SECONDA PARTE
Introduzione
Settimo settennio
1849 – 31 luglio: arriva a San Marino, scioglie la legione e riparte con soli 250 fedelissimi. Anita ha un attacco febbrile, probabilmente malaria, ma continua a seguire Garibaldi.
– 1° Agosto: Anita a Cesenatico: s’imbarca coi suoi tredici bragozzi, diretto a Venezia. Avvistato e cannoneggiato dagli austriaci, approda a Magnavacca, con Anita gravissima e 30 compagni.
– 4 agosto: morte di Anita
– 8 agosto: il compagno di Garibaldi, padre Ugo Bassi, sacerdote barnabita e massone, per i clericali “prete rinnegato”, ed il capitano Livraghi senza processo vengono condannati a morte e fucilati a Porta Sant’Isaia a Bologna. Ugo Bassi fu a lungo torturato dalle autorità ecclesiastiche.
“Bassi cadde vittima dei preti, che guidarono le palle austriache. Infami preti! Mercanti d’Italia! Voi vendeste la vita di Bassi, come avete venduto la vita d’Italia. Ma la vostra religione! Ah si! Non essere che la religione dell’inferno!…… Il Papa è Lucifero… la parola d’ordine , il giorno della vendetta sarà: Bassi!”
– agosto: fuga di Garibaldi attraverso l’Appennino soccorso dalla “filiera” montana di Romagna e Toscana.
– 4 settembre: Garibaldi giunge in Liguria.
– 6 settembre: arrestato e portato a Genova. Il capo di accusa è di essersi introdotto illegalmente nel Regno di Sardegna, avendo lui perso la cittadinanza sarda. A favore di questa tesi si schierò anche Cavour. Secondo lo Statuto del 1848 ogni suddito sardo avrebbe perso la cittadinanza se avesse servito nelle forze armate d’uno stato straniero.
-16 settembre: partenza da Genova per l’esilio. La Marmora dopo averlo visto scrisse: “Garibaldi non è un uomo comune, la sua fisionomia, comunque rozza, è molto espressiva. Parla poco e bene: ha inoltre penetrazione, sempre più mi persuado che si è gettato nel partito repubblicano per battersi e perché i suoi servigi erano stati rifiutati. Né lo credo ora repubblicano di principio. Fu grande errore il non servirsene. Occorrendo una nuova guerra, è uomo da impiegare. Come sia riuscito a salvarsi quest’ultima volta, è veramente un miracolo”.
– 25 settembre – 6 ottobre: arriva per la prima volta alla Maddalena. “La Maddalena e Caprera…, possono avere suscitato qualche ricordo sentimentale perché somigliavano in modi diversi a Laguna, la città natale di Anita”.
- 14 novembre: arrivo a Tangeri dopo una sosta a Gibilterra. Si ferma 7 mesi. “Ero fisicamente esausto, tormentato dai reumatismi e dall’artrite”.
Scrive le sue memorie nella loro prima stesura.
1850 – giugno: partenza da Tangeri per gli Stati Uniti via Liverpool.
– 30 luglio: arrivo a New York
“Subito dopo aver lasciato Liverpool, Garibaldi era stato colto da un violento attacco reumatico che gli aveva impedito di camminare; dovette essere portato a braccia giù dalla nave”.
Il Dwight, che per primo pubblicò le sue memorie, ricorda che la forma reumatica gli indebolì il braccio destro. Per vivere Garibaldi fece il lavorante di candele nella fabbrica del fiorentino Antonio Meucci. Giocava a bocce, a domino ed andava spesso a caccia. Fallimento finanziario.
-11 novembre – 7 dicembre: viaggio a Cuba.
1851 – 28 aprile -12 settembre: viaggia nelle Americhe, prima a Chagres e poi a Panama. Qui cadde seriamente malato di febbre tropicale.
– ottobre: continua il viaggio a Lima. Qui partecipa ad una rissa con il francese Charles Ledo, che lo aveva precedentemente schernito.
1852 – 19 marzo : morte della madre. Garibaldi sta andando a Canton su la “Carmen”. Quella notte di tempesta, sofferente per un attacco di reumatismi ha la visione di sua madre e di una processione funebre.
