VERITÀ SU RUDOLF STEINER E MASSIMO SCALIGERO CONTRO LE MENZOGNE SU DI LORO E L’ANTROPOSOFIA. TERZA PARTE: L’AUTENTICO VOLTO DELLA SCUOLA ESOTERICA E DELLA “MYSTICA AETERNA”.

Marie St.

Prima di entrare nel vivo delle oltremodo discutibili affermazioni di Efesto/N.R. Ottaviano a proposito della pretesa “natura massonica”, da lui ripetutamente affermata, della Mystica Aeterna, nonché di una favoleggiata “segreta sopravvivenza” di questa, devo ulteriormente puntualizzare la questione dell’identità di “Arvo”, che scrisse vari articoli non solo nei fascicoli originari di UR-KRUR, tanto per intendersi, quelli degli anni venti dello scorso secolo, ma anche nelle successive edizioni, curate da Julius Evola, e da lui pubblicate prima nel 1955 presso i Fratelli Bocca, poi dal 1971 presso le romane Edizioni Mediterranee. Una gentile mano amica mi ha passato quanto, altrimenti a me inaccessibile, sul noto social forum N.R. Ottaviano ha scritto per contestare, deridendomi, l’identificazione da me ampiamente dimostrata di Arvo con lo stesso Julius Evola. Tra l’altro, lo fa citando un libro di Renato Del Ponte, prendendo il titolo della sua opera,  Evola e il magico “Gruppo di Ur”. Studi e documenti per servire alla storia di Ur-Krur, Borzano, Albinea, SeaR Edizioni, 1994, dal mio stesso articolo, e, copiando male, ha confuso nella sua citazione Borzano, amena e pacifica borgata nel comune di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, con l’altoatesina Bolzano, arrivando ad affermare a chi gli chiedeva, obbiettando sul social forum, perché Bolzano e non Borzano (come, in verità, doveva essere scritto), che «Bolzano era la città della sede della casa editrice». Chiunque può constatare in internet che ciò non corrisponde affatto a verità. Ma, come ho dimostrato ampiamente, Renato Del Ponte, del quale conosco la correttezza, si sbagliava. Ora, costui, il mio avversario, pensa di rispondere agli argomenti provati e documentati con insulti, ingiurie, calunnie, e denigrazioni, e persino con gratuite, non richieste, “diagnosi professionali”. Personalmente, la cosa mi diverte moltissimo, e s’egli pure a cotal giuoco altrettanto ci si diverte, che continui pure! Ma, costui mi scusi, io non scenderò sino a quell’infimo, e infame, suo basso livello, e mi limiterò – a parte l’usare una garbata e divertita ironia a proposito delle sue mirabolanti, ripetutamente ostentate “grandi hierophanie”, delle sue plurime “granmaestranze”, delle sue “incognite iniziatrici superiorità”, delle sue egizio-yohannite  “patriarcali ecclesiastico-gnostiche primazìe” – a portare argomenti e documentate prove alla mia disamina.

Arvo non può in alcun modo essere il duca Giovanni Colonna di Cesarò, figlio della baronessa Emmelina de’ Renzis, non solo per quanto risulta dall’analisi dello stile e dei contenuti degli scritti a firma Arvo nei fascicoli originari della rivista diretta da Julius Evola, e dalle coeve testimonianze di Mario Fille e Cesare Accomanni, amici di Evola, nonché da quanto riportato dallo studio premesso da Gianfranco de Turris, che non può certo essere accusato di non conoscere vita e opere di Julius Evola, all’edizione italiana di Zam Bothiva, Asia Mysteriosa, pubblicato dalle romane Edizioni Mediterranee, ma anche dal fatto che il nostro duca morì nel 1940, mentre nelle edizioni successive di Introduzione alla Magia, a cura del “Gruppo di Ur, Fratelli Bocca Editori, Roma, 1955, e Edizioni Mediterranee, Roma, 1971, compaiono, a firma Arvo, articoli nuovi rispetto all’edizione degli anni venti, che non possono essere scritti pubblicati postumi di Giovanni Colonna di Cesarò, perché, a parte sempre lo stile e i contenuti, lo escludono sia la natura chiaramente “evoliana” dei loro contenuti, sia la citazione di testi di vari autori, apparsi dopo la morte del duca.

Infatti, nel secondo volume delle due riedizioni evoliane postbelliche, troviamo Arvo, Vivificazione dei «segni» e delle «prese», ediz. del 1955, pp. 124-134, ediz. 1971, pp. 118-128, ove leggiamo:

«Questi [sc. Gustav Meyrink], del resto, nel suo romanzo «Der weisse Domenikaner» parla esattamente  dei «segni» e delle «prese» massoniche per rendere vivente il corpo, più o meno nei termini del Kerning», e aggiunge a piè di pagina, riferendosi al romanzo di Meyrink, Il domenicano bianco: «Tradotto anche in italiano, edizioni Bocca, Milano, 1944. È un libro che raccomando».

Ora, a parte il fatto che nel 1944, anno di pubblicazione del libro in questione, il duca Colonna di Cesarò era morto già da quattro anni, quindi era cronologicamente impossibile che potesse citare quel libro, apparso dopo la sua scomparsa, è ben noto come il traduttore di esso, e l’autore della nota citata, fosse proprio Julius Evola.

Ma vi è un altro articolo, sempre a firma Arvo, che per altrettanto evidenti motivi cronologici, oltre che per lo stile e i contenuti tipicamente evoliani e non antroposofici, è impossibile che sia stato scritto dal duca Colonna di Cesarò. Alle pp. 162-172, ediz. 1955, e pp.147-156, ediz. 1971, Arvo, L’etnologia e i “pericoli dell’anima”, che è una approfondita, molto interessante, recensione, che discute un’opera di Ernesto De Marino, Il mondo magico, Torino, Einaudi, pubblicata nel 1948, e che a fortiori non poteva certo esser nota al nostro duca, defunto già da ben otto anni.  

Tutto ciò dimostra, una volta di più, oltre che l’incompetenza esoterica (siamo sempre tra gli educati eufemismi…), anche tutta la profana ignoranza del nostro “mistagogico Hierophante”.  

***

Rudolf Steiner, negli ultimi due decenni dell’Ottocento, e nei primi decenni del Novecento, si assunse la missione e la responsabilità di portare in Occidente una Via iniziatica per l’epoca dell’anima cosciente. Lo fece perché l’urgenza dei tempi richiedeva – anzi tragicamente esigeva – che nell’epoca del dilagante materialismo, che aveva rotto ogni argine e barriera, venisse portata all’essere umano, che rischiava di perdere lo stato umano, e di sprofondare nel subumano, una Via per liberarsi dalla prigionia della materia, e risalire i gradini di quella “scala”, ch’egli aveva percorso, discendendo, con la sua “caduta”, da una paradisiaca condizione primordiale di sovrumana grandezza, sin giù all’attuale stato di abietto servaggio ad una natura umano-animale.

L’impresa ch’egli affrontò era veramente eroica: impresa addirittura temeraria, se il suo ignoto Maestro gli disse che per vincere il drago del materialismo moderno, avrebbe dovuto “entrare nella pelle del drago”, e vincerlo dall’interno: qualcosa di ancor più temerario e radicale del taoistico “cavalcare la tigre”! Impresa ardimentosa, decisamente “cainita”, quella di Rudolf Steiner, che non volle attingere ad una “rivelazione” dall’Alto, ad una “Theosophia” nel senso più antico e nobile del termine, bensì volle, basandosi su forze umane, elaborate “dal basso”, conquistare una Conoscenza che fosse, appunto, “rosicrucianamente”, una “Anthroposophia”.  

All’epoca di Rudolf Steiner ancora sussistevano, ed erano vitali, in Oriente antiche Vie pure e luminose. Vi erano in India, in Tibet, in Cina, in Corea, in Giappone, Maestri ancora degni di tal nome, ma tali Vie – pur ammirevoli e venerande – nulla possono, oggi, nei confronti dello sprofondamento nel materialismo della civiltà umana, il quale partendo dall’Occidente sta divorando a gran velocità anche tutte le antiche culture tradizionali d’Oriente. Quelle antiche Vie, oggi, non aiutano: non aiutano più. O possono aiutare ben pochi. Per i più, esse sono come un farmaco scaduto, che abbia perso la sua efficacia terapeutica, o come un’arte terapeutica non in grado di affrontare un nuovo devastante morbo, in precedenza ad essa sconosciuto. Il pericolo, tutt’altro che remoto purtroppo, è che il corrotto Occidente, con il proprio intellettualismo dialettico e la sua ossessiva demonìa economica, giunga a deformare, a sfigurare, a degradare quelle antiche, nobili, Vie allo Spirito, e che niente di Sacro oramai venga più risparmiato.

Del resto, non è che in Occidente le Vie spirituali siano messe molto meglio che in Oriente. Senza dilungarmi in una descrizione che si dimostrerebbe per molti, oltre che sconcertante, anche estremamente dolorosa, sarà sufficiente osservare – guardando con freddo realismo in faccia una realtà sin troppo tragica – quanto è accaduto nel movimento spirituale antroposofico, fuori e dentro la Società Antroposofica: sia prima che dopo la morte di Rudolf Steiner. Quanto ho affrontato nella disamina svolta nelle due parti precedenti di questo mio studio, e che proseguiremo nella presente terza parte, è solo uno, sia pure estremamente emblematico, tra molti, troppi, altri casi esemplari, e – per chi ben conosca la storia del movimento antroposofico – neppure tra i peggiori, pur nella sua scandalosa spettacolarità, e nei suoi aspetti a volte comicamente circensi. Pur esiziale che esso sia, devo dire che ve ne sono stati molti altri, di gran lunga più pericolosi, la cui portata distruttiva è stata molto più vasta e prolungata nel tempo. Ma proprio per il fatto di essere un caso emblematico, e poiché esso tocca argomenti estremamente sensibili della Scienza dello Spirito, in particolar modo quello della Scuola Esoterica, e della Sezione cultica, la Mystica Aeterna, di quest’ultima, è giusto, oltre che necessario, condurre sino in fondo la disamina intrapresa. Alla fine di questa disamina, il lettore se ne farà l’opinione che riterrà più corretta, o più conforme alla realtà dei fatti, a seconda della sua volontà di verità, o di sincera ricerca della Conoscenza.

La Scuola Esoterica venne fondata da Rudolf Steiner come prima SezioneAbteilung – o ClasseKlasse – nel 1904, mentre la seconda e terza Sezione, costituenti nel loro insieme la Mystica Aeterna, la Sezione culticosimbolica, articolata a sua volta in due distinte Classi, rispettivamente la prima in tre gradi, e la seconda in altri sei gradi, venne fondata nel 1906. Nella prima Sezione o Classe della Scuola Esoterica l’accento era posto principalmente sulla formazione ascetica individuale, okkulte Schulung, che si sviluppava in un rapporto diretto tra il Maestro e il discepolo, e sull’insegnamento relativo ad essa, che si svolgeva in quelle che furono chiamate in tedesco esoterische Stunden, ossia “ore” o “lezioni esoteriche”. Nella Mystica Aeterna, invece, l’accento era posto su una serie di “azioni cultiche” collettive, che si svolgevano in un ambiente simbolico mediante cerimonie, che avevano un carattere “rappresentativo” – così le definì Rudolf Steiner – delle stesse verità spirituali che il discepolo aveva già accolto dai testi scritti di Antroposofia, dalle conferenze pubbliche, e in quelle riservate ai soci della Società Teosofica prima, e Società Antroposofica (quella del 1913) dopo, di Rudolf Steiner, e nelle “lezioni” da lui tenute all’interno della Scuola Esoterica. Nei primi tre gradi della Mystica Aeterna, della Seconda Classe della Scuola Esoterica, vi  era largo spazio a tali cerimonie simboliche, mentre nella Terza classe di essa, vi era una progressiva diminuzione del lato cerimoniale, e un’accentuazione progressiva dell’insegnamento, e della pratica meditativa. Tutto ciò fu oggetto di ripetuti colloqui tra Hella Wiesberger, che all’interno del “Lascito” curava l’intera edizione dei testi della “Scuola Esoterica”, e il sottoscritto. Colloqui, come ho già avuto modo di far presente, per me molto illuminanti.

Tutte e tre le Sezioni, o Classi, della Scuola Esoterica – compresa la Mystica Aeternavennero sciolte da Rudolf Steiner nel 1914 allo scoppio della prima guerra mondiale. Questo particolare non è affatto solo il sottoscritto a dirlo, bensì è lo stesso Rudolf Steiner ad affermarlo in scritti, in colloqui, conferenze, e ad attuarlo mediante ben precise azioni. Una di queste azioni fu lo stracciare – come atto simbolico di chiusura della Mystica Aeterna – le patenti che Rudolf Steiner e Marie von Sivers, divenuta poi, nel 1915, Marie Steiner, avevano ricevuto allorché, per l’istituzione della stessa Mystica Aeterna, essi si erano collegati con la corrente di John Yarker. Nessuna delle tre Classi fu mai riaperta da Rudolf Steiner nella forma ch’esse avevano nella Scuola Esoterica prima del conflitto mondiale scoppiato nel 1914.

