🪐
Se guarda lo spirito, se guarda l’Io, l’uomo è portato a sentire un centro di sé, una unità originaria. Non così se guarda il suo essere corporeo, la vita dell’anima e il rapporto con il mondo materiale. Egli sente allora l’essere originario diviso, frantumato: il rifrangersi della luce da innumerevoli forme.
In lui tuttavia la frantumazione tende a ricostituire la unità. Egli giunge a conoscere nell’intimo di sè la forza che porterà a compimento l’unità.
L’universo è contratto nella forma umana. La vita dei pianeti diviene attività ritmica del corpo eterico: le forze delle stelle fisse dello zodiaco si traducono nella vita dei sensi e dei nervi, mediante cui si manifesta il pensiero. La potenza del sole è recata dal cuore e sostiene la forma dell’uomo. Tutto è il ritmo della luce, o l’armonia delle stelle, che tende a ricostituirsi nell’uomo: sorgendo come pensiero.
Il sole è il vuoto del vuoto. È l’occhio dell’universo: in tal senso è il centro d’irraggiamento della luce: il centro in cui converge da remote profondità la luce creatrice: per irradiarsi. Il cuore è nell’uomo la sua presenza: da cui la luce risorge come tessuto delle pure idee: che l’uomo attinge e crea in quanto sia libero, sia un Io.
In realtà l’uomo è la meta dell’universo. Egli è offerto all’opera dell’universo, perchè l’Io si esprima, e nell’esprimersi attui la libertà: faccia revivere del lievito della terra l’universo.
da “L’Imaginazione creatrice”.
___________________________