– Aprile – dicembre: viaggio in Cina, Australia e Nuova Zelanda come capitano di navi mercantili.
1853 – settembre; torna in America; altri guai finanziari.
– novembre: parte per Londra con la nave “Commonwealth”
1854 -11 febbraio: arriva a Londra ed incontra Mazzini. Conosce il rivoluzionario russo Alexandr Herzen il quale lo definì: “un eroe dell’antichità; una figura dell’Eneide”. Dissidio con Mazzini circa il suo modo di fomentare le insurrezioni. A Londra ricevette anche una spada, un telescopio ed un diploma di benvenuto.
– 7 maggio: arriva a Genova durante l’epidemia di colera. Si offre volontario agli ospedali, ma non viene accettata la sua offerta. Lo coglie un violentissimo attacco reumatico. Si reca a Nizza: gioca a bocce e a dama. Non ama invece gli scacchi, persuaso che occorresse più tempo a divenire buon scacchista che non un buon generale.
1855 – 8 agosto: è nominato capitano marittimo di prima classe.
– 11 novembre: morte del fratello Felice: eredità.
– 29 dicembre: acquista metà dell’isola di Caprera
1856 – viaggi marittimi.
Ottavo settennio
1856 – 8 agosto: è a Torino dove incontra per la prima volta Cavour.
1857 – viaggi marittimi, ha un naufragio. A Caprera Garibaldi porta anche Battistina Ravello perché cucinasse e tenesse casa per lui; fu amante di Garibaldi. Conosce Maria Speranza von Schwartz che tradusse le sue memorie in tedesco.
1858 – si stabilisce definitivamente a Caprera dove diventa agricoltore e allevatore.
– agosto: chiede a Speranza di sposarlo: lei chiede tempo per riflettere. Mentre camminavano sottobraccio egli lo ritrasse nei pressi della casa, spiegando che le donne della sua casa avevano l’abitudine di spiarlo con un cannocchiale. Ha un incontro con Cavour: accordo per i volontari.
– 31 dicembre: nasce per sua richiesta l’inno di Garibaldi. Parole di Mercantini, musica di Olivieri.
1859 – febbraio; e a Torino incontra per la prima volta Vittorio Emanuele.
– 11 marzo; è nominato maggior – generale piemontese, comandante del Corpo Cacciatori delle Alpi: incomincia ad addestrare i volontari.
– 25 aprile: si prepara a partire; ha un violento attacco reumatico al ginocchio.
– 27 aprile; dichiarazione di guerra all’Austria, con la Francia alleata del Piemonte.
– 21 maggio: passa la Sesia.
– 23 maggio : passa il Ticino.
– 26 maggio: combattimento di Biumo Inferiore e Malnate.
– 27 maggio: battaglia di San Fermo: conosce e si innamora di Giuseppina Raimondi.
– 9 giugno: Vittorio Emanuele gli conferisce la medaglia d’oro al valor militare.
– 14 giugno: battaglia dei Tre Ponti.
– 11 luglio: armistizio di Villafranca.
– 1° agosto: si dimette da generale sardo.
– 17 agosto: viene nominato vice-comandante in capo dell’Esercito dell’Italia Centrale.
– settembre: lancia la sottoscrizione “un milione di fucili” per l’unità d’Italia (Fondo Garibaldi)
– 16 novembre: si dimette da generale dell’esercito toscano.
1860- 4 gennaio: incontra Alexandre Dumas.
– 24 gennaio: sposa a Fino Mornasco Giuseppina Raimondi. Il matrimonio durò un giorno, lei era l’amante del giovane ufficiale Luigi Caroli. Non le avrebbe parlato mai più.
– 24 marzo: cessione di Nizza alla Francia. Garibaldi fonda un “Comitato per Nizza” ed entra in politica.
– 12 aprile: è eletto al Parlamento.
– 6 maggio: partenza dei Mille dallo scoglio di Quarto; sono 1150 uomini su due vapori: il Piemonte ed il Lombardo della compagnia Rubattino.