Affermare che Rudolf Steiner – malgrado le sue esplicite dichiarazioni, orali e scritte, di aver sciolta e mai più riaperta la Mystica Aeterna, dichiarazioni confermate oralmente e per iscritto dalla sua collaboratrice e compagna, Marie Steiner – abbia, invece, “segretamente” fatta proseguire la Sezione cultico-simbolica, e le relative cerimonie, è avere la presunzione sacrilega di accusare  di disonestà, di simulazione, di mendacio lo stesso Rudolf Steiner, il quale, agendo così, avrebbe mentito persino ai suoi stessi discepoli, oltre che al mondo! È avere la presunzione sacrilega di accusare di complicitàdisonestà e mendacio pure Marie Steiner – colei che in un colloquio Jakob Streit mi definì essere una “Regina della Verità”, nemica giurata di ogni “simulazione”, di ogni “diplomazia”, di ogni “strategia politica”! Francamente, mi è più facile convincermi che menta – spudoratamente menta  – chi, senza prova veruna, afferma che Rudolf Steiner abbia fatto proseguire, dopo il 1914, segretamente, fuori della Società Antroposofica, e per di più, al dire del nostro “mistico Hierophante”, in àmbito “massonico egizio”, la Mystica Aeterna. Questa “fiaba” il nostro Efesto/N.R. Ottaviano può andare a raccontarla agl’infanti, agli sprovveduti, agl’ingenui, agl’ignoranti, a coloro che non conoscono l’Opera di Rudolf Steiner, che non conoscono la storia del movimento antroposofico, e quella dell’esoterismo, che non si sono mai preccupati di ricercarne i documenti e le testimonianze vive. Ma chi abbia fatto le sue promesse sacre e i suoi giuramenti alle Potenze Spirituali che stanno dietro la reale Scuola Esoterica, e dietro l’autentico movimento spirituale antroposofico, chi abbia fatto sua la causa dell’Essere Angelico Anthroposophia, e sia leale verso tale Essere, non si “berrà” mai una menzogna del genere!

Dopo il Convegno di Natale del 1923, Rudolf Steiner riaprì – o meglio detto: tentò di riaprire – unicamente la prima Classe della Scuola Esoterica. E lo fece cambiando radicalmente forma e contenuti della Prima Classe, ed anche il tipo di accesso ad essa. A partire dal febbraio del 1924, egli fece le prime 19 “lezioni”, poi – constatata l’inadeguatezza, e la cronica mancanza di serietà di molti partecipanti, e infine visto quello che fu un vero e proprio tradimento, avvenuto nell’agosto del 1924 – Rudolf Steiner interruppe la sua donazione, si limitò a fare a Dornach sei “lezioni di ricapitolazione” nel settembre 1924, e non donò più niente della Scuola Esoterica. Quelle che avrebbero dovute essere la seconda e la terza Classe, ossia la rinascita in forma nuova, e non la semplice ripetizione dell’antica forma cultico-simbolica, non vennero MAI – ripeto MAI – da lui riaperte. E tutti i documenti lo dimostrano. Chi affermi il contrario, andando contro, appunto, l’intera documentazione scritta, e le testimonianze orali e scritte dei partecipanti, mente sapendo di mentire, ed è un impostore.

A tagliare la testa al toro, circa la questione della definitiva chiusura della Sezione cultico-simbolica, ossia della Mystica Aeterna, è l’esplicita parola di Marie Steiner, da me riportata già in un articolo su questo stesso blog, apparso il 15 marzo 2017, dal titolo Smascherare le false apparenze – Abbattere la menzogna, dal quale riporto le seguenti righe: 

«Ora, acciocché, ancora una volta, qualcuno non pensi che questo perfido lupaccio [sc. il sottoscritto] si stia inventando qualcosa, riporto quanto scrisse Marie Steiner-von Sivers in un suo articolo coraggioso – in Germania erano già cominciate l’era del potere nazionalsocialista e le persecuzioni nei confronti dell’Antroposofia – apparso col titolo War Rudolf Steiner Freimaurer? – ossia: Rudolf Steiner era massone? – nella rivista Anthroposophie. Zeitschrift für freies Geistesleben, 16. Jg. Buch 3, April-Juni 1934, Stuttgart, edita da C.S. Picht, suo amico fedelissimo dei momenti difficili e difficilissimi. Questo articolo fu riprodotto dalla mia amica Hella Wieberger, nel volume della GA-265, Zur Geschichte und aus den Inhalten der erkenntiskultischen Abteilung der Esoterischen Schule 1904-1914, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1987, dedicato alla storia della Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica di Rudolf Steiner, ove a p. 114, si può leggere:

«Als der Krieg ausgebrochen war, im August 1914, erklärte Rudolf Steiner den so begründeten Arbeitskreis, der unter dem Namen «Mystica aeterna» sich zusammengeschlossen hatte, für aufgehoben und zerriß als Zeichen dafür das darauf bezügliche Dokument. Nie ist man in dieser Weise wieder zusammengekommen».

Il rilievo in corsivo è di Marie Steiner. Il testo, tradotto nell’italica lingua, dice:

«Allorché scoppiò la guerra, nell’agosto del 1914, Rudolf Steiner dichiarò abolita la cerchia di lavoro [cultica], che si era riunita sotto il nome di «Mystica aeterna», e come segno di ciò stracciò il relativo documento. non ci si è mai più riuniti nuovamente in tale maniera».

Ho avuto occasione di ascoltare – mercé la benevola mediazione di persona amica – come, in alcuni video trasmessi su un noto social forum, Efesto/N.R. Ottaviano affermi, come ho scritto già nella seconda parte di questa disamina, che la Mystica Aeterna sarebbe – a suo dire – una «massoneria fortemente antroposofizzata», o una «antroposofia massonizzata». Questa è, per usare, ancora una vòlta, un’espressione decente, una “spiritosa invenzione”, ovvero è una “fiaba” che può essere raccontata agl’infanti; è – per usare un’espressione dello stesso Rudolf Steiner – affermare una cosa risibile con la maschera della serietà.

Ora, il volenteroso ricercatore spirituale italiano, che non conosca la lingua tedesca, ha non poca difficoltà a documentarsi sulla Scuola Esoterica di Rudolf Steiner: sia a proposito dei suoi contenuti che della sua storia. In italiano sono apparsi solo due testi, che non sono l’esatta traduzione, fedele e integrale, come avrebbe dovuto avvenire, dei rispettivi volumi in lingua tedesca.

Il primo volume apparso è Storia e Contenuti della Prima Sezione della Scuola Esoterica 1904-1914, Editrice Antroposofica, Milano, 2014, di 244 pp., traduzione parziale dall’O.O. 264, a cura di Maria Cianci per la parte di Rudolf Steiner e di Stefano Pederiva per la parte di Hella Wiesberger, dell’opera, Zur Geschichte und aus den Inhalten der ersten Abteilung der Esoterischen Schule 1904-1914, GA-264, che nella bellissima edizione della Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1984, è di ben 476 pp., con grande ricchezza sia di testi di Rudolf Steiner, che di documentazione storica, e di competenti commenti esplicativi della curatrice dell’intero lascito esoterico del Dottor Steiner, Hella Wiesberger.

Il secondo volume è Dai Contenuti della Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica dal 1904 al 1914, Editrice Antroposofica, Milano, 2017, traduzione anch’essa solo parziale, a cura di Laura Vanelli, di 430 pp., dall’O.O. 265, del volume tedesco, Zur Geschichte und aus den Inhalten der erkenntniskultischen Abteilung der Esoterische Schule 1904-1914, GA265, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1987, 526 pp. L’edizione italiana, inoltre, non è felice sia perché è piena di grossolani errori di traduzione, di fraintendimenti, anche gravi, nonché di specifici errori d’interpretazione da parte chi aveva intrapresa la fatica della traduzione di un sì difficile testo, sia perché in tale edizione italiana manca quasi interamente la parte storica introduttiva della curatrice dell’opera, Hella Wiesberger, sia perché mancano altresì molti dei suoi ampi commenti esplicativi.

Ora, è su questa edizione italiana dell’O.O. 265, mal tradotta – come avrò modo di mostrare in altro momento – e soprattutto incompleta, che Efesto/N.R. Ottaviano si basa per narrare agl’infanti la sua “fiaba” di una continuazione “segretissima”, ed “estremamente elitaria”, dai “contenuti misteriosi”, e soprattutto, a suo dire, a “carattere massonico”, della Mystica Aeterna, che ora avrebbe come suo dirigente – l’unico, sempre a suo dire, come nel video posto in rete sul citato noto social forum, autorizzato a “svelarne”, per scarni accenni, qualcosina – lo stesso Efesto/N.R. Ottaviano, unico testimone di se stesso e della sua “fiabesca” affermazione, mentre tutti i documenti presenti nell’edizione tedesca – che io ebbi donata personalmente da Hella Wiesberger già nell’aprile del 1988 – affermano, invece, che Rudolf Steiner chiuse “ritualmente”, sigillandola “occultamente”, la Sezione cultico-conoscitiva, e non la riaprì né nella sua prima forma, – a causa dei tradimenti, avvenuti nel 1924, che documenterò, come più sopra detto, in altra sede – in una forma nuova.

La Mystica Aeterna, in qualsivoglia sua forma, oggi è quella che in Occultismo si chiama una “via ostruita”, e come tale non resuscitabile, e chi affermi il contrario coscientemente mente, sapendo ben di mentire, mentre chi ne insceni la “resurrezione” – tra l’altro con rituali incompleti, perché determinate parti del rituale che solout traditur – Rudolf Steiner eseguiva, non furono, volutamente, MAI messe per iscritto – è un impostore. Nei testi pubblicati talune parti del rituale sono sostituite da numerose righe di puntini, che evidenziano le volute lacune del testo.

Quella di inscenare una sorta di “revival” della Mystica Aeterna è cosa già avvenuta in passato: per esempio, vi fu ad Amburgo il tentativo – dovrei dire : la sacrilega profanazione – perpetrata da Lothar-Arno Wilke, sulle modalità e i contenuti della quale fui abbondantemente informato ed edotto da Hella Wiesberger, e da “altri”, che per ora preferisco tacere. Anche di ciò avrò modo di parlare in altra sede. La fine orribile dello stesso Lothar-Arno Wilke, e di taluni suoi “assecli”, dopo tale “tentativo”, dovrebbe essere piuttosto “istruttiva” nei confronti di coloro che pensano di poter liberamente, e impunemente, “affabulare” sui contenuti sacri della Scienza dello Spirito, e della sua Scuola Esoterica, Mystica Aeterna compresa.

Che la Mystica Aeterna fosse una sorta di “massoneria antroposofizzata”, o di “antroposofia massonizzata”, che – al dire di Efesto/N.R. Ottaviano – Rudolf Steiner avrebbe fondato all’interno della massoneria “egizia”, è quanto, per iscritto, Rudolf Steiner negò decisamente. L’Ordine Massonico – qualunque cosa, in bene o in male, si voglia pensare di esso – è una cosa ben precisa: è un Ordine iniziatico (o almeno pretende, sempre a ragione o a torto che sia, di esser tale) che ha strutture precise, forme precise, una metodica precisa, che sono diverse ed estranee rispetto all’Antroposofia. L’Ordine Massonico è (o vorrebbe essere), come nel caso dei Misteri dell’Antichità Classica, una “società segreta” o, meglio detto, una società pubblica che detiene, o ritiene (sempre a ragione o a torto che sia) di detenere, un “segreto iniziatico”. Questo non è affatto il caso dell’Antroposofia. E, soprattutto, non lo è dopo il Convegno di Natale del 1923, nel quale Rudolf Steiner si assunse la responsabilità di unire il movimento spirituale antroposofico alla Società Antroposofica. Ciò risulta con estrema chiarezza dai “Principi” e dagli “Statuti” da lui stesso redatti in occasione di tale Convegno. Ma leggiamo che cosa lo stesso Rudolf Steiner scrive ne La mia vita, traduzione di Febe Colazza Arenson e Lina Schwarz, Editrice Antroposofica, Milano, 1961, pp. 343-346., ove metterò in grassetto alcune parti, per meglio evidenziarle:

«Alcuni anni dopo l’inizio della mia attività nella Società Teosofica, da una certa parte, venne offerta a Marie von Sivers [la futura Marie Steiner] e a me la direzione di una società come se ne sono conservate alcune che mantenevano l’antico simbolismo e le cerimonie di culto nelle quali era incorporata la «sapienza antica». Io non avevo mai pensato, nemmeno lontanamente, di svolgere la mia attività nel senso di una società di tal genere; ogni contenuto antroposofico deve scaturire per necessità interiore scaturire dalle proprie sorgenti di conoscenza e di verità, e da questa mèta non bisogna deviare nemmeno in minima parte. […] Nulla, assolutamente nulla, ho preso da questa società, se non la legittimazione puramente formale di istituire io stesso, in collegamento storico, un’attività rituale-simbolica.

