Un piccolo, cattivo intervento, che potrebbe interessare pochi lettori, se non fosse per la sintomaticità trattata.
La storia, davvero insignificante, è questa: premesso che su Facebook non mi ci troverò mai, qualche volta ho sfogliato la pagina di Sigwart, di Scienza dello Spirito e poche altre cose. Trovo una certa correttezza nelle suddette.
Sotto l’immancabile e suggestiva fotografia del Goetheanum, oltre a 48 assensi di piacere (in effetti la foto è buona) lessi questa breve nota che riporto. M.M. scrisse: “chi può osservare e cogliere la sua bellezza, trasforma la propria anima attraverso lo sguardo che magicamente plasma una realtà che altrimenti rimarrebbe nell’oscuro come nostalgia incompresa”.
Se si parte dal presupposto che il nostro popolo sia composto da poeti (e navigatori) e che la positività sia la disciplina dell’anima più facile del mondo, non potrei aggiungere altro!
Invece leggo anche righe meravigliate dell’ubicazione dell’Edificio (sì, è vicino a Basilea e lontano da Kuala Lumpur), nessuna perplessità circa la non-architettura della facciata posteriore, né sulla pessima collocazione museale delle poche cose rimaste (es: i medaglioni planetari), né qualcosa sullo sconcio (sì, lo sconcio!) dell’ubicazione dell’unico manufatto spiritualmente vivo, ossia della grande composizione lignea, posta con divina intelligenza e purezza d’animo in una buca, per non sottolineare il tradimento architettonico di buona parte del pianterreno – tedesco sì, antroposofico no, nemmeno formalmente – .
L’Edificio viene a risultare un vistoso guscio della cui grandezza e creatività artistica rimane solo ciò di quanto è stato riprodotto dal bozzetto e da alcune indicazioni del Dottore (nemmeno queste eseguite fedelmente).
Pare quasi che l’effimero superficiale sia lo strutturale duraturo: ecco l’antroposofia che piace: vaghe impressioni, generiche piacevolezze. Roba che nemmeno i primitivi…
Su quanto scrivo, i vecchi antroposofi ne sapevano molto e molte furono le furenti polemiche in tal senso…poi ci mettiamo una pietra sopra che fa comodo per chi rimane.
Naturalmente i “bollettini” riportarono sempre e solo gli entusiastici commenti, secondo il vizietto delle “democrazie popolari”.
Ancora oggi vecchi visitatori che vengono da molto lontano, dimenticano una vita di studio e disciplina (o forse proprio per questo) e scoppiano riprovevoli e vivaci alterchi.
Io ho assistito al tentativo di un anziano americano, ormai paonazzo, di strozzare (sì, avete letto bene) la guida all’edificio. Un caro amico svizzero mi ha confermato che le esplosioni di indignata delusione non sono rare.
Perché succede questo, moralisti spiritualeggiadri dei miei stivali?
Perché, ognuno al suo livello, percepisce la mancanza di ciò che dovrebbe esserci, oltre la splendida maschera della facciata.
Se poi uno ci va beato e contento e ritorna beato e contento, avrebbe potuto non andarci, risparmiando, nella sua beatitudine, fatica e denaro: beato era anche prima e può accontentarsi delle foto (suggestive) per essere contento.
Poi, se invece si è capaci di percepire qualcosa, si prolunghi l’itinerario e ci si rechi alla cattedrale di Chartes. Essa è posta su una collina, già sacra al tempo dei Druidi, su cui è possibile darsi una ripulita all’anima, facendo silenzio e contemplando.
Sono stato a Dornach una volta sola e spero di non tornarci mai più. Davanti alla citata buca ed al noto complesso ligneo un’anziana signora in deliquio vaneggiava in italiano su arte e spiritualità. Dopo qualche minuto sono dovuto uscire frettolosamente alla ricerca di una toilette, mentre la mia compagna in lacrime mi accusava di averla portata a visitare la sede di una setta di squilibrati…Purtroppo non sto scherzando!
Ho mentito col dire che sarei stato cattivo. Grazie Salibus e grazie alla tua compagna che, a mio parere, ha reagito da persona sana e senza i chilometri di bende che troppo spesso gli antroposofi si mettono sugli occhi.
Dico bende le rappresentazioni precostituite con cui compiono il “pellegrinaggio”. Ho taciuto e tacerò delle angoscianti impressioni…diciamo animiche e di altre cose ancora.
Così, tranchant: L’attuale edificio è il monumento sensibile al tradimento della Scienza dello Spirito. E’ naturale e conseguente che esso attiri poveri esseri incompleti.
Ciò vale almeno per me (e per molti altri).
Grazie Isidoro, ho letto il tuo articolo e la tua risposta alla mia compagna…
Di nulla, caro Salibus.
E’ solo una delle tante conferme che le persone a modo stanno fuori e non dentro…