– 7 maggio: sbarco a Talamone.
– 11 maggio: sbarco dei Mille a Marsala.
– 13 maggio: occupa Salemi, proclama la leva in massa e assume la dittatura in nome di Vittorio Emanuele.
– 15 maggio: battaglia di Calatafìmi: guida l’assalto sotto il fuoco nemico incurante delle pallottole.
– 27 maggio: entra in Palermo.
– 6 giugno: resa dei Borbonici a Palermo ed evacuazione delle truppe.
– 10 luglio: battaglia di Milazzo
– 24 luglio: firma della capitolazione delle truppe borboniche di Milazzo.
– 27 luglio: occupazione di Messina.
– 6 agosto: raggiunge Punta Faro con le truppe.
“Almeno una volta, e spesso due volte al giorno, saliva in cima al faro, e guardava la Calabria con il cannocchiale. Talvolta stava tutto il giorno e tutta la notte lassù, nella torre, in una angusta stanzetta che conteneva solo un lettuccio pieghevole, due sgabelli ed una cassa. A un chiodo era appesa la sua sciabola, e ad un altro una camicia ed un paio di pantaloni”.
– 18 agosto: salpa da Taormina per lo sbarco in Calabria.
– 19 agosto: sbarca a Melito.
– 21 agosto: battaglia di Reggio Calabria.
– 22 agosto: occupazione di Villa San Giovanni.
– 30 agosto: resa delle ultime truppe borboniche: la Calabria è libera.
– 31 agosto: arrivo a Cosenza.
– 7 settembre: ingresso trionfale a Napoli; al balcone del palazzo reale fece per la prima volta il “segno di Garibaldi”. Levò, cioè, un dito – l’indice – della mano destra a significare “una Italia”. Andò nella cattedrale dove il sangue di san Gennaro si liquefece in suo onore. Il popolo gridava: “Viva Garibardo” e presto fu chiamato “Bardo”.
– 7 settembre – 8 ottobre: fu dittatore su tutto il Regno di Napoli.
– 30 settembre: battaglia del Volturno.
– 2 ottobre: battaglia di Caserta.
– 26 ottobre: incontro a Teano con Vittorio Emanuele II.
– 9 novembre: imbarco per Caprera dove tornarono i reumatismi.
1861- 27 marzo: è eletto deputato di Napoli al nuovo parlamento italiano.
– aprile: è bloccato a Torino da un attacco reumatico che gli impedisce di prendere parte alle sedute parlamentari.
– 15 maggio: alle sedute partecipa in poncho e camicia rossa.
Si sposa la figlia Teresita con Stefano Canzio.
– 6 giugno: muore Cavour pochi giorni dopo un violento attacco di Garibaldi nei suoi confronti. In quei giorni Cavour lo definì un orso incerto su quale preda divorare.
– luglio: si interessa della guerra civile americana, ma decide di rifiutare l’offerta di Lincoln di prendervi parte: ci sarà comunque una “Guardia Garibaldi” di volontari in camicia rossa.
1862 – 14 maggio: Sarnico: arresto di volontari garibaldini pronti ad invadere il Tirolo.
– giugno: parte da Caprera per Palermo onde liberare Roma e Venezia. Conia il motto “O Roma o morte”.
– 29 agosto: sull’Aspromonte scontro con l’esercito regio agli ordini del colonnello Pallavicino.
“Mentre Garibaldi stava davanti ai suoi uomini esortandoli a non sparare, una pallottola sparata dai soldati in avvicinamento colpì un albero, rimbalzò e penetrò nella sua caviglia destra. Quasi nello stesso istante, un’altra pallottola lo colpì alla coscia sinistra; ma egli rimase diritto davanti alla linea, e alzandosi in tutta la sua statura continuò a gridare ai suoi uomini di non sparare”.
– 31 agosto: prigionia nel forte di Varignano (La Spezia).
– 5 ottobre: amnistia.
– 23 novembre: il dottor Zanetti estrae la pallottola dal piede senza amputazione. Garibaldi teneva la mano di Jessie White Mario e masticava un sigaro toscano. Per più di un anno poté camminare solo con l’aiuto delle stampelle.
