiamo benissimo distinguere scientificamente tra loro le singole Entità della Gerarchia degli Arcangeli. E distinguerli non con un astratto catalogo di nomi, ma ravvisando nei principali impulsi delle civiltà che si sono svolte esteriormente nel mondo fisico in una data zona terrestre (ad esempio nei pri mi secoli cristiani, prima dell’attuale direzione del mondo), il dominio di determinate Entità, diverse da quelle che dominarono i principali impulsi di civiltà che hanno diretto i popoli nei secoli XII e XIII, e ancora diversi da quelli che dirigono l’attuale epoca di evoluzione. Atteniamoci anzitutto a ciò che è importante per la nostra epoca di civiltà. Qui dobbiamo distinguere nettamente il carattere dell’epoca iniziata nel secolo XV e XVI, contrassegnato in particolare dal fiorire delle scienze naturali moderne, e dal loro raggiungere l’altezza, mai abbastanza ammirata, che si dispiega in tutto il suo splendore nel secolo XIX.

Se fissiamo lo sguardo su questi secoli di lavoro scientifico dell’umanità intera, dobbiamo dire che esso è stato condotto da certi popoli, che furono guidati dal Mondo sovrasensibile da una ben determinata Entità della Gerarchia degli Arcangeli. Questa si distingue nettamente da quella che (sempre nel sovrasensibile) dirige ora l’appena iniziata epoca di civiltà spirituale. Se si vogliono dare a tali Entità dirigenti della Gerarchia degli Arcangeli nomi divenuti familiari in Occidente, si può dire: dall’epoca del Cristo in poi, diverse Entità assunsero la direzione della progrediente civiltà. Senza voler battere troppo sui nomi, denomineremo tuttavia una serie di Entità della Gerarchia arcangelica, come si denominano le persone che prendono parte agli eventi che si svolgono sul piano fisico. Una serie dunque di Entità della Gerarchia degli Arcangeli ha dominato dall’alto la progrediente civiltà: Orifiele, Anaele, Zacariele, Raffaele, Samaele, Gabriele e Michele.

Gabriele ha diretto l’epoca di cultura terminata per il Mondo spirituale con l’ultimo terzo del secolo XIX.

Perché effettivamente con l’ultimo terzo del secolo XIX comincia un’epoca, e ciò si paleserà sempre piú, nella quale fluiscono dal Mondo sovrasensibile in quello sensibile influssi e impulsi del tutto diversi dai precedenti. Mentre nell’epoca trascorsa le anime umane erano legate a ciò che i sensi percepiscono e che l’intelletto comprende, gli uomini dell’epoca futura che non vorranno dormire di fronte all’evoluzione, dovranno osservare come una sempre una maggiore saggezza e una maggiore conoscenza sovrasensibile penetreranno dai Mondi sovrasensibili nell’evoluzione sensibile della Terra. Parlando un po’ superficialmente, si potrebbe caratterizzare il fatto in questo modo: nell’evoluzione trascorsa le Entità sovrasensibili dovevano dirigere verso il corpo fisico-sensibile le Forze fluenti dal Mondo sovrasensibile. Le Gerarchie dovevano badare a che le Forze non fluissero dentro le anime. Ma d’ora in avanti le Forze sovrasensibili verranno dal sovrasensibile dirette e condotte in modo che il piú possibile ne penetri nell’anima umana, affinché questa possa venir afferrata dalla conoscenza di Immaginazioni, Ispirazioni ed Intuizioni. Per quanto ebbe in precedenza di sapere ispirato e di conoscenza spirituale l’epoca trascorsa, altrettanto colmi d’essenza ispirata ed intuitiva saranno gli impulsi veramente vivi della cultura nell’epoca veniente.

Cinquant’anni fa sarebbe stato impossibile dire agli uomini ciò che, a causa del necessario svolgersi dell’evoluzione, è possibile dire oggi a voi, perché allora non si potevano ricevere direttamente dai Mondi spirituali queste cose. Solo adesso le porte sono state aperte. E come le epoche trascorse furono favorevoli all’evoluzione dell’intelletto, cosí l’epoca ventura sarà in massimo grado favorevole allo sviluppo dell’Ispirazione e dell’Intuizione.

