GIORDANO BRUNO: L’UOMO È EMANATO DALL’UNO (di F. De Pascale)

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Giordano Bruno non è solo colui che infranse una immagine del mondo che gli umani, adagiati sull’abitudine, avevano in campo astronomico. Giordano Bruno fu anche un asceta del pensiero che cercò – e secondo me pure raggiunse – l’unione con l’Anima del Mondo. Il suo neoplatonismo magico lo portò a ricercare nell’Ermetismo classico le vie dell’esperienza spirituale e dell’Iniziazione ad una vita spirituale superiore all’ignoranza e alla labilità umana. 

Quel che i rappresentanti della Potenza Straniera d’Oltretevere, i “predicatori di ciance” come li chiamava Dante, che ancora occupano illegittimamente il suolo della Terra d’Ausonia, non possono tollerare è che l’essere umano con il suo coraggio di conoscere, con i suoi propri sforzi e la consacrazione della sua volontà, possa giungere a superare la cecità spirituale umana e ad innalzarsi all’esperienza spirituale diretta. Come diceva anni fa il Cardinal Ratzinger: “E noi, la Chiesa, cosa ci stiamo a fare?!”. Giusto, voi preti che cosa ci state a fare? 

Il loro terrore è di perdere tutti i clienti! Né più né meno che i politici italiani e non solo italiani. La Chiesa Cattolica da sempre ha come suo precipuo scopo – e questo lo dice Rudolf Steiner – prima l’anestesia e poi la distruzione dell’anima cosciente dell’uomo. 

L’essere umano – e su questo l’allora Cardinal Ratzinger fu quantaltri mai chiarissimo – è composto di corpo e anima soltanto, e non anche di spirito, perché lo spirito gli viene somministrato dalla mediazione liturgica della Chiesa, che la esercita attraverso i sacramenti, dei quali pretende il monopolio. Ossia, la costituzione occulta dell’uomo – secondo lui – è corpo, anima e Chiesa, non corpo, anima e spirito. E questo perché – secondo i predicatori di ciance che abitano di là dal Tevere – l’uomo è creato – a suo libito e senza un perché – dal nulla da un Creatore, che in qualsiasi momento lo può – libito licito – distruggerlo, ed una cosa è buona sol perché Dio la vuole, e non Dio la vuole proprio perché buona. 

Mentre per Giordano Bruno – ed anche per Rudolf Steiner che a Giordano Bruno dedicò la prima stesura del libro Teosofia – l’uomo è emanato dall’Uno, e non creato dal nulla, e poiché dall’Uno è stato emanato, ancorché caduto in un immemore stato di abiezione, pure all’Uno, liberamente e coscientemente, egli può nuovamente innalzarsi ed unirsi, ripercorrendo i gradini della discesa nella frantumazione dionisiaca della molteplicità apparente e nell’illusione sensibile e materiale. Nelle profondità di sé l’uomo ha un fuoco, che cova sotto la cenere che lo ricopre ma non lo spegne, e questo fuoco egli può, coscientemente, liberamente, con le sue stesse forze, far nuovamente divampare a fiamma, se sol conosce l’Arte di nutrirlo e di rianimarlo. Quell’Arte che Rudolf Steiner e Massimo Scaligero hanno mirabilmente insegnato con la Via del Pensiero, con la Via della Iniziazione. 

Ma a cotal spirituale fuoco i predicatori di ciance d’Oltretevere hanno preferito il fuoco che distrusse la Biblioteca di Alessandria ove insegnava la nostra Ipazia, il fuoco che distrusse la sede dei Misteri – il Telesterion – ad Eleusi, il fuoco dei roghi, il fuoco che distrusse il primo Goetheanum – perché è verissimo e certissimo che furono loro ad incendiarlo, dopo avere arrogantemente annunciato sui giornali basilesi che l’avrebbero fatto, ed altresì organizzato una riunione “operativa” alla Taverna Ochsen di Arlesheim, la sera prima dell’appicamento, nel quale arse pure l’incendiario esecutore da loro incaricato in quella sciagurata riunione – ed anche il fuoco di rivoltelle adoprate nel tentativo di sopprimere nell’Italia degli Anni Venti del passato secolo alcune voci dell’esoterismo italiano. 

Il tutto perché loro ritengono di essere creati dal nulla per l’imperscrutabile volontà di un Dio ridotto all’assurdo. Ho avuto modo di dire celiando – sed quis vetat ridendo dicere verum?: non è forse possibile dir la verità, sia pur con umorismo? – che sarebbe auspicabile che i creati dal nulla non si occupassero delle cose degli emanati dall’Uno, e li lasciassero in pace. Ma si sa – al di là del diolciastro e ‘caritatevole’ buonismo cristiano – la politica e la strategia della Chiesa Cattolica nei confronti dell’esoterismo e delle comunità spirituali autonome, possono riassumersi in queste poche parole: “Noi vi chiediamo tolleranza in nome dei vostri principi, e ve la neghiamo in nome dei nostri principi”. Semplice, nella sua cinica perfidia, no?! Alla bisogna, poi, ritorna ai “vecchi” sistemi violenti, come nel Messico degli anni venti del Novecento, ove tramite i “Cristeros”, i “Guerriglieri di Cristo Re” si assassinavano spregiudicatamente gli avversari politici ed ideologici, pratica in uso anche nella penisola iberica. Le mie simpatie – ça va sans dire – vanno tutte al Presidente Calisto Plutarco Calles che con energia giacobina librò il Messico per un tempo di quella mala genìa!

Quella di Giordano Bruno fu la voce di chi ebbe il coraggio di conoscere, di indicare a chi voleva conoscere la Via della Reintegrazione nell’Uno attraverso la platonica Estasi Filosofica, la quale portata alla sua estrema istanza sfoci nella Via del Pensiero e nella Concentrazione. Vogliamo ricordare – e raccomandare – questi pensieri a coloro che, ingenuamente e in buonissima fede – confidano nelle “tenerezze” che molti catto-esoteristi – anche sul Colle del Gianicolo – hanno per la Potenza Straniera d’Oltretevere, e le cui “quinte colonne” sulla “rete” inquinano babelicamente a più non posso il panorama spirituale. Ma verrà un giorno il Veltro che la farà morir di doglia!

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