Nono settennio
1864 – 19 marzo: partenza per la visita in Inghilterra, dove incontra Mazzini; è accolto trionfalmente. Disraeli si rifiutò di incontrarlo e Carlo Marx ridicolizzò il benvenuto tributatogli. Incontra Mc Adam, suo uomo di fiducia nei rapporti con la massoneria britannica. Viene accolto nella loggia “egiziana”, di lingua francese, di rito memphitico, “Les Philadelphes” del Rito Massonico Orientale di Memphis, diretta da Jean-Philippe Berjeau, che gli rilascia per l’occasione un diploma. Si reca in Cornovaglia; a causa di disturbi di salute e per evitare di essere usato sia dai politicanti che dal governo inglese anticipa il rientro in Italia.
Maggio: è a Caprera.
I865 – ammiratori inglesi acquistano e gli donano la residua metà dell’isola di Caprera.
1866- 10 giugno: lascia Caprera per la campagna del Trentino.
– 24 giugno: stabilisce il suo quartier generale a Salò.
– 3 luglio: battaglia del Monte Suello. Mentre dirige le operazioni fu raggiunto da una pallottola alla coscia e deve ritirarsi; seguirà le operazioni in carrozza.
– 21 luglio: battaglia di Bezzecca
– 25 agosto: riceve l’ordine di ritirata; risponde a La Marmora con il famoso telegramma, “Obbedisco”, suscitando le ire dei mazziniani.
1867 – 16 febbraio: nasce la figlia Clelia da Francesca Armosino.
– 24 febbraio: va a Venezia, poi gira il Veneto liberato.
A Verona una donna usci dalla folla, presentandogli il suo bimbo di tre settimane e chiedendogli che lo battezzasse.
“Io ti battezzo in nome di Dio e del legislatore Gesù. Possa tu divenire un apostolo del vero: ama il tuo simile; assisti gli sventurati; sii forte a combattere i tiranni dell’anima e del corpo. Sii degno del bravo Chiassi di cui ti impongo il nome”.
Questo suscitò ovviamente le ire della Chiesa.
– 22 settembre: arresto a Sinalunga, mentre prepara l’invasione per liberare Roma; viene rinchiuso nella fortezza di Alessandria.
– 26 settembre: è liberato, ma confinato a Caprera
– 13 ottobre: alle 22 Garibaldi, da solo, si mette in mare con i remi fasciati per attutire il rumore ; fugge da Caprera.
– 16 ottobre: galoppa, a sessant’anni per 17 ore consecutive.
– 19 ottobre: è in Toscana.
– 23 ottobre: arriva a Monterotondo: si ricongiunge con il figlio Menotti.
– 3/5 novembre: battaglia di Monterotondo e Montana contro i franco – papalini, in una ambulanza inglese è presente H. P. Blavatsky. Sconfitto, viene arrestato ed imprigionato nel forte di Varignano.
– 25 novembre: liberato si ritira a Caprera. Qui inizia la sua attività di romanziere.
1868- scrive “Clelia, o il governo dei preti” e “Cantoni, il volontario”
1869- 10 luglio: nasce la figlia Rosa da Francesca Armosino.
Decimo settennio
1870 – settembre/ottobre: si offre di aiutare la Francia repubblicana durante la guerra franco – prussiana.
– 7 ottobre: sbarca a Marsiglia.
– 25, 26 novembre: battaglia di Digione.
– 1° dicembre: battaglia di Autun.
1871 – gennaio: occupazione di Digione; è immobilizzato da un attacco reumatico. Il giorno di Capodanno muore a Caprera sua figlia Rosa di 17 mesi. Garibaldi è in condizioni disastrose per i reumi.
– 31 gennaio: abbandona Digione.
– 13 febbraio: rassegna le dimissioni dall’esercito francese, tra le polemiche del parlamento parigino circa la sua condotta bellica.
1872- segue gli avvenimenti dell’Intenzionale socialista. Muore Mazzini.
1873- pubblica il suo terzo romanzo. “I Mille”.
– 23 aprile: nascita del figlio Manlio.