Tutto ciò che formava il contenuto del «rito» in questa istituzione [sc. nella Mystica Aeterna] da me organizzata non si appoggiava ad alcuna tradizione. In possesso dell’autorizzazione formale, venne coltivato esclusivamente quello che presentava la conoscenza antroposofica in forma d’immagine, di simbolo; e anche questo è avvenuto perché fra i soci ve n’era il bisogno. Accanto all’elaborazione delle idee, nella cui veste il contenuto della conoscenza dello spirito veniva dato, si aspirava a qualcosa che parlasse in modo immediato al sentimento. A questo bisogno volevo venire incontro. […]

Con ciò non venne creata una società segreta: a chi entrava a far parte della mia istituzione veniva detto con assoluta chiarezza che non entrava in un ordine, ma che, partecipando a cerimonie rituali, avrebbe potuto vivere una specie di dimostrazione, in forma sensibile, delle conoscenze spirituali. Se alcune di queste cerimonie si svolgevano in quelle stesse forme nelle quali, negli ordini tradizionali, i membri vengono accolti o fatti salire a gradi più alti, ciò non aveva il significato d’introdurre in un ordine, ma soltanto quello di render percepibili, per mezzo d’immagini sensibili, il progressivo avanzare spirituale delle esperienze dell’anima. […]

È comprensibile che nel venire a conoscenza di un’istituzione come questa ora descritta, subentrino dei malintesi. Molti ritengono più importante il fatto esteriore di far parte di un’istituzione simile che non il contenuto che in essa viene loro dato; avvenne così che alcuni dei partecipanti alla mia istituzione ne parlavano come se fossero divenuti membri di un ordine. Non sapevano fare questa differenza: che, senza che essi appartenessero ad un ordine, venivano loro mostrate cose che di solito vengon date soltanto nella cerchia di un ordine.

Avvenne appunto che, anche in questo campo, noi ci staccammo dalle antiche tradizioni. Il lavoro venne svolto così come deve essere svolto quando il contenuto spirituale viene investigato in modo diretto, secondo le esigenze dell’esperienza animica pienamente meditata.

Il fatto che più tardi, da attestati che Marie von Sivers ed io avevamo firmato, riallacciandoci all’istituzione storica di Yarker, si prese pretesto per ogni sorta di calunnie contro di noi, equivale a trattare una cosa risibile con la maschera della serietà. Le nostre firme furono apposte a delle «formule», conformemente all’uso. E nell’istante stesso in cui sottoscrivevamo, io dicevo con assoluta chiarezza: «Tutto questo è formalità; l’istituzione da me costituita non prenderà nulla dall’istituzione Yarker». […]

Questa istituzione, che trasmetteva il contenuto spirituale in un simbolismo di culto, fu una cosa benefica per molti di coloro che, nell’àmbito della Società Antroposofica, vi parteciparono, poiché qui, come in ogni altro campo dell’attività antroposofica, era escluso tutto ciò che esorbitasse dalla coscienza pienamente sveglia e chiara. Pensare ad un abuso in senso magico o ad influenze suggestive di qualsiasi genere era del tutto fuori luogo; i soci ricevevano qui lo stesso contenuto, che altrimenti faceva appello in forma d’idee alla loro comprensione intellettiva, anche in una forma che permetteva all’anima di aderirvi in percezione immediata; e questo era a sua volta per molti un aiuto onde penetrare più a fondo nella formazione delle idee. Con l’inizio della guerra la possibilità di coltivare ulteriormente questa istituzione venne a mancare, poiché, sebbene nulla avesse in sé di una società segreta, essa sarebbe stata considerata tale. Dopo la metà dell’anno 1914, perciò, la sezione di culto simbolico entro il movimento antroposofico, entrò in letargo».

Quanto qui Rudolf Steiner descrive – con una chiarezza che in misura maggiore da lui non avrebbe potuta esser messa in atto – è l’esatto contrario di quanto di quanto, in forma scritta e in video diffusi in rete, afferma Efesto/N.R. Ottaviano. Ossia dimostra che è falso, falsissimo, che Rudolf Steiner abbia fondato la Mystica Aeterna all’interno della Massoneria “egizia”; che è falso, falsissimo, il fatto che chi entrava nella Mystica Aeterna entrasse in un Ordine iniziatico, e tantomeno che entrasse nell’Ordine massonico; che è falso, falsissimo, che Rudolf Steiner nel 1914 abbia fatto continuare segretamente la Mystica Aeterna, come Ordine o Obbedienza Massonica – come ha più volte affermato, dando versioni diverse e tra loro contraddittorie, Efesto/N.R. Ottaviano – da parte di Gustav Meyrink (che in realtà Rudolf Steiner, come abbiamo visto, incontrò una sola volta nel 1917 al lago Starnberg, in Baviera, e che non era affatto suo discepolo, anzi piuttosto ostile all’Antroposofia), o da parte di Alexander von Bernus, il quale, pur grande amico di Rudolf Steiner, non entrò mai nella Società Antroposofica. Nel presente studio, spiegherò, e documenterò in maniera particolareggiata, perché la “fiaba” della “continuazione” della Mystica Aeterna in Norvegia, in Svezia, in Germania, o altrove, sia quella simulazione, da Efesto/N.R. Ottaviano, ed altri nel mondo proclamata a gran voce come realtà verace ed autentica, che negli Antichi Misteri del Mondo Classico veniva, tecnicamente, denominata “mistificazione”, ossia una abile o maldestra, ma sacrilega sempre, imitazione di forme sacrali, priva di qualsiasi autentico contenuto spirituale. Se Rudolf Steiner avesse veramente voluto far risorgere in una qualsiasi forma la Mystica Aeternae non lo fece – l’avrebbe certamente affidata a Marie Steinervon Sivers, la quale pure, dopo la dipartita, avrebbe avuto l’autorità e la qualificazione necessaria per farla risorgere, così come affidò la Prima Classe ad Ita Wegman, ma  né lui né lei lo fecero, come dimostrerò, e soprattutto documenterò, e ne vedremo anche il perché, ma certamente non l’avrebbe affidata a Gustav Meyrink, a ad Alexander von Bernus, che pure era da lui molto stimato.

Se guardiamo a quel che fece come opera sacrificale Rudolf Steiner nel Convegno di Natale del 1923, nel quale, tramite la sua stessa persona, egli unì il movimento spirituale antroposofico, in sostanza la Scuola Esoterica e quanto ad essa atteneva, con la Società Antroposofica, per la nascita della Società Antroposofica Universale, si può cogliere quanto egli fosse contrario a concepire tutto quanto riguardasse l’Antroposofia come uno dei vari Ordini iniziatici, così come essi venivano concepiti in antico, e come ne esistevano vari un tempo e ancora ne esitono, o come una qualsivoglia Società segreta. A tale proposito, egli si pronunciò esplicitamente – come non confacentesi più all’epoca dell’anima cosciente, nonché alla concezione morale scaturente dalla sua Filosofia della Libertàcontro la concezione di una struttura iniziatica a carattere “segreto”. E ciò risulta chiarissimo nella stesura ch’egli fece dei “Princìpi”, che precedono gli Statuti della rifondata Società Antroposofica. Infatti, in Rudolf Steiner, Die Konstitution der Allgemeinen Anthroposophischen Gesellschaft und der Freien Hochschule für Geisteswissenschaft. Der Wiederaufbau des Goetheanum. 1924-1925. Aufsätze und Mitteilungen, Vorträge und Ansprachen,  Dokumente Januar 1924 bis März 1925, La costituzione della Società Antroposofica Universale e la Libera Università di Scienza dello Spirito. La ricostruzione del Goetheanum.1924-1925. Articoli e comunicazioni, conferenze e allocuzioni, documenti dal gennaio 1924 al marzo 1925. GA-260a, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1987, edizione a cura di Hella Wiesberger, pp. 30-32, dopo aver enunciato nel primo articolo che:

«1. La Società Antroposofica vuole essere un’unione di uomini che intendono coltivare, nel singolo individuo e nella società umana, la vita dell’anima, sulla base di una vera conoscenza del mondo spirituale»,

1. Die Anthroposophische Gesellschaft soll eine Vereinigung von Menschen sein, die das seelische Leben im einzelnen Menschen und in der menschlichen Gesellschaft auf der Grundlage einer wahren Erkenntnis der geistigen Welt pflegen wollen.

nell’articolo 4, enuncia che:

«4. La Società Antroposofica non è una società segreta ma una società completamente pubblica. Può diventarne membro, senza distinzione di nazione, di condizione sociale, di religione, di convinzioni scientifiche o artistiche, chiunque consideri giustificata l’esistenza di una istituzione come è il Goetheanum, a Dornach, quale Libera Università di Scienza dello Spirito. La Società respinge ogni atteggiamento settario. Non considera la politica come facente parte dei suoi compiti».

4. Die Anthroposophische Gesellschaft ist keine Geheimgesellschaft, sondern eine durchaus öffentliche. Ihr Mitglied kann jedermann ohne Unterschied der Nation, des Standes, der Religion, der wissenschaftlichen oder künstlerischen Überzeugung werden, der in dem Bestand einer solchen Institution, wie sie das Goetheanum in Dornach als Freie Hochschule für Geisteswissenschaft ist, etwas Berechtigtes sieht. Die Gesellschaft lehnt jedes sektiererische Bestreben ab. Die Politik betrachtet sie nicht als in ihren Aufgaben liegend.

«5. La Società Antroposofica vede un centro della sua attività nella Libera Università per la scienza spirituale di Dornach. Questa consterà di tre classi. In essa, dietro loro domanda di ammissione, vengono accolti i membri della Società, dopo che essi vi saranno stati iscritti per un periodo di tempo da stabilire dalla Direzione del Goetheanum. Essi pervengono in tal modo nella prima classe della Libera Università per la scienza spirituale. L’ammissione alla seconda classe, e rispettivamente alla terza classe, avviene solo in quanto coloro che chiedono di esservi ammessi, vengono trovati idonei dalla Direzione del Goetheanum».

5. Die Anthroposophische Gesellschaft sieht ein Zentrum ihres Wirkens in der Freien Hochschule für Geisteswissenschaft in Dornach. Diese wird in drei Klassen bestehen. In dieselbe werden auf ihre Bewerbung hin aufgenommen die Mitglieder der Gesellschaft, nachdem sie eine durch die Leitung des Goetheanums zu bestimmende Zeit die Mitgliedschaft innehatten. Sie gelangen dadurch in die erste Klasse der Freien Hochschule für Geisteswissenschaft. Die Aufnahme in die zweite, beziehungsweise in die dritte Klasse erfolgt, wenn die um dieselbe Ansuchenden von der Leitung des Goetheanums als geeignet befunden werden.

«8. Tutte le pubblicazioni della Società saranno pubbliche, nel modo in cui lo sono quelle di altre Società pubbliche (pubblicamente vengono descritte, e verranno pure ulteriormente rese pubbliche, le condizioni in base alle quali si giunge alla formazione occulta). A tale criterio di pubblicità non faranno eccezione nemmeno le pubblicazioni della Libera Università per la scienza spirituale; tuttavia la Direzione della Scuola conserva per sé il diritto di contestare preliminarmente qualsiasi giudizio su questi scritti, che non sia fondato sull’iniziazione dalla quale questi promanano. In questo senso essa non autorizzerà alcun giudizio che non sia fondato su studi preparatori adeguati così come è consuetudine nel mondo scientifico riconosciuto. […]».

8. Alle Publikationen der Gesellschaft werden öffentlich in der Art wie diejenigen anderer öffentlicher Gesellschaften sein ( öffentlich sind auch die Bedingungen, unter denen man zur Schulung kommt, geschildert worden und werden auch weiter veröffentlicht werden). Von dieser Öffentlichkeit werden auch die Publikationen der Freien Hochschule für Geisteswissenschaft keine Ausnahme machen; doch nimmt die Leitung der Schule für sich in Anspruch, daß sie von vorneherein jedem Urteile über diese Schriften die Berechtigung bestreitet, das nicht die Schulung gestützt ist, aus der sie hervorgegangen sind. Sie wird in diesem Sinne keinem Urteil Berechtigung zuerkennen, das nicht auf entsprechende Vorstudien gestützt ist, wie das ja auch sonst in der anerkannten wissenschaftlichen Welt üblich ist. […]

Da questi punti dei “Principi”, scritti in occasione della “fondazione”, o “rifondazione”, della Società Antroposofica come Società Antroposofica Universale al Convegno di Natale del 1923, risulta chiaro come Rudolf Steiner fosse estremamente contrario ad operare spiritualmente in strutture – un tempo giustificate, ma che pure, nell’epoca dell’anima cosciente, sotto la reggenza di Michele, avevano fatto il loro tempo – come “società segrete”, od “Ordini occulti” – di tipo massonico o meno – “streng geschlossen” ossia “rigorosamente chiusi”, e rigidamente organizzati secondo una disciplina gerarchica “piramidale”. Una tale esteriore disciplina gerarchica può, forse, esser necessaria per talune individualità non ancora mature per una “Via dell’anima cosciente”, per una “Via dell’Io”, ma sicuramente nulla ha a che vedere – né come “forme” né come “contenuti” – con la rosicruciana Scienza dello Spirito, con l’Antroposofia.

