🌳
Il mondo delle idee è la fonte originaria e il principio di tutto l’essere. In esso ci sono un’armonia infinita e una beata quiete.
L’essere non illuminato dalla luce di questo mondo sarebbe morto, inesistente, non prenderebbe parte alla vita dell’universo. Solo ciò che deriva la propria esistenza dall’idea ha significato nell’albero della creazione dell’universo.
L’idea è lo spirito chiaro in sé, equilibrato e che basta a se stesso. Il singolo deve avere dentro di sé lo spirito, altrimenti cade, come una foglia secca dal proprio albero, e la sua esistenza è stata inutile.
.
Ma l’uomo si sente e si riconosce come singolo quando si desta alla sua piena coscienza.
 ..Ma così facendo ha istillato la nostalgia dell’idea. Questa nostalgia lo spinge a superare la particolarità e a far rivivere dentro di sé lo spirito, ad uniformarsi allo spirito.
 ..L’uomo deve sbarazzarsi, liberarsi di tutto ciò che è egoistico, di tutto ciò che fa di lui questo particolare essere singolo, poiché è questo ad oscurare la luce dello spirito. Questo individuo egoista vuole solo ciò che deriva dalla sensualità , dall’istinto, dalla concupiscenza, dalla passione.
 ..Per questo l’uomo deve far morire in sé questa volontà egoistica e invece di volere ciò che vuole in quanto singolo individuo, deve volere ciò che lo spirito, l’idea, vuole dentro di lui.
.
«Lascia andare l’individualità e segui la voce dell’idea dentro di te, poiché essa sola è il divino.»
 .Rispetto all’universo, ciò che il singolo vuole non è che un punto inutile, destinato a svanire nel flusso del tempo; ciò che si vuole “nello spirito” è al centro, poiché in noi si riaccende la luce centrale dell’universo; una simile azione non è soggetta al tempo.
.
Quando si agisce da singoli ci si esclude dalla catena chiusa del creare universale, ci si separa da essa. Quando si agisce “nello spirito”, si vive nell’operare universale.
 ..Il fondamento della vita superiore è l’uccisione dell’egoismo, poiché chi uccide l’egoismo vive di un modo di essere eterno.
 .Siamo immortali nella misura in cui facciamo morire l’egoismo dentro di noi. L’egoità è la nostra parte mortale.
 –Questo è il vero significato del detto: «Chi non muore prima di morire va in rovina quando muore.» Vuol dire che chi non mette a tacere dentro di sĂ© l’egoismo quando è in vita, non potrĂ aver parte alla vita universale, che è immortale, non è mai esistito, non ha mai avuto una vera esistenza.
.
Ci sono quattro sfere di attività umana in cui l’uomo si dedica completamente allo spirito, uccidendo tutta la sua vita individuale: la conoscenza, l’arte, la religione e l’amorevole dedizione ad una persona in spirito.
.Chi non vive almeno in una di queste quattro sfere non vive affatto:
. – la conoscenza è la dedizione all’universo nei pensieri,
. – l ’arte nella contemplazione,
. – la religione nell’animo,
. – l ’amore con tutte le forze spirituali a qualcosa che ci appare come una pregevole ..essenza dell’universo.
.
La conoscenza è la forma più spirituale della dedizione disinteressata, l’amore è la più bella.
…L’amore infatti è una vera luce celeste nella vita quotidiana. L’amore devoto, veramente spirituale, nobilita il nostro essere fin nella sua piĂą intima fibra, elevando tutto ciò che vive in noi. Questo puro amore riverente trasforma tutta la vita animica in un’altra affine allo spirito universale.
…Amare in questo senso supremo, significa portare il soffio della vita divina laddove perlopiĂą si trovano solo l’egoismo piĂą esecrabile e la passione piĂą irriverente. Bisogna prima capire qualcosa della sacralitĂ dell’amore per poter parlare di devozione.
…Se l’uomo si è tolto dall’individualitĂ passando attraverso una delle quattro sfere ed è entrato nell vita divina dell’idea, allora ha raggiunto quello a cui ha sempre anelato: l’unione con lo spirito; e questo è il suo vero destino.
.
..Ma chi vive nello spirito vive da libero, poiché si è liberato di tutto ciò che è subordinato. Non c’è nulla che lo assoggetti se non ciò a cui si sottomette volentieri poiché l’ha riconosciuto come il bene supremo.
«Fa’ che la verità diventi vita; perdi te stesso per ritrovarti nello spirito universale.»
_______________________________________________
Ich Glaube, 1888, Das Goetheanum n 52 del 24 dic. 1944, traduzione di M. Fiorillo,
Credo. Poesie cosmiche. Tempi e feste dell’anno, in Opera Omnia, vol. XL, Editrice Antroposofica
__________________________________________________________