1874- novembre: è eletto deputato a Roma.
– 19 novembre: ottiene una pensione annua dal governo: la rifiuta.
1875- 25 gennaio: arriva a Roma per presenziare all’apertura del parlamento.
– agosto: muore di malaria la figlia sedicenne Anita, cresciuta da Speranza von Schwartz e che non andò mai d’accordo con il padre.
1876 – 9 aprile: è costretto ad accettare, per bisogno, la pensione governativa.
– 26 maggio: presenta alla Camera un progetto di deviazione del Tevere per bonificare l’agro romano.
1878 – muore Vittorio Emanuele.
Undicesimo Settennio
1880 – 14 gennaio: la Corte di Appello di Roma annulla il matrimonio con la marchesa Raimondi.
1881 – 26 gennaio: sposa civilmente Francesca Armosino, mamma di Clelia e di Manlio.
1882 – 2 giugno: ore 18.22 muore a Caprera dopo un attacco di bronchite.
“Garibaldi vide una nave passare davanti alla finestra e chiese se era quella che portava Ricciotti e Teresita: gli risposero di no; però sorrise quando gli dissero che era una nave diretta in Sicilia. Due capinere entrarono dalla finestra aperta, ed egli mormorò ai suoi amici di non mandarle via, perché erano forse le anime delle due bambine, le due Rose, che venivano a prenderlo”.
Note fisiche e caratteristiche
Dell’aspetto fisico di Garibaldi non abbiamo nessun ritratto o fotografia prima del 1842, quando cioè aveva 34 anni; le sue fattezze vennero però annotate in quattro occasioni nei registri della Regia Marina Mercantile di Nizza e Genova: “Altezza: oncie 39, ¾; capelli castagni o biondi; sopracciglia bionde; occhi : castano – chiari; fronte: alta; naso: regolare; bocca: media; volto: rotondo; barba: bionda; faccia: ovale; colorito: buono; segni particolari: nessuno”. Lontano dai tratti liguri suscitò dunque, a ragione in molti, l’impressione di una origine nordica. Ciò che più colpiva in lui era il suo portamento semplice e dignitoso. La sua calma franchezza, la sua spontanea sincerità e la sua quieta cortesia. Tutte qualità che però, in caso di ingiuria o di insulto, erano pronte a trasformarsi in una collera violenta.
Bartolomè Mitre, futuro presidente dell’Argentina, conobbe Garibaldi mentre rifugiato a Montevideo era maggiore nell’esercito della città. Mitre diede una descrizione dell’aspetto di Garibaldi cosi come era l’ultima volta che lo vide, il 17 novembre 1843.
“Garibaldi aveva allora 36 anni; era basso e tarchiato, con spalle rotonde, l’incedere un po’ dondolante del marinaio, i lunghi capelli rossi e la barba lo facevano somigliare alla raffigurazione tradizionale di Cristo”.
Come tanti altri osservatori, Mitre trovò “gli occhi di Garibaldi azzurri e non castani, come realmente erano” (16).
Anche Mitre rimase stupito ed affascinato dal suo carattere e fu colpito da quella dissociazione tra pensare, sentire e volere che in molti notarono. Garibaldi aveva “un cuore ed un cervello in dissintonia”, tuttavia fu “un vero eroe in carne ed ossa, con un ideale sublime, con idee eccessive e distorte circa la libertà, ma con le virtù necessarie a grandi cose”.(17).
La stranezza del suo carattere venne sottolineata anche dallo storico Jasper Ridley, il quale scrisse:
“Il suo carattere aveva però due facce: da adulto, fu un uomo d’azione fortunato e, insieme, un idealista, un utopista. Seppe prendere rapide decisioni, e ottenere grandiosi risultati, mentre i politici ed i teorici perdevano tempo in chiacchiere; ma talvolta, nel bel mezzo dell’allegria e del trambusto di un ricevimento o di una riunione mondana, era capace di restare con lo sguardo perduto chissà dove, assolutamente dimentico di ciò che accadeva intorno. Era nato così: una strana combinazione d’idealista sognatore e di generale vittorioso.”( 18).
