L’ARCHETIPO-AGOSTO 2019

Anno XXIV n. 8

Agosto 2019

archetipo2

Assunzione-1

2 pensieri su “L’ARCHETIPO-AGOSTO 2019

  1. Che il numero sia bello va da sé. Però è da evidenziare la posta dei lettori, in quanto c’è una lettera tosta di Scaligero circa la vicenda dello sbarco sulla Luna e una risposta che condivido circa certi ricami attorno alla reincarnazione, probabilmente dell’eccellente Marina S.

    Sì, perché tralasciando le cose che ormai comincia a capire un numero crescente di soggetti (il mito tecnico dei viaggi spaziali e il salasso pubblico) c’è un fatto più radicale che alla luce di ciò rende gli eterni dibattiti sul presunto allunaggio un qualcosa che ha del comico.
    E cioè che alla fine se uno dal pianeta terra parte bischero, ritorna lo stesso bischero. Anche di più, bello frastornato dal soggiorno in slow motion. Ammesso ritorni.

    Proprio nell’ultimo commento accennavo poi ad alcune elaborazioni soggettive sulla reincarnazione, rimanendo in tema di cinematografia.
    E ora leggo di queste 2 amiche che un tempo erano Barbarossa e Alessandro Magno.
    Lì basta un raptus e un semplice tè delle 5 poteva trasformarsi tutto in un affare di diete di Costanza e Macedonia.
    Ma cosa si può fare quando si viene investiti da pompose chiacchiere di sorta in salotto, peggio se è il proprio? Meno male non sono nella posizione di dare consigli e non ho un salotto.
    Però mi è capitato numerose di assistere al “gioco” delle vite passate. Di solito uso stare a sentire senza dir nulla, anche perché che senso avrebbe negare queste soddisfazioni.
    Così a forza di stare a sentire questo e quello senza possibilità di affermare o negare, si impara che c’è davvero poco di saliente da dire.
    Al limite se si è qui è altamente possibile essere la reincarnazione di un ex bischero, ecco.

  2. Sono decenni ormai che si cerca di far passare l’idea che, ogni volta che gli antichi ci parlano di contatti avuti con Jahvè, o con gli Dei, Theoi o Deva, in realtà avrebbero avuto semplicemente contatto con esseri extraterrestri tecnologicamente e modernamente intesi.In particolare sono decenni che si cita la visione di Ezechiele come presunta prova di un contatto avuto con un carro di fuoco inteso banalmente come astronave extraterrestre.Ultimamente questa visione del mondo è ritornata prepotentemente di moda e, qualunque siano le ragioni o presunte tali di coloro che la propugnano, assolutizzata non può che avere come effetto collaterale quello di allontanare ancora di più l’uomo moderno da un punto di vista puramente spirituale, chiudendolo da ogni lato prepotentemente dentro una visione del mondo nettamente materialista vista come l’unica possibile e valida, per il passato, presente, futuro. Ora, nell’interpretare i testi antichi, scritti dagli antichi per gli antichi nell’ambito di una cultura antica e non moderna, si dimentica troppo facilmente che gli antichi non sentivano e non pensavano esattamente come noi, che non percepivano il mondo esattamente come noi e soprattutto che avevano una cultura adeguata a questo diverso modo di essere e di percepire nonché alla scala dei valori dell’epoca, espressa sovente in modo simbolico. Per questo ho trovato davvero molto interessante l’articolo di Francesco Corona e l’accostamento, davvero impressionante, con le pitture rupestri della grotta di Porto Badisco, che finalmente interpreta il carro di fuoco secondo un’ottica differente dalla solita vulgata che la vede come un disco volante ante litteram.

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