Chi segua l’immediata “Via del Pensiero”, così come Rudolf Steiner l’ha delineata e data in Filosofia della Libertà, ed in opere consimili, e si basi per il suo cammino spirituale sull’esperienza diretta del momento originario del pensare nella Concentrazione, sulla fantasia morale propria dell’individualismo etico, e non su dottrine “rivelate” già fatte, su dogmi ancorché venerandi, tramandati per millenni sin dalla più remota antichità, non ha affatto bisogno di appoggiarsi – e tanto meno di subordinarvisi – ad Ordini, o Società segrete, ed alla loro visione della realtà spirituale, che  in definitiva, oggi, inevitabilmente, è una forma di “realismo metafisico”, superato proprio dal “monismo del pensare” sul quale si basa la diretta esperienza spirituale conoscitiva della Filosofia della Libertà. Ma anche per coloro che non sono ancora pronti e maturi per una “Via” così esigente come la “Via del Pensiero”, che è la “Via Immediata”, la “Via Assoluta”, ossia una “Via” dell’esperienza diretta, senza “mediazioni”, che fa a meno di “presupposti” e “appoggi” di qualsiasi sorta – mi rendo conto che essa, come afferma Massimo Scaligero nel Trattato del Pensiero Vivente, è attualmente una “Via” attuabile, forse, da pochissimi – l’Antroposofia offre una “Via” spirituale più mediata, più facilmente percorribile da molti, una “Via” che ha il non trascurabile vantaggio  di esser “maturante” per coloro che ancora non son pronti per la “Via Assoluta”. Ma anche in questa “Via” antroposofica “più mediata”, “meno abrupta”, non vi è davvero alcun bisogno di integrarsi in un Ordine sedicente iniziatico, in una Società “segreta”: essa è un “Sentiero di Conoscenza” che, gradualmente, può portare chi lo percorra alla “Via Assoluta”, alla “Via Immediata”.

Tali Ordini e Società sedicenti “iniziatici”, oggi, sono tutti – quando va bene – in profonda decadenza, quando invece non siano addirittura qualcosa di ostacolante, di narcotizzante, di paralizzante per chi con audacia, e volontà d’incondizionato, voglia, come l’Ulisse dantesco, “divenir del mondo esperto”, e “seguir virtute e conoscenza”. L’epoca di tali Ordini, Società, Organizzazioni sedicenti “iniziatiche” è, già da tempo, trascorsa, e la loro oramai funzione esaurita. In cotali cerchie spesso dilaga la mediocrità più agglutinata – “conglomerated mediocrity”, la chiamava sarcasticamente George Orwell – e lascia spazio e occasioni di prevaricare agli ambiziosi, ai mestatori, agli opportunisti, agli arrivisti, ai ciarlatani, e agl’impostori d’ogni tipo, specie e razza.  

Vi è una conferenza di Rudolf Steiner, che a tale proposito può rivelarsi veramente “illuminante”, anche se per nulla “consolante” per quanti sono alla ricerca di comodi narcotici spirituali, e di soporifere illusioni, o che intendono, disonestamente, agire in maniera manipolatoria sulle anime altrui. Si tratta della quarta conferenza da lui tenuta a Berlino il 4 aprile 1916, dal titolo «Zeichen, Griff und Wort», ossia «segno, toccamento e parola», compresa nel ciclo Gegenwärtiges und Vergangenes im Menschengeiste, Zwölf Vorträge, gehalten in Berlin vom 13. Februar bis 30. Mai 1916, Passato e presente nello spirito umano, dodici conferenze tenute a Berlino dal 13 febbraio sino al 30 maggio 1916, GA-167,  1. Auflage (Zyklus 42) Berlin 1920, 2. Auflage (Gesamtausgabe) Dornach 1962, a cura di Robert Friedenthal e Wolfram Groddeck, Rudolf Steiner-Nachlaßverwaltung, Dornach.

Nella conferenza che c’interessa, pp. 81-104, parlando di tre elementi simbolici, fondamentali del linguaggio latomistico, il “segno”, la “parola sacra” e quella di “passo”, e il “toccamento” o, come in un linguaggio più arcaico veniva chiamata un tempo quest’ultimo, la “griffa”, che oggi qualsiasi libero muratore deve conoscere per poter frequentare una qualsivoglia loggia, a seconda del “grado” al quale gli venga concesso l’accesso, il pur tollerantissimo Rudolf Steiner chiaramente spiega come quel che nella prassi della trasmissione di tali elementi simbolici a chi viene iniziato – è il caso qui di parlare di “iniziazione virtuale”, e non di “Iniziazione reale” nel senso forte del termine – oggi non sia più in armonia con le esigenze spirituali dell’epoca dell’anima cosciente, e come ciò possa, in taluni casi, essere adoperato per scopi tutt’altro che nobili e disinteressati da parte di coloro che, oggi, spesso, usano, tali antiche confraternite per illeciti e oscuri fini antispirituali. Riporto quanto Rudolf Steiner dice alle pp. 87-89, perché ciò è particolarmente “istruttivo”, soprattutto nel caso del nostro “mistagogico hierophantico Istruttore”, e mostra quanto siano “sottili” – è proprio il caso di usare questa espressione dell’Occultismo – le deviazioni spirituali alle quali una tale “prassi”, scorrettamente messa in atto, per fini non certo disinteressati, nonché gli effetti devastanti ch’essa può avere, e che sovente essa ha. Così leggiamo:

«Ma il linguaggio complicato dei gesti in «segno, toccamento e parola», così come esso si è diffuso nelle fratellanze occulte, non poteva più essere comunicato agli uomini dal XIV, XV secolo, in maniera che essi presentassero ancora qualcosa della realtà. Dunque le confraternite continuano ad esistere come nella quarta epoca, nella quale i tre gradi si succedevano l’un l’altro tra altre cose simboliche, dando alle persone segno, toccamento e parola. Esse continuano ad esistere. Ma negli ultimi secoli proseguono ad esistere tra anime diversamente conformate. Rimanendo tra le cose più elementari, si trasmettevano anche  segno, toccamento e parola. Ma le persone non potevano più ricollegare niente con segno, toccamento e parola, perché non potevano più render presenti a se stessi ciò che ad essi corrisponde nel corpo eterico, che è adatto all’anima dell’uomo. Ciò era qualcosa di puramente esteriore; giacché nella quarta epoca postatlantica essenzialmente nell’uomo veniva sviluppata l’anima razionale affettiva. Ora l’anima cosciente comincia ad afferrare gli esseri umani, cioè l’essere umano cominciò a fare affidamento sul suo intelletto, legato al cervello fisico. Quel che si può chiamare sensibilità del corpo eterico si ritrasse. Ma che cosa ne prende il posto? Vi chiedo di ascoltare con molta attenzione quello che ora deve accadere.

Pensate dunque: le confraternite occulte proseguono in questa quinta epoca postatlantica. Si fondano o si proseguono confraternite occulte, in cui si accolgono persone al quali si fanno conoscere i corrispondenti simboli. Queste persone imparano dunque certi segni per il fatto che essi mettono il loro corpo in una certa posizione significante quel segno; imparano certi toccamenti per il fatto che afferrano la mano dell’altro in una certa maniera, che non è quella abituale. Imparano a pronunciare certe parole, che provocano una certa mobilità del corpo eterico. Dunque, alcune persone apprendono segno, toccamento e parola dal quindicesimo, sedicesimo secolo. Esse sono così conformate in modo tale che operi l’anima cosciente. Nella quale tuttavia non possono entrare segno toccamento e parola, perché per essa rimangono simboli esteriori, qualcosa di totalmente esteriore. Ma non pensiate che queste cose, segno, toccamento e parola, allorché essi vengono tramandati ad un uomo, non agiscano sul corpo eterico dell’uomo! Essi agiscono. L’uomo con segno, toccamento e parola accoglie quel che ad essi è collegato. Si istruisce dunque una quantità di uomini in segno, toccamento e parola, si apporta al loro subcosciente qualcosa di cui essi non hanno coscienza. Quel che ora vi ho descritto è proprio quello che, evidentemente, soprattutto, non si dovrebbe fare, bensì si dovrebbe procedere sulla via che viene offerta dall’evoluzione umana. Quindi bisogna dapprima rimanere in qualche modo all’interno del movimento scientifico-spirituale, e solo dopo un po’ di tempo, dopo che si sia rimasti del tempo all’interno del movimento scientifico-spirituale, si può essere condotti a ricevere segno, toccamento e parola. Allora si è preparati a vedere qualcosa di conosciuto, qualcosa che almeno si è compreso. Di regola questo non viene fatto nelle confraternite occulte. Nelle confraternite occulte le persone, senza che prima abbiano imparato a conoscere qualsivoglia cosa di Scienza dello Spirito o di Occultismo, vengono iniziate nel primo grado. Ad esse vengono tramandati segno, toccamento e parola, ed anche altri simboli, e poiché esse non hanno appreso niente in precedenza del Mondo Spirituale, si agisce sul loro subcosciente, su ciò che non è collegato con la loro coscienza.

Aber die kompliziertere Gebärdensprache in «Zeichen, Griff und Wort», wie sie verbreitet ist innerhalb der geheimen Verbrüderungen, die konnte man seit dem vierzehnten, fünfzehnten Jahrhundert nicht mehr den Menschen so beibringen, daß sie noch etwas von der Realität spürten. Also es entwickeln sich fort die Verbrüderungen, wie sie in der vierten nachatlantischen Zeit bestanden haben, in denen man in drei aufeinanderfolgenden Graden unter anderen symbolischen Dingen den Leuten Zeichen, Griff und Wort beibrachte. Die setzten sich fort. Aber sie setzten sich fort unter anders gearteten Seelen in den letzten Jahrhunderten. Man brachte auch da – bleiben wir bei diesem Elementarsten stehen — Zeichen, Griff und Wort bei. Aber die Leute konnten nichts mehr verbinden mit Zeichen, Griff und Wort, weil sie nicht mehr sich vergegenwärtigen konnten das Entsprechende im Ätherleib, das der Seele des Menschen angemessen ist. Es war etwas Äußerliches; denn in dem vierten nachatlantischen Zeitraum war im wesentlichen im Menschen entwickelt die Gemüts- oder Verstandesseele. Jetzt begann die Bewußtseinsseele den Menschen zu ergreifen, das heißt der Mensch begann, auf seinen an das physische Gehirn gebundenen Verstand angewiesen zu sein. Dasjenige, was man nennen kann: Sensitivität des Ätherleibes, trat zurück. Was aber tritt jetzt auf? Ich bitte Sie ganz genau sich anzuhören, was jetzt auftreten muß.

Denken Sie sich also: Es wird fortgesetzt die okkulte Verbrüderung in diesen fünften nachatlantischen Zeitraum herein. Man begründet weiter oder setzt fort okkulte Verbrüderungen, in die man Menschen aufnimmt, die man bekannt macht mit den entsprechenden Symbolen. Diese Menschen lernen also gewisse Zeichen dadurch, daß sie ihren Leib in eine gewisse Stellung bringen, was ein Zeichen bedeutet. Sie lernen gewisse Griffe dadurch, daß sie die Hand des anderen in einer gewissen Weise ergreifen, die nicht die gewöhnliche ist. Sie lernen gewisse Worte aussprechen, welche eine ganz bestimmte Regsamkeit des Ätherleibes bedeuten, und anderes. Ich will nur dieses Elementare erwähnen. Also Menschen lernen Zeichen, Griff und Wort seit dem fünfzehnten, sechzehnten Jahrhundert. Sie sind jetzt so geartet, daß ihre Bewußtseinsseele wirkt. In die wirkt aber Zeichen, Griff und Wort nicht herein, für die bleibt es ein äußerliches Zeichen, etwas ganz Äußerliches. Aber glauben Sie nun nicht, daß die Dinge, die Zeichen, Griff und Wort sind, wenn sie dem Menschen überliefert werden, nicht wirken auf den Ätherleib des Menschen! Sie wirken. Der Mensch nimmt auf mit Zeichen, Griff und Wort dasjenige, was einmal mit Zeichen, Griff und Wort verbunden ist. Man unterrichtet also eine Anzahl von Menschen in Zeichen, Griff und Wort, bringt ihrem Unterbewußten dadurch etwas bei, was sie nicht im Bewußtsein haben. Das dürfte man selbstverständlich überhaupt nicht machen, was ich jetzt beschrieben habe, sondern man müßte auf dem Wege vorgehen, der geboten ist durch die Entwickelung des Menschen. Und der besteht darin, daß man durch den Verstand des Menschen geht, so daß man also dasjenige, was der Verstand begreifen kann, was der Verstand erlernen kann, zuerst an den Menschen heranbringt: und das ist der Inhalt der Geisteswissenschaft. Dieser Inhalt der Geisteswissenschaft muß zuerst begriffen werden. An den muß man zuerst sich heranmachen. Man muß also zuerst irgendwie drinnenstehen in der geisteswissenschaftlichen Bewegung, und erst nach einiger Zeit, nachdem man in der geisteswissenschaftlichen Bewegung drinnengestanden hat, kann man dazu geführt werden, Zeichen, Griff und Wort zu empfangen. Denn man ist dann vorbereitet, etwas Bekanntes darin zu sehen, was man wenigstens verstanden hat. Das wird in den okkulten Verbrüderungen in der Regel nicht gemacht. In den okkulten Verbrüderungen werden die Leute einfach, ohne vorher irgendwie Geisteswissenschaft oder Okkultismus gelernt zu haben, aufgenommen in den ersten Grad. Es wird ihnen Zeichen, Griff und Wort und noch manches andere an Symbolen überliefert, und man wirkt, weil sie vorher nicht etwas gelernt haben von der geistigen Welt, auf ihr Unterbewußtes, auf dasjenige, was nicht mit ihrem Bewußtsein zusammenhängt.  