Dove si posasse quello sguardo è uno degli enigmi per la storiografia tradizionale.
–
Il visionano sognatore
“Parea di là guardarlo, allora apparso, Arturo
e Garibaldi assorto era nel ricordare
di qual Argo il timone esso reggea, securo,
in una sacra notte, in un ignoto mare”.(19).
Della spiritualità di Garibaldi si sa molto meno che delle sue imprese guerresche. Accanito anti – clericale fu comunque sempre indulgente nei confronti della fervente religiosità materna. Fu un sostenitore della Religione del Vero e in qualità di Gran Maestro della Massoneria ci sono pervenuti diversi scritti, tanto che da essi si è potuto estrapolare un pensiero massonico di Garibaldi (20) che non sembra essere particolarmente geniale e apparentemente poco si discosta dalla “ortodossia” massonica. In realtà ciò che fu il mondo spirituale di Garibaldi va ricercato tra le pieghe della sua vita.
Comunque, è singolare che, al di là del collegamento formale con la Massoneria più esteriore, in parte già impegnata nei sommovimenti relativi agli eventi politici del Risorgimento italiano e a quelli del nascente movimento sociale operaio e contadino, egli abbia cercato una connessione profonda con due Riti massonici, ai quali era propria, soprattutto a quell’epoca, una visione spirituale di tipo occulto e misterico: il Rito Egiziano di Misraim e il Rito Orientale di Memphis. E come lui, che per un tempo ne fu Gran Maestro, molti dei suoi seguaci, specialmente ufficiali garibaldini, si fecero iniziare di questi due particolari Riti. Alcuni suoi ufficiali, come il generale Avventore Solutore Zola, portarono poi il rito di Memphis in Egitto, dove aderirono molti italiani e francesi colà residenti, e le più distinte personalità del mondo egiziano.
Diverse esperienze spirituali sono riportate nella sua biografia; tuttavia egli molto difficilmente parla degli avvenimenti intimi del suo animo se non hanno un significato epico – simbolico, utile al messaggio che vuole dare (21).
Possedeva una qualche forma di chiaroveggenza; la prima esperienza documentata si ha durante la prima visita a Roma, quando ebbe la visione di Roma capitale; possiamo però supporre che fin da piccolo poté sentire le forze elementari della natura, tanto che spesso si rifugiava per ore nei boschi solitario.
Anche il legame con la madre portò ad esperienze particolari:
“Ho, abbenché non superstizioso certamente non di rado, nel più arduo della strepitosa mia esistenza, sorto illeso dai frangenti dell’oceano , dalle grandini del campo di battaglia… mi si presentava genuflessa, curva, al cospetto dell’infinito, l’amorevole mia guaritrice, implorando per la vita del nato dalle sue viscere!… Ed io benché poco credente dell’efficacia della preghiera, n’ero commosso! Felice! O meno sventurato!” (22).
Il 19 marzo 1852 Garibaldi è in viaggio sulla “Carmen” nel Pacifico diretto a Canton. Nella notte la nave si imbatte in un tifone molto forte; era scossa dalla tempesta, e Garibaldi, sofferente per un attacco reumatico, giaceva nella sua cuccetta, quando ebbe una visione di sua madre e di Nizza, e di ciò che gli parve una processione funebre. Un anno dopo venne a sapere che proprio quella notte era morta Rosa Garibaldi.
Questa chiaroveggenza innata si unì all’iniziazione massonica che ebbe nel 1844 e divenne fino ad un certo grado più cosciente.
“E’ l’anima che presentiamo, che noi vediamo con l’occhio dell’immaginazione” (23).
Divenuto Maestro Massone la sua visione spirituale lo portò a presagire, come vedremo, le sue origini spirituali. Le capacità chiaroveggenti non furono tuttavia così chiare; però paradigmatica è la situazione che si ebbe sulla nave a Canton, perché la visione che sorse dalla furia degli elementi e dall’attacco di reumatismi riecheggia, come si vedrà, antiche tradizioni iniziatiche.
