(Nota introduttiva. Questa conferenza, venuta in possesso di un nostro gentile e affezionato lettore, porta qualche refuso nel dattiloscritto, refusi che noi, nella trascrizione abbiamo voluto correggere in minima parte, quelli più ovvii, però lasciamo il resto com’è, perchè prendere appunti durante un conferenza apporta sempre qualche rinuncia alla scorrevolezza del testo, e vogliamo rispettarne l’originalità. Ringraziamo di cuore dunque il sig. Giovanni Fravili che ha desiderato condividere il documento con i lettori di Ecoantroposophia.)
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Gli Elohim sono Spiriti della Forma. Occupano il terzo posto nella seconda Gerarchia formata dagli Spiriti della Saggezza, del Movimento, della Forma. Sono gli Elohim che dall’antico Sole portano abbasso l’impulso, come mostrai ieri sera, e danno perciò alla terza Gerarchia l’ispirazione a formare sul modello degli archetipi. Ecco perché, durante l’epoca dell’antica Luna formano tra loro una collaborazione basata sulla loro comprensione della vita nell’antico Sole (etere). È dunque una collaborazione che vuol mantenere per tutta l’ epoca lunare, questa integrità dell’impulso etere, come l’hanno preso dal Cristo sull’ antico Sole. Questa integrità di vita sull’antico Sole è sintetizzata nel numero sette, ed il Dottore ci dice che il numero degli Elohim è sette.
Bisogna ricordare che questi spiriti della Forma sono individualità di cui ciascuna ha il suo particolar modo di ricevere l’impulso Cristo, non sono uguali, ma sono in armonia nel modo di seguire il piano divino del Cristo e di sorvegliare la vivificazione della vita nell’etere astrale. Si può dire rappresentano una unità intera in quanto a volontà e vita ma non nel modo di attuarle. Sull’antica Luna si è formata l’ astralità e qui l’ attività degli Elohim si sarebbe formata se l’umanità non avesse dovuto passare sulla terra a quel nuovo impulso per il quale doveva esse individualizzata.
Quando giunge quest’epoca una differenziazione comincia a manifestarsi. Gli Elohim ricevono l’impulso a dotare l’umanità dell’ Io (Io non la manifestazione dell’ Io). Come lo faranno? Essi appartengono alla seconda Gerarchia, si dovrebbe immaginare logicamente che l’Io che esse danno all’umanità corrisponda alla qualità solare a cui essi appartengono. Sarebbe un Io che apparterrebbe al Cristo nella sua qualità di Figlio sul Sole. Ma non è così. Gli Elohim non si regolano sul fatto che appartengono al Sole, ma sul fatto che questa umanità che dovrà essere individualizzata riceve l’ Io sotto l’impulso di Lucifero, già preparato astrattamente dalla terza Gerarchia; Cristo nella sua qualità di Spirito Santo.
È l’impulso di Cristo sull’antica Luna, non sull’ antico Sole. Si arriva così a un concetto dell’ Io che sarebbe l’ Io dell’ umanità dello Spirito Santo o in corrispondenza all’impulso del Cristo entro la terza Gerarchia. Questo Io dell’ umanità si appoggerà sugli Angeli, Arcangeli e Arcai fin ché sarà in sviluppo nell’ umanità e nell’ uomo; più tardi sarà non ristretto a queste ma in contatto con queste. Tale questione entra nella nostra considerazione. Possiamo andare più oltre. Queste questioni verranno con quelle di Caino e Abele, col dramma di Steffen.
Una leggenda dice che Adamo prima di essere il marito di Eva aveva avuto un’ altra moglie, Lilith, l’aspetto femminile di Lucifero. Un’ altra leggenda dice che Eva prima di Adamo ebbe un’ altro marito: il primo Eloha. Riuniamo queste due cose e comprenderemo meglio. Eva è la questione interessante. Adamo prima di essere con lei, ha un’ esperienza di ciò che è femminile per mezzo di Lucifero; riconosce di essere maschile, lo riconosce lucifericamente, cioè puramente e castamente. Eva deve riconoscere di essere femminile non per mezzo di Lucifero ma per mezzo del più alto degli Elohim. Riconosce di essere femminile attraverso la vita solare che è amore puro e saggezza; il risultato è un figlio che si chiama Caino, non figlio di Adamo ma del più alto degli Elohim. Tale figlio avrà in sé l’ eredità del padre e dovrà conoscere la vita nel suo aspetto solare coscientemente non attraverso il padre o la madre ma attraverso sé stesso, nel suo proprio Io. Il padre gli dà questa volontà. Poi si uniscono Adamo ed Eva. Allora Eva non può più rivolgersi al più alto degli Elohim, si entra nella corrente luciferica vera e si produce qualche cosa fra gli Elohim.