«Qual è la conseguenza di ciò? La conseguenza è che, in maniera assolutamente evidente, se si vuole, si possono utilizzare le persone per realizzare con gli strumenti adatti ogni genere di macchinazioni. Giacché se voi elaborate il corpo eterico senza che l’essere umano lo sappia, voi eliminate quelle forze ch’egli altrimenti avrebbe nel suo intelletto, se non date all’intelletto quel che oggi deve essere la Scienza dello Spirito. Voi le eliminate, e rendete quelle confraternite uno strumento per coloro, che vogliono realizzare i loro piani, i loro scopi. […] E coloro che che così vengono «preparati», vengono resi strumenti per portare la cosa nel mondo. Allora basta soltanto esser disonesti e scorretti nella maniera corrispondente, per raggiungere tutto ciò che è possibile su questa via, allorché ci si siano preparati dapprima gli strumenti adatti».

Was ist die Folge davon? Die Folge davon ist, daß man, wenn man will, die Leute zu gefügigen Werkzeugen für allerlei Pläne machen kann, ganz selbstverständlich. Denn wenn Sie den Ätherleib bearbeiten, ohne daß der Mensch es weiß, so schalten Sie dieselben Kräfte, die er sonst in seinem Verstände hätte, aus, wenn Sie nicht dann dem Verstände etwas geben, was heute Geisteswissenschaft sein muß. Die schalten Sie aus, und Sie machen dann solche Brüderschaften zu einem Werkzeug für diejenigen, die ihre Pläne, ihre Ziele verfolgen wollen. […]Und diejenigen, die also präpariert sind, werden sich zu Instrumenten machen, um das in die Welt hinauszutragen. Man braucht dann nur in der entsprechenden Weise unehrlich und unrechtschaffen zu sein, dann kann man alles mögliche auf diesem Wege erreichen dadurch, daß man sich zunächst Instrumente schafft.

La parola esplicita di Rudolf Steiner mostra, in maniera inequivocabile, quanto egli fosse contrario a che la Scienza dello Spirito, l’Antroposofia, venisse riportata e ridotta ai contenuti e ai metodi tradizionali delle antiche confraternite iniziatiche. Durante e dopo la prima guerra mondiale, Rudolf Steiner indicò, e talvolta stigmatizzò con parole severe, l’uso irregolare, attuato per finalità non spirituali, in talune confraternite iniziatiche, di forze occulte da parte di certi gruppi di potere. Ciò, certamente, non è avvenuto dappertutto, tuttavia – soprattutto nel mondo anglosassone, ma non solo – è avvenuto, e non sarebbe mai dovuto avvenire.

Il problema è che nelle cerimonie simboliche si agisce, mediante i simboli e i riti, sul corpo eterico del partecipante al rito; si smuovono potenti forze nel corpo eterico e in quello astrale, nell’anima senziente e in quella razionaleaffettiva, ma di regola tale azione non è accompagnata – come invece avveniva nella quarta epoca postatlantica, nell’epoca greco-romana, attraverso lo sviluppo della coscienza dell’io nell’anima razionale-affettiva – da una percezione cosciente di tale azione nell’anima cosciente. Mentre essa vivecoscientemente vive – nell’elaborazione pensante dei contenuti della Scienza dello Spirito. L’anima cosciente non solo è consapevole dei pensieri pensati, ch’essa percepisce nel proprio scenario interiore, ma può volitivamente divenir sempre più cosciente soprattutto del momento genetico di tali pensati, ossia divenir cosciente del pensare stesso che li genera. E questo va radicalmente al di là di tutto quanto il mondo antico, in passato, in Oriente e in Occidente, abbia mai potuto sperimentare e conoscere. Questa la differenza sostanziale tra i “metodi” delle antiche “Vie” – il cui contenuto di verità e di eternità qui non viene da me minimamente posto in questione – e la “Via Assoluta”, la “Via Immediata” – ossia, senza “mediazioni”, senza “appoggi”, senza “sostegni” – la “Via del Pensiero Folgore”.

E così prosegue Rudolf Steiner nella medesima conferenza, alle pp. 89-91:

«Ed ora – le cose, davvero, provengono tutte dalla reale conoscenza – chi sa come la quinta era postatlantica si differenzi dalla quarta era postatlantica – e questo presso di noi viene sempre detto e ridetto – , costui sa altresì perché deve essere così, che dapprima deve essere presente la conoscenza della Scienza dello Spirito, e solo dopo può esser data una introduzione nel simbolismo. Là esso viene realmente inteso in maniera onesta con un movimento scientifico-spirituale, viene intrapreso in maniera evidente questo procedere. Giacché chi non abbia conosciuto non fosse null’altro che quel che vi è nella mia «Teosofia» o nella «Scienza Occulta», ed ha cercato di comprenderle, costui non potrà ricevere mai danno alcuno da una qualsivoglia trasmissione di simboli.   

Ma ora vediamo, nella misura massima, come nei paesi britannici il simbolismo non sia preceduto da un insegnamento che lo spieghi in alcun modo. Spiegare non significa dire: questo simbolo significa questo, e quest’altro significa quest’altro, giacché così puoi mostrare a chiunque qualsiasi cosa, bensì l’insegnamento dovrebbe essere tale che prima si disvelino i misteri a partire dal corso della dell’evoluzione della Terra e dell’umanità, e poi da ciò se ne lasci scaturire il simbolismo. Ma là [sc. nei paesi britannici] non avviene così. Là, i simboli vengono meramente offerti, appunto, e non vengono offerti semplicemente solo in questo modo, i simboli vengono offerti anche in un altro modo, non procedendosi in quella letteratura come per esempio fa la nostra Scienza dello Spirito, bensì si procede in modo tale che tutto sia effettivamente dato simbolicamente.

Per molti aspetti, proprio l’abuso più mostruoso con questa letteratura occulta è avvenuto in Francia attraverso Eliphas Levi, i cui libri «Dogma e Rituale dell’Alta Magia», «Chiave per la magia superiore», contengono certamente grandi verità accanto a errori molto pericolosi, ma presentate in modo che non le si possano seguire con l’intelletto, come nella nostra Scienza dello Spirito, ma devono essere accolte in una maniera simbolica. Leggete Eliphas Levi! Ora lo potete fare senza alcun pericolo, poiché siete sufficientemente preparati. Leggete di Eliphas Levi «Dogma e Rituale dell’Alta Magia», poi  vedrete come  lì l’intero metodo del simbolismo è diverso. Sì, miei cari amici, quando si istruiscono le persone, come fa Eliphas Levi nel suo «Dogma e Rituale dell’Alta Magia», in nient’altro che simboli, allora fondamentalmente li si possiede, se si vuole, per tutto ciò di cui si abbia bisogno, per cosa li si voglia usare. 

Dopo Eliphas Levi, la cosa è stata ancora peggiore  con il Dr. Encausse, con Papus, che ha avuto un’influenza così devastante, distruttiva, sulla corte di S. Pietroburgo, ov’egli venne e rimase sempre di nuovo per giocarvi per decine d’anni un ruolo politico estremamente funesto. In Papus – come costui chiama se stesso – trovate alcuni segreti occulti portati all’umanità in maniera fatalmente pericolosa, così che coloro che fanno agire su di sé Papus, non appena hanno superato i primi elementi, si aggrappano, con ferreo fanatismo, a ciò che Papus dà loro. Non si tratta di confutare Papus, perché, per quanto paradossale possa sembrare, vorrei dire che la cosa peggiore è che ci sono molte cose giustissime proprio in Papus. È il modo e la maniera in cui vengono comunicate che è enormemente pericolosa: persone deboli instillano nelle loro anime ciò che v’è nei libri di Papus, cioè, esse preparano a porre il loro intelletto in un sonno completo e ad  essere usarti per qualunque cosa li si possano usare. Ma tali persone, nel presente hanno una certa influenza. Chi se ne sia accostato ed abbia avuto l’occasione di conoscere tali cose, sa che Papus ha ovunque una grande influenza. Io ho potuto seguire questa influenza in Boemia, in Austria. In Germania la sua influenza è molto minore, pur tuttavia essa era sino ad un certo momento assolutamente presente. Ma, in modo particolare, egli ha avuto una enorme influenza in Russia. Inoltre, questa influenza di Papus viene ottenuta attraverso una certa disonestà, che è collegata con l’intera faccenda».

Und nun — nicht wahr, die Dinge folgen ja alle aus der wirklichen Erkenntnis —, wer das weiß, wie sich der fünfte nachatlantische Zeitraum vom vierten nachatlantischen Zeitraum unterscheidet — und das wird bei uns immer wieder und wiederum gesagt —, der weiß eben, warum es so sein muß, daß zuerst Bekanntschaft mit der Geisteswissenschaft vorhanden sein muß und dann erst Einführung in die Symbolik gegeben werden kann. Da, wo es wirklich ehrlich gemeint wird mit einer geisteswissenschaftlichen Bewegung, wird selbstverständlich dieser Gang eingehalten. Denn derjenige, der auch nur dasjenige kennen gelernt hat, was zum Beispiel in meiner «Theosophie» oder in der «Geheimwissenschaft» steht und versucht hat, es zu begreifen, der wird niemals einen Schaden durch irgendwelche Überlieferung von Symbolen nehmen können.

Nun sehen wir aber gerade in ausgesprochenstem Maße, daß in britischen Ländern der Symbolik gar nicht ein Unterricht vorangeht, der sie in irgendeiner Weise erklären würde. Erklären heißt nicht, daß man sagt: Dieses Symbol bedeutet das, und dieses Symbol bedeutet das, denn da kann man jedem jedes Zeug vormachen, sondern der Unterricht müßte so geartet sein, daß man zunächst aus dem Gang der Erden- und Menschheitsentwickelung die Geheimnisse enthüllt und dann daraus die Symbolik entstehen läßt. So ist das dort nicht, sondern da werden die Symbole einfach geboten, ja, sie werden nicht nur einfach geboten auf diese Weise, sondern es werden sogar die Symbole noch auf andere Weise geboten, indem man in der Literatur auch nicht so vorgeht, wie unsere Geisteswissenschaft zum Beispiel vorgeht, sondern indem man in der Literatur so vorgeht, daß man eigentlich alles symbolisch gibt.

In vieler Beziehung ist schon der ungeheuerste Unfug mit dieser okkulten Literatur geschehen in Frankreich durch Eliphas Levi, dessen Bücher «Dogma und Ritual der höheren Magie», dessen «Schlüssel der höheren Magie» ja gewiß große Wahrheiten neben sehr gefährlichen Irrtümern enthalten, die aber so geartet sind, daß alles nicht mit dem Verstände so zu verfolgen ist, wie bei unserer Geisteswissenschaft, sondern in einer symbolischen Art aufgenommen werden muß. Lesen Sie Eliphas Levi! Jetzt können Sie ihn lesen ganz ohne Gefahr, selbstverständlich, weil Sie genügend vorbereitet sind. Lesen Sie von Eliphas Levi «Dogma und Ritual der höheren Magie», dann werden Sie sehen, wie dort die ganze Methode der Symbolik anders ist. Ja, meine lieben Freunde, wenn man so wie Eliphas Levi in seinem «Dogma und Ritual der höheren Magie» die Menschen unterrichtet in lauter Symbolen, dann hat man sie im Grunde genommen, wenn man das will, zu allem, wozu man sie braucht, wozu man sie brauchen will.