Al di là del quadro di chiaroveggenza cosciente che raggiunse, il mondo spirituale che in altre epoche gli stette davanti come sublime saggezza, in questa vita si riversò nelle sue membra e lo guidò a mutare i destini di “due mondi”.
Non si può cogliere appieno la vita di Garibaldi se non considerando quanto disse di lui Rudolf Steiner. Steiner parlò ampiamente di Garibaldi in diverse occasioni durante gli ultimi anni della sua vita. In particolare il Generale fu oggetto dell’indagine karmica di Steiner, in risposta ad una domanda che gli venne posta (24). Diverse volte, dunque, egli tratta di Garibaldi nei cicli di conferenze ora racchiuse nei volumi “Considerazioni esoteriche su nessi karmici” che rappresentano un eccezionale lascito sulla evoluzione del mondo occidentale e sugli impulsi spirituali che ne stanno alla base.
Nelle 81 conferenze tenute in diverse città europee nel 1924 vengono, come è noto, trattati una moltitudine di temi e diverse biografie vengono presentate ed analizzate in relazione alle loro precedenti incarnazioni. Tra i diversi temi trattati molti ricorrono in più conferenze ed in particolare ciò che preme a Steiner di lasciare alla Società Antroposofica sono questi 4 punti:
1 – RIPRENDERE ED APPROFONDIRE LA MODALITÀ DI AZIONE E DI INVESTIGAZIONE DEL KARMA.
2 – LA PRESENZA IN EUROPA DI CORRENTI INVOLUTIVE LEGATE DA UN LATO ALL’ARABISMO MATERIALISTA E DALL’ALTRO AGLI IMPULSI IMPERIALI ROMANI.
3 – LA PRESENZA IN EUROPA DI CORRENTI CRISTIANE ESOTERICHE CHE SI PONGONO SOTTO LA GUIDA DI MICHELE.
4 – IL KARMA DELLA SOCIETÀ ANTROPOSOF1CA E SUOI COMPITI NEL FUTURO.
(CONTINUA)
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Note
16) J. Ridley, Garibaldi. A. Mondadori 1975
17) Ibidem
18) Ibidem.
19) Da: Giovani Pascoli, I dodici esuli.
20) G. Gentile, Giuseppe Garibaldi –- ed. Bastogi.
21) La scarsa obiettività nelle sue memorie ha fatto sì che esistano quattro versioni differenti, olto romanzate. Per esempio in una di esse non nomina Mazzini in quanto deluso dal suo comportamento. Ben evidente è anche la ritrosia a parlare dei suoi drammi familiari; non fa cenno né alla morte della sorella Teresita, né a quella della figlia Rosita. Anche sui nomi e date il pensiero di Garibaldi fu estremamente debole.
22) Dwight, Scritti II 18 – 19 :
23) G. Gentile, Giuseppe Garibaldi –- ed. Bastogi
24) Si veda “ Considerazioni esoteriche su nessi karmici” volume quinto. A pag. 53 è scritto : “ Quando un giorno mi venne rivolta la domanda: quali potrebbero essere i nessi karmici di quella personalità?”.
Il nostro “eleusinio” Trittolemo ultramontano ha pubblicato la seconda parte del suo articolo-studio su Garibaldi. Questo articolo meriterebbe forse d’esser chiamato saggio, essendo un vero e proprio saggio sull’Eroe dei Due Mondi.
Il nostro Trittolemo con questa seconda parte ha terminato l’introduzione vera e propria e la cronologia della vita di Garibaldi. Ora egli si inoltrerà nella trattazione della sua figura umano-spirituale, così come essa risulta dalle comunicazioni di Rudolf Steiner, ed approfondirà il tema con una serie di considerazioni relative agli archetipi spirituali che hanno agito, manifestandosi nella vita di Garibaldi e di altre personalità, attive nel nostro Risorgimento.
Tema e impresa davvero audace quella del nostro Trittolemo, che si dimostrerà sicuramente feconda di frutti belli quanto inaspettati: un generoso contributo alla storia e alla “memoria” spirituale della Terra d’Ausonia, una “luce” sulla missione dell’Anima di popolo italiana, sull’azione del suo Spirito reggitore.
Hugo de’ Paganis