SCIENZA DELLO SPIRITO E BUDDHISMO

 Buddha....

Da una lettera a *****

…non posso risponderti in maniera accademica, sia perché non ho letto l’Opera Omnia di Steiner sia perché molto di ciò che lessi un tempo s’è rincantucciato oltre i confini della coscienza, cosa che mi sta pure bene poiché ora leggo pochissimo e sempre gli stessi testi fondamentali: non per allargare ma per approfondire ciò che a me pare l’essenziale.

Perciò ignoro se il Dottore abbia sviluppato, oltre svariati cenni, uno specifico studio comparativo tra antroposofia e buddismo come invece ha fatto per alcuni contenuti esoterici espressi nelle lettere di S. Paolo e la Bavaghat Gita. Può darsi che Hugo de Paganis ne sappia qualcosa o molto su questo tema.

Se leggi quello che trovi sui Quaderni Esoterici, scopri che accanto ai 5+1 ci sono altri 4 in aggiunta, definiti come “Ulteriori regole dopo le condizioni generali” (nessuno li menziona mai. Perché? Forse è una domanda pleonastica. Probabilmente non fanno parte di quanto, ossessivamente, diventa per un certo tempo il “Tema Imprescindibile”).

Poi, subito dopo questi ultimi, con il titolo di “Per i giorni della settimana”, il Dottore indica otto processi (discipline dell’anima) che corrispondono all’ottuplice sentiero, però modificato secondo l’esigenza soprasensibile rispondente alla necessità del centro cardiaco nell’uomo contemporaneo.

Scrivendomi sei come un frutto caduto nel cesto. Il filo karmico di questa mia vita è stato passare, lottando con tutte le forze, da Oriente a Occidente, per raggiungere il Dottore. Se ciò non fosse avvenuto, ti risponderebbe un buddhista duro e puro.

A mio modo di vedere occorrerebbe lasciar perdere per ambedue le correnti spirituali tutte le inquadrature fisse e astratte che sono tipiche per il pensiero corrente.

Questo perché? Perché, come tutte le vere fonti dello Spirito, esse iniziano ad essere vere solo quando salgono dall’anima, confuse ma forti e vengono sentite e praticate.

Lo stesso vale, in paragone, per gli oggetti comuni: lasciati sul tavolo sono del tutto diversi e persino sembrano mancanti di relazione. Però quando si usano tutto cambia: nell’azione si coglie davvero la loro realtà e le relazioni tra essi che prima mancavano.

Così, nella lunga via della pratica è perfettamente possibile che il discepolo della Scienza dello Spirito ritrovi, come intima necessità dell’anima, coerenza con la sua propria tradizione interiore, bisogno di ricapitolare i punti fermi del suo passato, applicazioni pratiche che appartennero al nobile Sentiero indicato dal Buddha… anche senza conoscere (culturalmente) nulla del buddismo.

Il discepolo, approfondendo dall’interno il proprio sguardo osserva come ogni cosa o avvenimento sia interconnesso a tanti altri: egli, sino nelle azioni più ‘banali’ avverte che esse possono essere giuste e in armonia con il resto del mondo, oppure sbagliate cioè veicoli di danno e menzogna che si ripercuotono in tutto quanto lo circonda.

Secondo la suggestiva ipotesi chiamata butterfly effect, per causare un incidente spaventoso potrebbe bastare il battito d’ali di una farfalla. E un gesto umano? Il discepolo sul suo cammino scopre veramente una infinita responsabilità e inizia ad intuire come ogni azione umana è anche una responsabilità spirituale: ecco la “retta azione”, guidata dal “retto pensare”.

Il discepolo che non abbia gli occhi spenti osserva anche come tutto ciò che è nato, cresce, decade e infine muore. Dentro di lui e nel mondo. Egli non si ritira dal mondo ma abbandona l’illusione della durata (del resto esercizi come l’osservazione/meditazione sul nascere e perire suggerita dallo Steiner ha, per l’anima di chi la pratica, un senso assai profondo). Le impressioni ricevute in tale direzione, afferrano anche la personalità e quella parte del soggetto che ad essa si sente legato: e tutto ciò diviene transitorio, impermanente.

Poi il modo di esporre può essere veicolato dal metodo affermativo o per negazione come è stato tipico dell’Oriente: il risultato che prende vita nell’anima non è dissimile.

Caro amico: sono cifrari e momenti diversi di un’unica tradizione che non a caso chiamiamo perenne.

San Paolo dice che è ora di svezzarsi dal latte per bambini, Buddha non ha latte per bambini, non promette consolazioni in questa o un’altra vita ma indica come svegliarsi e vedere le cose secondo realtà.

Differenze? Ci sono.

Buddha dice che “ tutto viene dal cuore, nasce dal cuore, è creato dal cuore” e ha ragione.