Noch schlimmer ist die Sache nach Eliphas Levi geworden durch den Dr. Encausse, durch Papus, der einen so verheerenden, verhängnisvollen Einfluß gewonnen hat auf den Petersburger Hof, wo er sich immer wieder und wieder aufgehalten hat, um dort seit Jahrzehnten eine sehr verhängnisvolle politische Rolle zu spielen. Da finden Sie bei Papus — so nennt er sich — geradezu in einer verhängnisvoll gefährlichen Art gewisse okkulte Geheimnisse an die Menschheit herangebracht, so daß diejenigen, die Papus auf sich wirken lassen, mit einem eisernen Fanatismus, sobald sie einmal über die Elemente hinausgekommen sind, festhalten an dem, was ihnen Papus gibt. Es handelt sich nicht darum, Papus zu widerlegen, denn, ich möchte sagen, so paradox es klingt: das ist das Schlimmste, daß sehr viele, sehr richtige Dinge gerade in Papus stehen. Aber die Art und Weise, wie sie den Menschen gegeben werden, das ist das ungeheuer Gefährliche: schwachen Menschen einträufeln dasjenige in die Seele, was in Papus’ Büchern steht, das heißt, sie dazu präparieren, ihren Verstand zu einem vollständigen Schläfer zu machen und sie zu allem zu gebrauchen, wozu man sie gebrauchen will. Solche Menschen haben aber in der Gegenwart einen gewissen Einfluß. Wer mehr herumgekommen ist und Gelegenheit hat, solche Dinge zu kennen, der weiß, daß Papus überall einen großen Einfluß hat. Ich konnte diesen Einfluß verfolgen durch Böhmen hindurch, durch Österreich hindurch. In Deutschland ist sein Einfluß ein viel geringerer, aber sein Einfluß war auch bis zu einem gewissen Zeitpunkte durchaus vorhanden. Aber insbesondere hat er einen ungeheuren Einfluß in Rußland. Es wird noch dazu dieser Einfluß von Papus erreicht durch eine gewisse Unehrlichkeit, die mit der ganzen Sache verbunden ist.

Ora, fa una certa impressione – una impressione non certo gradevole – vedere come il nostro intraprendente Efesto/N.R. Ottaviano si richiami all’insegnamento di Papus, come dichiari addirittura di essere stato amico e discepolo occulto di Philippe Encausse, figlio di Gérard Encausse, alias Papus – che, secondo me, per tutta una serie di ottimi motivi, egli non ha mai conosciuto – e come addirittura abbia più volte scritto, che a farsi “iniziare” all’Ordine Martinista dal suddetto figlio di Papus sarebbe stato consigliato e indirizzato, ancora una vòlta solo a suo dire, addirittura da Massimo Scaligero stesso – affermazione che è una menzogna di più – il che non solo è assolutamente impossibile, vista la pessima opinione che questi aveva dell’Ordine Martinista, creatura posticcia, confusionaria, e dai risvolti abbastanza oscuri e problematici, ma è altresì una ragione in più per dubitare fortemente che costui abbia mai conosciuto, o anche solo incontrato, Massimo Scaligero. In verità, Rudolf Steiner usò costantemente parole di fuoco nei confronti di Papus, dei suoi scritti, del suo esoterismo. Per esempio, nella stessa conferenza, così leggiamo a p. 94:

«Ora ho detto: avviene anche una ipocrisia con il diffondersi della corrente spirituale che emana da Encausse, da Papus; perché le persone si definiscono «martinisti». Si deve veramente proteggere l’onesto “Filosofo Sconosciuto” [sc. Louis-Claude de Saint-Martin, detto nel XVIII secolo “le Philosophe Inconnu” ] con il suo onesto anelito alla verità, e con ciò ch’egli ha cercato di fare al servizio del diciottesimo secolo, come era necessario al servizio del diciottesimo secolo, contro l’utilizzo del suo nome da parte dei papusiani di oggi».

Nun sagte ich: eine Heuchelei geschieht auch mit der Verbreitung der Geistesströmung, die von Encausse, von Papus, ausgeht; denn die Leute nennen sich «Martinisten». Man muß den ehrlichen «Unbekannten Philosophen» wahrhaftig in Schutz nehmen mit seinem ehrlichen Wahrheitstreben und mit demjenigen, was er versuchte, im Dienste des achtzehnten Jahrhunderts so zu tun, wie es notwendig war im Dienste des achtzehnten Jahrhunderts, gegen die Inanspruchnahme seines Namens durch die Papusianer von heute. 

Un elemento decisivo per giudicare una personalità come il Dr. Gérard Encausse, in occultismo Papus, lo troviamo nel libro di Sergej O. Prokofieff-Christian Lazaridès, Der Fall Tomberg, Anthroposophie oder Jesuitismus. Il caso Tomberg. Antroposofia o Gesuitismo Zweite, stark erweiterte Auflage, Selbstverlag des Verfasser, Freiburger Graphische Betriebe, 1996, ove a p. 163, viene riportato un importante episodio della vita di Rudolf Steiner, avvenuto nel 1907, nonché un duro giudizio su Eliphas Levi e Papus, da lui pronunciato il 18 agosto 1924, testimoniato nella stessa Opera Omnia, nel ciclo Initiatenbewusstsein, Die wahren und die falschen Wege der geistigen Forschung, Elf Vorträge, gehalten in Torquay vom 11. bis 22. August 1924, die 6. Auflage besorgte Walter Kugler, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 2004, p. 154, tradotto come Coscienza d’Iniziato, Verità ed errore nell’investigazione spirituale, Prefazione di Marie Steiner, Trad. di Emmelina de Renzis, Gius. Laterza & Figli Editori, Bari, 1931, e quindi reperibile in italiano, pp. 147-148. Così leggiamo nel testo di Sergej O. Prokofieff-Christian Lazaridès:

«La più recente biografia di Papus riferisce il seguente episodio: nel febbraio 1907, Rudolf Steiner venne a Praga. Là egli ebbe, prima dell’inizio della sua conferenza, un colloquio con una cerchia di partecipanti. In quell’occasione Milos Maixner gli chiese: «E riguardo a Papus?». Al che Rudolf Steiner rispose con un gesto di riprovazione: «Per quel che riguarda Papus – è meglio che non diciamo parola alcuna su di lui». Poiché, tuttavia, vi erano in sala alcuni papusiani visibilmente stupiti di questa risposta, Rudolf Steiner proseguì: «L’insegnamento dato da Papus è dannoso e pericoloso». – «In che senso?», cli chiese Maixner. Al che egli gli rispose: «Egli è separato dalla magia nera unicamente da un muro sottile quanto una tela di ragno». Alle obbiezioni di Maixner, che Papus aveva sempre messo in guardia riguardo al pericolo di pratiche magiche, Rudolf Steiner  contrappose che non lo si deve giudicare in base alla sua dottrina, «bensì lo si deve giudicare in base agli effetti della sua intera opera», che «sono insani (désastreux)».

Quel che Rudolf Steiner a Praga espresse ancora con una certa prudenza, egli lo espose in séguito, nell’agosto del 1924, con piena chiarezza. Secondo quel che ivi disse, gli scritti e le pratiche occulte di Levi e Papus conducono direttamente nella magia nera: «Tutti questi preparativi magici mirano allo scopo di far sì, che queste forze, che risiedono nelle radiazioni di calore e di luce dell’uomo arrivino ad affermarsi. E potete leggere in proposito delle istruzioni veramente molto rischiose e pericolose negli scritti di Eliphas Levy e anche in quelli di Encausse, che ha scritto sotto il nome di Papus. Vi troverete delle istruzioni molto rischiose e pericolose in questo campo. Ma qui dobbiamo considerare l’aspetto obbiettivo di queste cose, la natura di esse, e dobbiamo perciò parlarne. Tutte queste cose conducono allora direttamente alla magia nera, in cui si lavora con lo spirituale che è nascosto nel terrestre».

Come documentazione a beneficio del volenteroso lettore, riporto il testo tedesco del passo della conferenza di Rudolf Steiner, tratto da InitiatenbewusstseinCoscienza d’Iniziato, GA-243, p. 154:

Alle diese magischen Vorbereitungen haben den Zweck, es dazu zu bringen, daß diese Kräfte, die in den Wärme- und Lichtausstrahlungen des Menschen liegen, zur Geltung kommen. Und Sie können ja recht bedenkliche und recht gefährliche Anleitungen dazu lesen in den Schriften von Eliphas Levi, auch in denjenigen von Encausse, der unter dem Namen Papus geschrieben hat. Da finden Sie bedenkliche und durchaus gefährliche Anleitungen zu solchen Dingen. Aber wir haben hier über das Objektive dieser Dinge, über das Wesen dieser Dinge zu sprechen und müssen sie daher berühren. Alle diese Dinge führen dann hin zur direkten schwarzen Magie, wo mit dem im Irdischen verborgenen Geistigen gearbeitet wird.

Tra l’altro, il libro di Prokofieff-Lazaridès nella nota 9 alla Prima Appendice, a p. 271, fa riferimento ad un’opera francese dalla quale son state tratte varie notizie, di Marie-Sophie André-Christophe Beaufils, Papus : Biographie, la Belle époque de l’occultisme, Berg International, Paris, 1995, che mi fu donata dal mio terribilissimo amico C., fedele compagno d’armi spirituale di molte battaglie. Il suddetto libro è assai istruttivo, ed altresì ricco di saporite descrizioni, circa le molte sudiciette porcheriuole e birbanterie compiute da Papus – intrallazzi, macchinazioni politiche, messinscene, imposture, affabulazioni, plagi, manipolazioni di testi, medianità, spiritismo, evocazioni magiche necromantiche, rapporti con loschi individui, uso di forze magiche per colpire nemici, e molto altro ancora – e la figura del Papus, spacciato da molti per il “Balzac dell’Occultismo”, non ne viene fuori punto “edificante”. Ma anche il figlio di Papus, Philippe Encausse, che Efesto/N.R. Ottaviano, pur non avendolo mai conosciuto e incontrato, spaccia per “Grande Iniziato”, al quale – sempre e solo a suo dire – egli sarebbe stato indirizzato da Massimo Scaligero per venire da lui iniziato (sic!), nella descrizione fattane nel suddetto libro appare in tutta la sua limitatezza e mediocrità.   

Ora, il nostro Efesto/N.R. Ottaviano, sempre indaffarato in molteplici mistagogie, dichiara di essere, tra molte altre prestigiose cariche e dignità iniziatiche, – tutte ‘all self-styled’, direbbero gli anglofoni – anche Superiore Incognito Iniziatore, nonché il Gran Maestro di un Ordine Martinista Egizio IsiacoOsirideo. Ma una così prestigiosa carica, il suo ammannire la “luce” dei suoi insegnamenti, e la sua alta dottrina, al popolo catecumeno in estatico suo ascolto, nonché il fatto di prescrivere, pubblicamente, “al colto e all’inclita”, su un noto social forum e su riviste online, esercizi occulti sedicenti “martinisti” basati sulle fasi lunari, ed altre “pratiche varie”, d’incerta (si fa per dire…) origine, insomma tutto il suo mirabile “magistero”, è cosa che, per le sue contraddizioni, suscita alquanti dubbi e non poca perplessità. Tutto ciò è francamente inconciliabile con la sua appartenenza alla Classe Esoterica della Società Antroposofica Universale. Chi entra nella Classe Esoterica assume esplicitamente alcuni impegni sacri davanti alla Potenza di Michele: quello di praticare fedelmente, senza deformarli, gli esercizi dati da Rudolf Steiner; quello di non bere alcolici; di tenere riservati gli insegnamenti della Classe; quello di non seguire pratiche di esoterismi diversi, alternativi, inconciliabili, dati da scuole occulte diverse, e di non appartenere ad esse.

Una gentile mano amica mi ha fatto pervenire quanto pubblicato da Efesto/N.R. Ottaviano sul detto e ridetto noto social forum, pagina altrimenti a me non accessibile, ovvero alcune fotografie nelle quali il nostro iniziatico “Istruttore” allegramente pasteggia in trattoria, innalzando in varie occasioni il calice ricolmo di generoso vino in onore di Bacco/Dioniso; in altri post, sempre giuntimi da cortese mano amica, che cordialmente ringrazio, egli pubblica un mantram riservato della Classe Esoterica; comunica in post e video esercizi e pratiche di scuole esoteriche “martiniste”, o “kabbaliste”, diverse, o antitetiche, che nulla hanno a che vedere con l’Antroposofia e la Scuola Esoterica di Rudolf Steiner. Fu lui stesso a pubblicare – di nuovo un sentito grazie alla mano amica – sul detto social forum la foto della sua tessera blu di appartenenza alla “Classe” della Società Antroposofica, quella “ufficiale”, firmata da Manfred Schmidt-Brabant (l’allora Presidente della Società Antroposofica, sul quale preferisco tacere circa quel che era: sia come che individuo che come autore di poco commendevoli azioni), esibizione che mi parve essere una volgare forma di vanitoso esibizionismo.  