Siamo sulla Terra nella qualità solare. Gli Elohim discendono con l’ umanità, con l’ involuzione, ma uno, il primo, discende di più; dal Sole va sulla Luna: È Jahvè. L’ultimo rimane dov’è, è il più alto Elohim di cui non si sa il nome. I cinque rimangono normali; uno è anormale discendendo Jahvè, l’altro è anormale nel senso più alto. Abele nato da Adamo ed Eva, ha regolare sviluppo. Avrà direzione verso Jahvè sulla Luna. Ecco perché Jahvè opera nello Spirito Santo essendo di contrappeso a Lucifero. Abele non cede a Lucifero; molto meno vuol andare a conoscere la vita solare attraverso l’io terrestre, vuol conservare il connesso con Jahvè. Caino ignora Jahvè, non vuole un contrappeso con Lucifero che gli offre occasione di salire; fumo in alto (Abele), fumo lungo la terra (Caino), fumo del sacrificio ed egli commette il delitto, contro la vita per conoscere la vita, si associa con le forze che più tardi sotto Arimane saranno forze di morte; collera. Assassina Abele e così Adamo si mette in connessione e deve discendere verso Arimane; ecco perché la leggenda lo condanna ad andare nel centro della terra con Arimane e con gli Elohim. Jehova s’ è fatto lunare; il più alto Eloha si è fatto solare, gli altri cinque sono frammezzo.
Noi siamo partiti da una domanda: se possiamo stabilire un rapporto con il più alto che con la terza Gerarchia. Possiamo stabilire un rapporto col più alto Elohim che si porterà sul Sole. Sviluppo del Sé spirituale.
Come avviene la redenzione di Abele e Caino?
Abele in noi è Luciferico.
Abele e Caino non sono uomini nel nostro senso; il loro dramma non è terrestre ma astrale quindi è astrale tutto quello che da loro segue. Caino continua, Abele non ha avvenire. Ciò che Caino produce è lavoro della terra; arti e mestieri. Caino produce nell’ astrale per preparare l’uomo a ricevere Arimane sulla Terra. Senza l’azione di Caino non si può conoscere Arimane, né il Cristo risorto né l’ arimanicità della terra. Abele apre la strada per ritornare a Jehova.
In questa leggenda è compresa tutta la storia dell’umanità.
L’immagine si svolge in due dimensioni, ma non bisogna pensare che l’immagine sia piana. L’amore della vita nell’etere solare è una dimensione. Quando si ha l’immaginazione si ha l’impressione di avere la vita; perché la terza dimensione è l’amore.
Sulla Luna l’aspetto del Cristo è Spirito Santo. Il Signor Meebold immagina il padre e lo Spirito Santo come entità differenti. Il signor Mebold risponde che il Padre è un’entità per sé a cui non possiamo arrivare che attraverso il Figlio. L’Io dell’umanità, essendo di natura Spirito Santo si ha la tendenza a personificare. Le persone della Trinità sono l’ Io stesso. Quel concetto di Padre, Figlio, Spirito Santo si conserva sino al Mistero del Golgota. Dopo si deve realizzare il Cristo in sé, prima attraverso l’anima senziente (Graal), secondo attraverso l’Antroposofia (Figlio); terzo in un epoca futura attraverso l’anima cosciente. Questo ci da la base per la grazia.
Si domanda: perché la Genesi comincia – In principio erano gli Elohim –
Risp. Si tratta della creazione dell’uomo in rapporto agli Elohim. L’astralità si forma nell’antica Luna in dodici grandi gruppi che sarebbero le dodici parti del corpo fisico. In queste forme astrali gli Elohim fanno entrare l’ Io che unisce i dodici modelli e ne forma uno che è il corpo fisico dell’uomo.
Si chiede se i pensieri antroposofici sono ombre, ma se si vedono le ombre questo significa che c’è il Sole. Finché non si arriva all’immaginazione non c’è realizzazione. Questi pensieri pensati che sono una realtà in quanto ai pensieri nella coscienza della notte danno la spinta all’immaginazione e lo stesso avviene dopo la morte; ma non fanno la realizzazione. L’azione imprime degli impulsi nella terra. Il pensiero pensato aiuta gli esseri spirituali, ma non serve per la terra; se non è seguito dall’azione non ha influenza sulla Terra per quello che è la sua preparazione alla fase su esposta di evoluzione nel ciclo Giove. Ogni pensiero che noi avviamo è un’ evocazione alle Gerarchie; un pensiero egoistico evoca gli spiriti luciferici, un pensiero materialista evoca le potenze arimaniche, dipende dai pensieri e dai sentimenti che conducono all’azione.
Fare il bene per il bene, oppure, se guardando i miei vestiti penso al lavoro che li ha prodotti li guardo con rispetto sono già questi due modi che conducono a Giove. L’impulso del pensiero si svolge nel mondo astrale; per compiere l’azione dobbiamo adoperare il corpo fisico; la volontà.
Spesse volte le condizioni in cui siamo non ci permettono di dare le idee antroposofiche, ma se siamo come dobbiamo essere, e cioè la nostra moralità è nella linea evolutiva, produrremo l’effetto voluto. Fortunatamente gli esseri spirituali non sono severi; vale anche lo sforzo per poter pervenire a tanto anche se non si riesce. Occorre per questo la tecnica morale che un giovanetto non può avere; occorre mettere il discernimento al di sopra dei pensieri.