Due epoche si urtano, prossime a noi: l’una interamente aliena da ogni Ispirazione, l’altra, benché Forze possenti combatteranno con tutti i mezzi contro l’Ispirazione, dominerà però la possibilità di accogliere l’Ispirazione per farne la nota caratteristica dell’anima umana.

E se spingiamo oltre il nostro sguardo in tutto questo, scopriremo che le Forze sovrasensibili, che nelle epoche trascorse non penetrarono direttamente entro le anime, non sono però affatto rimaste inoperose. Anche se la fisiologia esteriore non è in grado di constatarlo, resta pur vero che nell’epoca di Gabriele si lavorò dal Mondo sovrasensibile entro quello sensibile. Lavoro che è stato fatto sul corpo fisico dell’uomo, producendovi, entro il cervello anteriore, fini strutture che a poco a poco penetrarono nel sistema riproduttivo, per la qual cosa gli uomini, in massima parte, nascono con un cervello che nel lato anteriore presenta strutture diverse assai piú fini di quelle che avevano i cervelli nei secoli XII e XIII.

Il compito dell’epoca durante la quale gli uomini dirigevano i sensi verso il mondo fisico-sensibile, restando chiusi al mondo dell’Ispirazione, consistette nel fatto che gli impulsi del Mondo sovrasensibile si riversarono nella corporeità e formarono nel cervello quella fine struttura. E sempre maggiormente tale struttura sarà propria di coloro che si sentiranno idonei a progredire nel Pensare Attivo e nella comprensione della Scienza dello Spirito. Cosí nella nostra epoca, di cui ci troviamo ora all’inizio, le Forze sovrasensibili non verranno impiegate a formare strutture di cervello, ma a fluire direttamente nelle anime e ad operarvi attraverso Immaginazioni e Ispirazioni. Questo comporta la reggenza di Michele. Due Entità si distinguono dunque nella Gerarchia degli Angeli: quella che guidando l’uomo nell’epoca precedente la nostra ha lavorato alla costruzione del cervello, e l’altra che lavora attualmente a preparare nell’uomo la ricettività animica per la saggezza spirituale. Vengono cosí segnati i limiti che separano l’una dall’altra le Entità appartenenti alla Gerarchia degli Arcangeli. Ho cercato, alla luce di questi due esempi, di mostrarvi le qualità concrete e caratteristiche di tali Entità. Non vogliamo contentarci di nomi. Come nulla si sa di un uomo quando sappiamo che egli si chiama Caio, cosí ben poco sapremo di Gabriele conoscendone soltanto il nome. Noi sappiamo qualcosa di un uomo quando possiamo dire: egli è compassionevole, ha compiuto questo o quello. Allo stesso modo, quando di una Entità sovrasensibile possiamo dire che fa fluire nel corpo fisico umano le forze atte ad introdurre certe strutture negli organi umani di riproduzione, e di un’altra che essa ha parte nel suscitare interesse per la verità intuitiva, noi ne conosciamo qualcosa.

Michele opera non tanto per lo scienziato dello Spirito, per l’Iniziato medesimo, quanto per coloro che vogliono comprendere la Scienza dello Spirito e progredire verso il Pensiero Attivo, e quanto piú opererà, tanto piú queste forze andranno nei prossimi secoli intensificandosi nell’umanità.

Questo trapasso è importante anche per un altro riguardo. In seguito a ciò che è accaduto, va sempre piú formandosi una umanità che, grazie al suo organismo, sarà in grado di guardare indietro alle precedenti incarnazioni.

L’umanità deve porsi in tali condizioni. Non è certo possibile ricordarsi di una cosa alla quale non si è mai pensato. Se la sera ci togliamo i polsini è non vi abbiamo pensato. Se invece abbiamo fatto attenzione a dove sono stati messi, il posto si imprimerà nella mente e la mattina seguente vi andremo difilato e li ritroveremo.

Come questo vale per la vita quotidiana, cosí vale per l’ampia cerchia delle diverse vite terrene. Prima di tutto dovremo ricordare l’essere intimo dell’anima, quello che veramente passa nell’essere dell’anima.