Ora, quale sia il leale, e soprattutto onesto, comportamento di chi abbia fatto le solenni promesse entrando nella Prima Classe della Scuola Esoterica, lo si può leggere e soprattutto intendere con la massima chiarezza possibile e desiderabile dalle parole di colei che fu la fedele compagna, nonché la più stretta collaboratrice di Rudolf Steiner, Marie Steiner, riportate in Marie Steiner, Briefe und Dokumentevornehmlich aus ihrem Lebensjahr. Zu ihrem 33. Todestag, herausgegeben von der Rudolf Steiner-Nachlassverwaltung, Privatdruck der Rudolf Steiner-Nachlassverwaltung, Dornach, 1981, ovvero Marie Steiner, Lettere e documenti, in particolar modo dal suo ultimo anno di vita. Per il 33° anniversario della morte, opera stampata privatamente dal Lascito di Rudolf Steiner, in una bella edizione curata dalla infaticabile e competente Hella Wiesberger. Nella sesta parte di quest’opera, Einige Richtungweisende Briefe in spirituellen Fragen, Alcune lettere orientative in questioni spirituali, nell’eloquente capitolo Über falsche Mystik und persönliche Ambitionen bei der Vertretung der Anthroposophie, Circa il falso misticismo e le personali ambizioni nella rappresentanza dell’Antroposofia, vi è una lettera di Marie Steiner, da lei scritta da Haus Hansi, a Dornach, il 25 marzo 1936 e indirizzata a tale signorina von Dumpff, tedesca baltica dell’Estonia, ove, alle  pp. 321-322, Marie Steiner scrive:

«I doveri, che il discepolo della Classe [Esoterica] assume su di sé, sono i seguenti: Chi cerca di essere accolto nella Classe, si impegna, essendo rappresentante della Società, a non lanciare mai nel mondo iniziative proprie sotto il nome e la copertura dell’Antroposofia, senza essersi inteso con la Direzione del Goetheanum.

Egli si impegna a non appartenere a nessun altra corrente esoterica, e se vuole dedicarsi ad un altro esoterismo, allora egli deve farlo fuori della Classe, e non può più appartenere a questa».  

***

Ed ora veniamo, ad una questione ancor più grave, davvero capitale: quella della menzogna, dell’impostura di una sopravvivenza autentica e regolare della Sezione cultico-simbolica della Scuola Esoterica, ossia della Mistica Aeterna, con le sue due Classi: la prima in tre gradi, e la seconda in sei gradi. Di questa Mystica Aeterna, di una sua pretesa, autentica, regolare, segretamente voluta – al dire del nostro “mistagogico Istruttore” – dallo stesso Rudolf Steiner, sopravvivenza della quale, egli, Efesto/N.R. Ottaviano, sarebbe non solo “erede”, ma – avendo egli affermato pubblicamente in un video sul più volte citato social forum che unicamente chi dirige un Ordine iniziatico, per sua natura “segreto”, può lecitamente rivelarne, per sua benigna degnazione e concessione, “qualcosina” – anche il “Capo”. In pratica, egli si pone allo stesso livello di Rudolf Steiner. La mia sapientisisma amica Fang-pai, nobile figlia del Celeste Impero, direbbe – anzi dice – che costui manca di “pietà filiale” nei confronti di Rudolf Steiner, e fa osservare, delicatamente, che il suo “pre-sumere” di esser di cotanto alta dignità, tale da pretendere di voler dirigere questa e altre “strutture esoteriche”, è qualcosa di “inappropriato”, qualcosa contro il Dharma, contro il Tao.   

Se vi era una persona che aveva, secondo quel che dichiarò più volte Rudolf Steiner, tutte le qualificazioni necessarie, sì che tutto quel ch’ella avrebbe fatto, avrebbe dovuto essere considerato come da lui stesso voluto, deciso e attuato, e quindi ciò anche in merito ad una eventuale riapertura della Mystica Aeterna e, di conseguenza, “officiarne” il rituale simbolico, questa era eslusivamente Marie Steiner. Si può vedere la considerazione somma nella quale Rudolf Steiner la teneva già nel primo testamento ch’egli fece in suo favore, riprodotto in fac-simile nel citato volume dell’Epistolario, ossia  Rudolf Steiner – Marie Steiner-von Sivers. Briefwechsel und Dokumente 1901-1925, GA-262, p. 175:

«Erstes Testament, vom 19. Februar 1907, vor der Reise nach Wien. (Das letzte Testament wurde am 18. März 1915 erstellt.)

Nach meinem Tode soll Fräulein Marie von Sivers dal Recht haben, in meinem Namen zu verfügen. Was sie so thut, soll in menem Namengethan sein. […] Sie selbst soll meinen Tod als im Sinne höherer Mächte ansehen und ihn ja nicht alse in Rätsel ansehen. Die Dinge haben einen Zusammenhang, den man ehren mus, auch wenn ma ihn noch nicht versteht. Marie von Sivers selbst wird aber immer bei mir sein. Unsere Einigung bleibt unlöslich.

Dr. Rudolf Steiner

Berlin, 19. Februar 1907».

«Primo testamento, del 19 febbraio 1907, prima del viaggio a Vienna. (L’ultimo testamento venne redatto il 18 marzo 1915).

Dopo la mia morte la signorina Marie von Sivers deve avere il diritto di decidere in mio nome. Quel che lei fa, deve essere fatto in mio nome. […] Ella stessa dovrebbe considerare la mia morte come nel senso delle Potenze Superiori, e appunto non considerarla come un enigma. Le cose hanno una connessione, che deve essere venerata, anche se ancora non la si comprende. Marie von Sivers stessa, tuttavia, sarà sempre accanto a me. La nostra unione rimane indissolubile.

Dr. Rudolf Steiner

Berlino, 19 febbraio 1907».

E sette anni dopo, in un’altra disposizione testamentaria – documento n° 117 a p. 294, con fac-simile a p. 295, del GA-262 – leggiamo:

«Es ist mein Wille, dass die Fortführung der mir obliegenden Pflichten gegenüber der Anthroposophischen Gesellschaft nach meinem Tode durch Fräulein Marie von Sivers geschieht, so dass diese sich frei die ihr zur Seite stehenden Vertrauenspersonen bestimmt. Dr. Rudolf Steiner Dornach bei Basel, 22. August 1914».

«È mia volontà che il proseguimento dei doveri a me spettanti nei confronti della Società Antroposofica dopo la mia morte avvenga tramite la signorina Marie von Sivers, cosicché questa decida liberamente quali siano le persone di fiducia accanto a lei. Dott. Rudolf Steiner Dornach presso Basilea, 22 agosto 1914».

Nell’ultima biografia che Hella Wiesberger dedicò a Marie Steiner – Marie Steiner-von Sivers. Ein Leben für die Antroposophie. Eine biographische Dokumentation von Hella WiesbergerMarie Steiner-von Sivers. Una vita per l’Antroposofia. Una documentazione biografica di Hella Wiesberger, Rudolf Steiner Verlag, Dornach, 1988, pp. 524 – nella Seconda Parte, intitolata Zusammenarbeit in der Esoterik, Collaborazione nell’Esoterismo, pp. 217-222, vi è la descrizione del profondissimo rapporto spirituale di lei con Rudolf Steiner sin nelle questioni più delicate dell’esoterismo. Il tema è talmente importante che sarà necessario ritornarci  con uno studio speciale su questo ardimentoso blog. Dopo una parte iniziale intitolata Erste Schülerin Rudolf Steiners, Prima discepola [esoterica] di Rudolf Steiner, vi è una parte importante per il nostro attuale tema, Mitgründerin und Mitleiterin der erkenntniskultischen Anteilung von Rudolf Steiners Schule 1904 bis 1914, ossia Cofondatrice e codirettrice della Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica di Rudolf Steiner dal 1904 al 1914, pp. 218-219, ove possiamo leggere:

«La partecipazione di Marie von Sivers alla fondazione e alla direzione di questa Sezione Esoterica è documentata nel volume «Storia e contenuti della Sezione cultico-conoscitiva della Scuola Esoterica 1904-1914» (GA-265). Il ruolo particolare, addirittura unico, in questo contesto contesto le fu attribuito da Rudolf Steiner, risulta per esempio da un suo appunto […]. Un appartenente a questa cerchia lo ha testimoniato nel modo seguente:  

«Al vertice, come Capo di questa Scuola e come mediatore delle realtà spirituali, vi era Rudolf Steiner; al suo fianco, in qualità di compagna e collaboratrice, Marie Steiner.

A titolo indicativo venga qui accennata un’esperienza riguardo alla quale considero che – vista la mia età avanzata – sia mio dovere comunicarla; oggi vi sono soltanto pochi sopravvissuti che furono testimoni di quella scena.

In occasione della cerimonia di un grado superiore, ove soltanto un piccolissimo numero di partecipanti poterono assistere, da Rudolf Steiner stesso fu annunciato che la collaborazione di Marie von Sivers era da considerarsi nel senso pienamente giustificato – non soltanto in un senso simbolico come per tutti noi altri. E addirittura in un senso tale, che veniva indicata una realtà che va al di là della morte e della nascita» (sottolineato dall’editore), Adolf Arenson, Lettera aperta ai membri della Società Antroposofica, Ottobre, 1926.

Un altro appartenente [un olandese] a questa cerchia le [sc. a Marie Steiner] scrisse in séguito una volta:

«Con gratitudine mi ricordo dei molti anni che io ho potuto vivere sotto lo splendore, che emanava dalla nostra così amata e altamente venerata Guida. Con gratitudine e venerazione mi ricordo di quel che Voi eravate, ed ancora siete  per noi. Come fosse accaduto ieri, mi sta dinanzi l’immagine del mio primo incontro con Voi… In maniera altrettanto chiara sta dinanzi ai miei occhi il momento, in cui dal Dottore e da Voi venni innalzato al quarto Grado», J.H. Peelen (lettera senza data), vedi Zur Geschichte und aus den Inhalten der erkenntniskultischen Abteilung der Esoterischen Schule 1904-1914, GA-265».  

Da tutto ciò risulta chiaramente non soltanto l’elevatezza spirituale di Marie Steiner, bensì anche la responsabilità e la capacità di decidere che Rudolf Steiner le aveva affidato, facoltà di decidere ed agire in suo nome, anche in rapporto all’eventuale riapertura della II e III Classe, ossia della Sezione culticosimbolica della Scuola Esoterica.

Dopo la morte di Rudolf Steiner, personalità come Albert Steffen, Günther Wachsmuth, la stessa Ita Wegman, conoscendo la responsabilità e la facoltà di decidere in suo nome da lei ricevuta dal Dottore, si rivolsero a Marie Steiner chiedendole di riaprire la Mystica Aeterna, onde venissero nuovamente eseguite le vecchie cerimonie simboliche della Sezione cultico-simbolica, ma lei si rifiutò decisamente di farlo. Ciò è chiaramente testimoniato in uno studio di Rolf Speckner, Die Erweiterung ins Rituelle hinein, Zur Entwicklung der Freien Hochschule für Geisteswissenschaft nach Rudolf Steiners Tod, apparso in  die Drei, Zeitschrift für Anthroposophie in Wissenschaft, Kunst und sozialem Leben. 6/2020, pp. 13-26. Non posso trascrivere in questo articolo, già troppo lungo, tutto quanto riporta Rolf Speckner nel suo documentatissimo interessante studio, ma in sostanza egli conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto già scritto nella presente disamina. Eventualmente ritornerò sulla questione in un altro mio studio o nei commenti a quello presente. Riporto soltanto, traendolo dal suddetto articolo, p. 25, quel che Marie Steiner scrisse a Jürgen von Grones, in risposta alle capziose obbiezioni di quest’ultimo:

«La risposta migliore la dà il fatto che ho già comunicato in precedenza, circa ciò che appunto si temeva […] che essendomi stato chiesto dal Presidente e dal Segretario della Presidenza esoterica di ripristinare l’antico esoterismo [sc. le cerimonie cultiche della Mystica Aeterna], e che, tenuto conto della grande immaturità che vi è a giro, mi son guardata bene dal farlo».

Die beste Antwort gibt jene Tatsache, die ich vorhin mitgeteilt habe, daß ich, von der man ja dieses befürchtet […] vom Vorsitzenden und Schriftführer des esoterischen Vorstandes aufgefordert worden bin, die alte Esoterik wieder aufzunehmen, und daß ich im Hinblick auf die große Unreife, die sich rundherum darbot, mich wohl gehütet habe, es zu tun.

A questo punto, sulla base dell’ampia documentazione esposta nella presente disamina, mi pare evidente quanto sia “inappropriata” – per usare la sin troppo delicata espressione della mia sapientissima amica Fang-pai – da parte di Efesto/N.R. Ottaviano, e di altri. il “pre-sumere” di avere una continuità con la Mystica Aeterna, che Rudolf Steiner “chiuse” e “sigillò” nel 1914, e che eventualmente solo Marie Steiner avrebbe potuto “riaprire”, rifiutandosi però sempre di farlo, nonché la – per me sacrilega – “pretesa” di celebrare riti e cerimonie, per di più spacciandole per una forma di “massoneria egizia”, che la Sezione cultico-simbolica, secondo l’esplicita parola di Rudolf Steiner, mai ha avuto. Una tale “pre-sunzione” e “pretensione” sono sintomo eloquente proprio di quella “immaturità” – altra espressione davvero sin troppo delicata e gentile – che decise Marie Steiner a non farne di niente. Tale via, come detto più volte nella presente disamina, è una via occulta “ostruita”, e come tale non più percorribile. Tanto più che i rituali che circolano sono un maldestro e rozzo “collage” di parti incomplete dei rituali della Mystica Aeterna, ai quali – come mi spiegava Hella Wiesberger, e come ho potuto constatare visionandoli personalmente – sono stati aggiunti “pezzi” del rituale della Christengemeinschft, del rituale religioso non confessionale usato dal corpo docente delle Scuole Waldorf,  e con elementi di ritualità massonica di varia origine, comunque estranei all’Antroposofia.