Il Dottore osserva che “la via al cuore passa per la testa” e non filosofeggia ma indica una mutata struttura sottile dell’uomo che, per raggiungere una desta coincidenza con il proprio principio s’è concentrata nella testa.

Questa non è un’affermazione peregrina, basta l’auto-osservazione per sperimentare che è così. Per questo fatto, la Scienza Sacra oggi indica una operazione che oltre duemila anni fa non sarebbe stata comprensibile, possibile e nemmeno necessaria. Solo liberando il più-che-pensiero dalla testa è veritabilmente possibile giungere al cuore e connettersi con il Principio reale dell’uomo.

Buddha non sbaglia affatto nell’indicare tutte le cose come il non Sé, ma non è una affermazione, è una tecnica che prima ho chiamato “al negativo”, attuabile per qualcuno anche ai nostri giorni.

Chi è dotato di carattere critico e non ha ancora avvertito la capacità dell’antroposofia di sorreggersi per forza propria, può rimanere scandalizzato dalle comunicazioni del Dottore che riguardano l’individualità e l’opera che ora viene compiuta da chi un tempo assurse alla dignità di Buddha. Può pensare che sono cose inaccettabili… poi basta che il pensiero non si arresti e allora può fare un passo e chiedersi se proprio non sia del tutto insensata l’idea che un grandissimo essere non sia rimasto, per così dire, immobile nell’infinito.

Se poi Steiner parla di Marte, occorre ricordarsi che ciò che chiamiamo pianeta è il confine visibile di una immensa sfera. Il nostro mondo è all’interno di quella sfera. Quella sfera interagisce col nostro mondo: “Marte” agisce fin qui.

Potresti dirmi che questa è una visione tolemaica: è vero ma anche in questo caso, senza nulla togliere alla grandezza di Copernico, per la nostra realtà la prima funziona ancora.

Non diciamo che il sole ascende da Est e, alla fine del suo viaggio, scende e scompare a Ovest? Ciò per noi è vero tant’è che poi cala il buio e la notte: fondiamo la nostra vita (esattamente come papà Dante) su una visione del mondo che continua ad essere in armonia con Tolomeo.

Tornando a bomba, il Dottore ci comunica che le forze del Buddha sono presenti e attive.

Scaligero lo sottolinea più volte. Nel mio piccolissimo ne sono convinto. Le entità di Marte sono quelle più prossime, più apparentate all’attività interiore umana. Basta una minima modificazione della coscienza per poter comunicare con quelle entità.

Nei confronti del buddhismo le forze che fluiscono ai tempi nostri non hanno nulla a che vedere con l’antica dottrina e l’antica tecnica: sono piuttosto le forze dirette che un tempo si cercavano con la dottrina e le tecniche.

Esse si presentano nel discepolo, anche inaspettate, quando egli opera in profondità nella concentrazione e meditazione o in calma di pensiero: queste si aprono all’azione del Buddha, che solo l’attitudine materialista relega nel passato o in religioni formatesi sulle sue antiche parole: vesti che possiamo rispettare ma che Egli ha dismesso…

Nb: trattasi della (maggior) parte di una lettera da cui ho tolto alcune righe personali con il permesso del ricevente. Che naturalmente ringrazio per la disponibilità e la fiducia!

Un pensiero su “SCIENZA DELLO SPIRITO E BUDDHISMO

  1. isidoro grazie per questo tuo altro interessante post. “Forze dirette”…… e’ a queste forze che lo scienziato dello spirito si riferisce quando si inoltra in argometi “orientali”.
    D’altronde non e’ una unica Forza diretta quella che si dispiega dalla prima pagina all’ultima in Filosofia della Liberta’? L’uomo inizia un viaggio dalle origini, dai primordi e attraversa spazi e tempi per individuare e individuarsi.

    Ha scritto isidoro:
    “Perciò ignoro se il Dottore abbia sviluppato, oltre svariati cenni, uno specifico studio comparativo tra antroposofia e buddismo come invece ha fatto per alcuni contenuti esoterici espressi nelle lettere di S. Paolo e la Bavaghat Gita. Può darsi che Hugo de Paganis ne sappia qualcosa o molto su questo tema.”

    Attendo anche io notizie in merito da Hugo….. che magari un giorno, chissa’?
    scrivera’ qualcosa di importante……aiutato anche da queste parole incoraggianti e, ci auguriamo, profetiche:

    “… e un giorno un orientalista di valore, che sia della nostra banda, potrebbe fare persino una storia di ciò che nell’ India è la tradizione del Logos che assume diverse forme e che passa anche attraverso il Buddhismo, e perché il passaggio al Grande Veicolo è un fatto cristiano, e poi tutto quello che avviene di meraviglioso nell’India, e che ancora oggi esercita un fascino, è di carattere christico.” Massimo Scaligero, dalla conferenza del 4-4-1979.

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