A tale scopo bisogna prima aver afferrato la vita dell’anima. E ciò lo potremo solo attraverso la disciplina occulta. Se nell’incarnazione precedente non ci si è dati la pena di afferrare con il pensiero l’essere animico, non potremo neppure riandarvi con la memoria: gli uomini saranno allora organizzati per ricordare, ma da principio sentiranno questa loro organizzazione come una malattia, una nervosità terribile. Poiché saranno organizzati in modo da poter ricordare il passato, ma nulla avranno da ricordare. E quando l’uomo ha impressioni che non può portare a coscienza, organi che non può adoperare, si ammala.

Si va quindi incontro al fatto che l’umanità sarà organizzata a ricordare, ma ricorderanno solo quelli che avranno di che ricordarsi: quelli che, per mezzo della disciplina occulta, avranno riconosciuto l’essere umano-animico nella sua peculiarità di membro del Mondo spirituale. In ogni vita successiva a quella in cui s’è riconosciuta l’anima quale essere spirituale, verrà il ricordo delle precedenti vite terrene.

Ci troviamo dunque a un punto di svolta importantissimo. Comprendere la Scienza dello Spirito in fondo non vuol dire altro che sentire e intendere questo punto di svolta che è l’opera nostra. Orbene, non tutte le Entità appartenenti alla Gerarchia degli Arcangeli sono di uguale natura. Si può dire, parlando degli Arcangeli, che essi si danno il cambio, come ho descritto. Ma il sommo nel rango, il supremo, è quello che comincia a regnare nell’epoca nostra: Michele. Egli appartiene alla schiera degli Arcangeli, ma è, in certo modo, il piú avanzato. Sappiamo che vi è evoluzione e che l’evoluzione comprende tutti gli esseri. Gli esseri si trovano in evoluzione ascendente e noi viviamo nel tempo in cui Michele, il supremo degli Arcangeli, progredisce alla natura di Arcai.

Gradualmente egli, passando alla condizione di Entità dirigente, diventa Spirito del Tempo, Entità guida per l’umanità intera. Questo è l’importante, l’immensamente significativo dell’epoca nostra: comprendere che ciò che prima in nessuna delle epoche precedenti esisteva ancora per l’umanità intera, ora può esistere e diventare un bene per tutta l’umanità. L’approfondimento spirituale che finora è apparso solo in popoli singoli, ora diventa proprio dell’umanità intera. E se accenniamo a ciò cha avviene dietro al mondo dei sensi, possiamo pure accennare a ciò che nel mondo dei sensi si svolge come riflesso di quanto abbiamo appena descritto, e cioè che dietro al mondo sensibile avviene, diremo, un avanzamento di quell’Arcangelo.

Finora l’uomo ha potuto essere una personalità. In avvenire egli sarà ancora una personalità, ma in modo diverso da quello in cui ha potuto esserlo nell’epoca nostra. L’uomo ha sempre partecipato ai Mondi sovrasensibili con la sua vita animica, o almeno avrebbe sempre potuto farlo; ma la nota personale, il colorito personale che l’uomo esplicava in questo mondo sensibile, non veniva dall’alto, bensí dal basso: veniva da Lucifero. Lucifero era quello che formava la personalità. Perciò si poteva dire che l’uomo non poteva penetrare con la sua personalità nel Mondo sovrasensibile, né portarla nel Mondo spirituale: questa doveva estinguersi, altrimenti avrebbe contaminato il Mondo spirituale.

In avvenire però l’uomo dovrà lasciar ispirare la sua personalità dall’alto, affinché possa accogliere ciò che fluisce da lassú. La personalità riceverà la sua nota da quanto egli sarà in grado di accogliere come conoscenze spirituali. La personalità diverrà qualcosa di totalmente diverso da prima. Prima l’uomo era una personalità in virtú di ciò che lo alienava dallo Spirito e gli veniva imposto dal corpo; in avvenire dovrà esserlo invece in virtú del grado di possibilità di accogliere ed elaborare in sé quanto attinge dal Mondo spirituale.