Ora, si pone un duplice problema. Con la sua “spre-giudicata” operazione in “salsa massonica”, col suo papusiano “Martinismo Egizio Isiaco-Osirideo”, con la sua “Chiesa Gnostica Egizia Apostolica Yohannita”, e con i suoi molteplici trasgressivi “dionisiaci” comportamenti, Efesto/N.R. Ottaviano va ampiamente in rotta di collisione coi principi della Classe Esoterica, all’entrata nella quale egli ha pur fatto delle promesse sacre di fronte alla Potenza di Michele. Mentre il dichiarare di far parte – anzi, come da lui apertamente affermato in un video sul noto social forum, di esserne il solo Capo, unico autorizzato a rivelarne, con alquanto sussiego e degnazione,  “qualcosina” al mondo profano – di un organismo, strutturato nella forma di “logge massoniche”, organismo da lui stesso dichiarato “segreto”, è cosa che lo espone ai rigori della Legge Anselmi sulle società segrete (Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 27 del 28-01-1982). Non credo proprio che il Grande Oriente d’Italia, la maggiore Obbedienza massonica nella Terra d’Ausonia, del quale Efesto/N.R. Ottaviano dichiara pubblicamente di far parte – addirittura, se è vero quanto mi vien riferito da fonti varie (il condizionale, in questi casi, è d’obbligo), come Maestro Venerabile di un’officina massonica veneta, la R.L. Maat la Saggezza Trionfante, n° 1233, all’Oriente di Abano Terme, in provincia di Padova – gradisca molto, dopo i molti guai ch’esso ha passato a causa delle tristi vicende della P2 di Licio Gelli, una siffatta, al contempo indebita e imbarazzante, pubblicità. Il fatto grave è che queste cose dànno armi veramente pericolose ai nemici dell’Antroposofia, e soprattutto all’integralismo cattolico, che non mancherebbe certo di farne uso contro di essa. Se poi, invece, alla “dirigenza” della Società Antroposofica Universale, alla sua “ufficiale” Classe Esoterica, e al Grande Oriente d’Italia il “mistagogico Hierophante”, ossia il sin troppo affaccendato Efesto/N.R. Ottaviano, o chiunque si celi dietro tali pseudonimi, piace tanto così com’è, che problema c’è? Ma che se lo tenessero pure caro! Certo, per chi è uno spirito libero, per chi ama sinceramente l’Antroposofiaama un pensiero ed una morale coerenti, vi è di che rimanere alquanto perplessi…     

 

 

 

Un pensiero su “VERITÀ SU RUDOLF STEINER E MASSIMO SCALIGERO CONTRO LE MENZOGNE SU DI LORO E L’ANTROPOSOFIA. TERZA PARTE: L’AUTENTICO VOLTO DELLA SCUOLA ESOTERICA E DELLA “MYSTICA AETERNA”.

  1. A quanto pare, la lunga disamina da me svolta sulle alquanto discutibili affermazioni del nostro intraprendente e immaginifico Efesto/N.R. Ottaviano, nonché sulle sue ostentate pretese ad impossibili “dignificazioni” iniziatiche, che – a mia, ma non solo mia, modesta opinione – in nessun maniera gli spettano, e che hanno oltremodo divertito una vasta cerchia di lettori, non è stata sufficiente a consigliarlo ad un più savio e prudente procedere. Per cui mi scuso coi benevoli, e sin troppo pazienti, lettori di questo temerario blog, se sono costretto a rettificare sia pure à la volée, in quest’ora notturna nella quale mi fa fedele compagnia la mia dolcissima melanconia, alcune errate affermazioni del nostro “mistagogico hierophante”.

    Tralasciando, per brevità, pur trovando sempre più divertente il suo insistere in tale direzione, il suo ennesimo gratificarmi pubblicamente di una sua non richiesta diagnosi professionale circa la mia salute mentale, cosa dal punto di vista medico deontologicamente molto poco seria, visto che non ho avuto mai il dispiacere di esser suo paziente, passiamo ad esaminare alcune sue – veramente indecenti dal punto di vista storico e filologico – “affermazioni” sulla Mystica Aeterna di Rudolf Steiner.

    Con lo pseudonimo di N.R. Ottaviano, o chiunque si celi dietro di esso, egli ha pubblicato nel solito social forum un post nel quale egli insiste a definire – malgrado l’esplicita denegazione scritta di Rudolf Steiner in tal senso, da me ampiamente documentata – come “massonica” la rituaria della Mystica Aeterna. Per far ciò, egli non si trae indietro neppure di fronte all’alterazione dei testi pubblicati, in tedesco e in italiano, della GA-265.

    Per render più verosimile agli occhi del candido ed inesperto lettore la sua abusiva assimilazione della rituaria della Mystica Aeterna ai rituali correnti nell’Obbedienza massonica della quale egli si dichiara membro – il Grande Oriente d’Italia, la maggiore Obbedienza in Terra d’Ausonia – egli chiama “Maestro Venerabile” colui che dirige il rituale dall’Altare d’Oriente. Ora una tale espressione non c’è, in nessun punto, né nel testo tedesco della GA-265, pubblicato dalla Rudolf Steiner Verlag di Dornach, e nemmeno nel testo italiano della O.O. 265, tradotto da Laura Vanelli, e pubblicato dalla Editrice Antroposofica di Milano.

    Nel testo tedesco di tale opera – curata con competenza e amore da Hella Wiesberger – vi è costantemente, e unicamente, l’espressione “Meister”, che Laura Vanelli traduce ogni volta correttamente con “Maestro”. Nella Massoneria anglosassone, per il capo dell’Officina massonica, ossia della Loggia, vi è l’espressione “Worshipful Master”, in quella francese, “Vénérable Maȋtre”, e in quella italiana, “Maestro Venerabile”. Nella Massoneria dei paesi di lingua tedesca – Germania, Austria, e cantoni germanofoni della Svizzera – è, sin dal Settecento, in uso l’espressione “Meister des Stuhles”, che potrebbe essere tradotta come “Maestro Insediato”, o “Maestro in Trono”. Nessuna di queste espressioni viene mai usata, neppure una sola volta, da Rudolf Steiner.

    Non bastano poche frasi – veramente molto poche del ben lungo rituale – che sono solo una parte della cerimonia di apertura e di chiusura della liturgia misraimita della Mystica Aeterna, a farne un “rituale massonico”. N.R. Ottaviano, nel suo post, definisce tale rituale – da lui riportato, come abbiamo visto, in maniera interessatamente alterata anche rispetto alla traduzione italiana pubblicata dall’Editrice Antroposofica – addirittura come “scozzese”, e non più “egiziano”, come da lui, in precedenza, a lungo sostenuto e scritto.

    In realtà nella rituaria della Mystica Aeterna di Rudolf Steiner vi è ben poco di “massonico”. In tutte le logge massoniche le due colonne J e B sono poste all’entrata ad Occidente, e non ad una insolita entrata a Nord come nella Mystica Aeterna. In Massoneria non vi sono “altari” di fronte al Maestro Venerabile e ai due Sorveglianti come invece vi sono nella Mystica Aeterna. Nella Mystica Aeterna, inoltre non vi è – come in tutte le logge “scozzesi” – il “gabinetto di riflessione”, l’altare triangolare al centro della loggia con sopra la “menorah” per i giuramenti. Nella Mystica Aeterna non vi sono – come in tutte le logge “scozzesi” e nella maggior parte di quelle di altri riti massonici – la figura dell’Oratore, quella del Segretario, del Maestro delle Cerimonie, del Fratello Esperto o Fratello Terribile, il Copritore esterno e quello interno, e via dicendo. Inoltre, i rituali d’iniziazione della Mystica Aeterna nulla – davvero nulla – hanno a che vedere con quelli della Massoneria del Rito Scozzese Antico Accettato, del willermosiano e neotemplare Rito Scozzese Rettificato, dell’americano Rito di York, dell’Emulation inglese, e neppure con i rituali sedicenti “egiziani” di quel Rito di Memphis-Misraim del quale N.R. Ottaviano – così mi si dice – avrebbe fatto parte (il condizionale è sempre d’obbligo) nel Grande Oriente d’Italia, ed anche fuori del medesimo, prima di diventare, se vero quanto riferitomi, – “self styled”, direbbero gli anglofoni – Gran Hierophante di una sua propria “Obbedienza egiziaca”.

    Ritengo che il nostro Gran Hierophante, nonché Gran Maestro di molte organizzazioni massoniche e non, Superiore Incognito Iniziatore Egizio Isiaco-Osirideo, e Primate Patriarca di una sua Chiesa Gnostica Apostolica Egizio Yohannita, dovrebbe essere più prudente nello scrivere, più oculato nel riferire le fonti delle sue “affermazioni”, dovrebbe studiare di più, e non avventurarsi dilettantescamente in campi ch’egli non conosce bene, o addirittura non conosce affatto. Persino in campo massonico.

    Ora, io che, nella mia orsolupesca disobbediente indisciplina, non appartengo ad Obbedienze massoniche di sorta, e non sono Gran Maestro di niente, un po’ ho studiato, e posso garantire a N.R. Ottaviano che le logge “egiziache” di John Yarker, in Inghilterra e altrove, non erano affatto “miste”, ossia non ammettevano la compresenza nelle logge regolari di donne e uomini, come invece avveniva nella Mystica Aeterna di Rudolf Steiner. Alle donne veniva riservata una Obbedienza separata, nella quale venivano concessi ad esse dieci gradi di “adozione”, e le cui “tornate” potevano essere frequentate dagli uomini del Rito accolti come “visitatori”. Del resto, i rituali “egiziaci” di John Yarker, che io possiedo nella loro integralità, nulla hanno a che vedere con quelli della Mystica Aeterna, contrariamente alle affermazioni di Efesto/N.R. Ottaviano: sono completamente diversi. Così come sono diversi quelli “scozzesi”.

    Nella Mystica Aeterna, il “Meister”, ossia il “Maestro”, era – ut oretenus traditur – sempre, solo e soltanto Rudolf Steiner, e il “Ministrant” – che “officiava” il culto o liturgia misraimita all’altare d’Oriente assieme a lui – era sempre e unicamente Marie Steiner. Così come nella Prima Classe della Scuola Esoterica sempre, solo e unicamente Rudolf Steiner impartiva l’insegnamento nelle “esoterischen Stunden”. Il “Maestro” nella Mystica Aeterna non veniva democraticamente eletto dai Fratelli della loggia, come avviene in tutte le regolari Obbedienze massoniche, e in essa i Fratelli di loggia non leggevano “tavole architettoniche” di loro “ricerche”, e non avvenivano discussioni tra i partecipanti al rituale, poi sintetizzate dall’Oratore, e registrate dal Segretario, come nelle logge scozzesi o in quelle egiziane, evocate da N.R. Ottaviano, che a mio modo di vedere – mistifica alla grande i dati obbiettivi, che chiunque può controllare in libri di facile acquisizione. Nelle “Instruktionsstunden”, nelle “lezioni d’istruzione”, parlava solo Rudolf Steiner, il quale portava i risultati della sua indagine spirituale, mentre i partecipanti devotamente ascoltavano e custodivano nel cuore quanto da lui donato.

    Infine, vorrei precisare – contro le calunniose affermazioni di N.R. Ottaviano – che la mia amica Hella Wiesberger, ch’egli non ha mai conosciuto, non fu mai “cameriera”, o “segretaria” o “dama di compagnia” di Marie Steiner, cosa che facilmente posso provare, e che se la mia cara Hella – prima assieme a Günther Schubert, e poi per alquanti decenni, dopo la scomparsa di quest’ultimo, da sola – ha pubblicato tutto il materiale della Scuola Esoterica di Rudolf Steiner, ciò è avvenuto – e posso dimostrare anche questo facilmente a chi vuole – per esplicita, e scritta, volontà di Marie Steiner, a sua volta riconosciuta in tale sua facoltà dallo stesso Rudolf Steiner, addirittura per iscritto e con testamento. Accusare di tradimento spirituale – proprio lui! – Hella Wiesberger, e deferirla a rispondere nel post-mortem ad un tribunale spirituale mi dànno la misura della bassezza delle sue menzogne e della volgarità della “mistificazione” antispirituale di Efesto/N.R. Ottaviano, o di chiunque si celi dietro tali pseudonimi.

    Hugo de’ Paganis

Lascia un commento