LA CONDIZIONE UMANA È SUPREMA (di F. De Pascale)

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“IN QUESTO CORPO ALTO SEI PIEDI, DOTATO DI PERCEZIONE E DI CONOSCENZA, È CONTENUTO IL MONDO, L’ORIGINE DEL MONDO, LA FINE DEL MONDO, E COSI’ PURE IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA FINE DEL MONDO”.

Gautama Buddha. Anguttara Nikaya, IV, 45.

La condizione umana – per quanto attualmente sciagurata e miserevole – è suprema, al punto che viene dichiarato esplicitamente essere “l’UOMO la mèta degli Dèi”. E questo perché solo l’essere umano – e non gli Dèi – fa l’esperienza della morte. Solo l’essere umano – e non gli Dèi – rinchiuso in questo “soma-sema”, o “corpo-prigione”, o “corpo-tomba”, può realizzare Autocoscienza, Libertà e Amore. Gli stessi Dèi anelano a tale suprema realizzazione, della quale NON sono capaci. Anzi Essi attendono – con struggente nostalgia – che l’UOMO realizzi coraggiosamente Autocoscienza, Libertà e Amore. Gli Dèi attendono tale realizzazione dall’UOMO, realizzazione che l’essere umano NON può ottenere dagli Dèi. Massimo Scaligero arriva a scrivere – ed è una severa ammonizione, che le “anime belle” farebbero bene a ben meditare – che “delude gli Dèi, l’uomo che vuole dipendere dagli Dèi”!

L’essere umano – e in particolare il praticante interiore – dovrebbe ringraziare ogni giorno al suo risveglio il Cielo, i Numi, e il Destino, per il dono di quel corpo fisico che gli permette l’esperienza della percezione sensibile, del pensare cosciente e della volontà libera. Conducendo audacemente nell’Ascesi alla loro ultima istanza queste tre possibilità donate dall’incarnazione nel corpo fisico, esse trasfigurano e trasmutano nell’esperienza della “percezione pura”, del “pensiero libero dai sensi”, della “volontà solare”. E queste tre pratiche interiori si fondono – tutte e tre – nel dono mirabile della Via del Pensiero, ossia nella Concentrazione, l’esercizio a sé sufficiente, perché in sé ha tutto in un solo atto in atto: percezione, coscienza pensante, e volontà!

Il corpo è il punto di partenza, in quanto è inevitabile partire dalla sola coscienza che abbiamo a libera disposizione: la coscienza di veglia, mediata dal sistema nervoso. L’ascesi libera il moto volitivo del pensare dalla mediazione somatica, in quanto nella Concentrazione il moto cosciente del pensare diviene solo supporto e unica mediazione a se stesso.

Il corpo diventerà altresì punto d’arrivo, in quanto l’esperienza spirituale estracorporea ha la fulgurea potenza di trasformare – CONOSCENDOLA – la corporeità da ottusa alterità in arto cosciente dello Spirito, restituendola al suo essere immortale originario. Ossia, come affermavano Gerard Dorn e Robert Fludd: “Transmutatemini in viventes lapides philosophicos”, “trasmutatevi in viventi pietre filosofali”.

Unica Via per la realizzazione dell’autentico Uomo Interiore, dell’Uomo Spirito, è la Via del Pensiero, la Concentrazione: la Via del concreto annientamento di ogni egoismo.

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