In passato le personalità venivano determinate dal sangue e dal temperamento, ed in esse irradiavano elementi impersonali provenienti dal sovrasensibile, ma in avvenire ciò accadrà sempre meno e si sarà personali grazie al carattere acquisito in virtú della propria partecipazione al Mondo sovrasensibile. Sarà questo l’effetto dell’impulso di Michele che introdurrà nell’anima umana la comprensione per la vita spirituale. In avvenire gli uomini con un pronunciato carattere personale trarranno questo carattere da ciò che esprimeranno grazie alla loro comprensione dei Mondi spirituali.

Alessandro, Cesare, Napoleone e gli uomini di quel genere appartengono al passato. In essi l’elemento sovrasensibile penetrava in certo modo da fuori; essi derivavano l’alto colorito personale da ciò che avevano ricevuto dal basso. A queste personalità, quali Alessandro, Cesare, Napoleone, sono chiamate a succedere quelle che saranno personalità per il modo con cui porteranno il Mondo spirituale nel sensibile, che introdurranno nell’umanità la personalità partendo dall’anima.

In avvenire l’energia delle azioni umane risulterà dalla forza del contenuto spirituale che penetrerà in esse. Tutto ciò costituirà l’importante trapasso da un’epoca all’altra, e ciò che appunto caratterizza al massimo il trapasso significativo, è quello che si effettua dall’epoca di Gabriele all’epoca di Michele nel momento di transizione in cui viviamo.

Anche con il semplice sano intelletto l’uomo può acquistarsi la comprensione di quanto si è detto sin qui (se però è abbastanza privo di preconcetti), osservando l’epoca nostra e rilevando come in essa, ancora fino all’ultimo terzo del XIX secolo, si riscontrino due possibilità.

La prima di tali possibilità è quella di costruire una concezione del mondo, partendo dalle scienze naturali. Oggi è già fuori di moda, è qualcosa di antiquato, non piú consono al carattere dell’epoca. Gli uomini proseguono a farlo, perché ancora portano in sé ciò che proviene dall’antico. Ma per il carattere dell’epoca, sarebbe consono formare la concezione del mondo, partendo dalle ispirazioni del Mondo spirituale e dalla comprensione di esse. Questa seconda possibilità dobbiamo accogliere nell’anima nostra con sentimento, come sensazione. Allora impareremo a comprendere che cosa significhi per le singole anime la concezione antroposofica del mondo, impareremo a sentire che cosa è l’evoluzione per l’umanità. Ci è dato in tal modo di partecipare a fatti di un’importanza senza fine.

Ed ora vi rammento qualcosa che ho inserito nelle conferenze tenute qui di recente, nelle quali si trattava del mutamento avvenuto nella funzione del Buddha, e che è pure il punto con il quale nella conferenza prossima ci riallacceremo a questa.

Le considerazioni di oggi possono chiudersi con una domanda che può presentarsi ad ogni anima e che, dalle cose importanti oggi considerate, ci farà salire ad altre piú importanti ancora. Se per Michele c’è stato un avanzamento, se Egli è divenuto lo Spirito dirigente la civiltà occidentale, chi prenderà ora il suo posto?

Questo posto dovrà pur venire occupato. Ognuno deve dirsi: avrà dunque anche un Angelo sperimentato un avanzamento, un’ascesa, ed essere progredito a rango di Arcangelo? E chi è quell’Angelo?

Con tale domanda voglio chiudere, per passare, nella prossima conferenza, a considerazioni ancora piú significative.

Oggi ho voluto porre dinanzi all’anima vostra il carattere importante del trapasso: il fatto che le anime in grado di raccogliere tutte le proprie energie, possono acquistare comprensione per la verità ispirata. Poiché tale è la volontà delle Potenze Universali dirigenti l’evoluzione umana, che stanno dietro l’umanità. Nel mondo dei sensi ciò si rispecchia nel fatto che la personalità assume un altro carattere. Mentre nell’epoca passata ciò che coloriva la personalità era il sangue, il temperamento, in avvenire essa riceverà il colore dall’elemento della comprensione spirituale. Questo elemento darà il tono.

È importantissimo comprendere ciò, ma ancor piú importante realizzarlo. Prenderemo da qui le mosse per poi passare ad una considerazione assai significativa, atta a penetrare nelle singole anime nostre.

Rudolf Steiner

( per gentile concessione: www.larchetipo.com/2012/set12/gerarchie.pdf )

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