ALAN TURING

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Il pensiero… Una luce che vuole uscire da un corpo, troppo piccolo per contenerlo, che vuole riversarsi su un mondo troppo grande per non aver voglia di scoprirlo… Di pensarlo.

Un bambino timido con tanta voglia di fare. Che non riesce ad “imparare” nel senso classico, ovvero a farsi inculcare meccanicamente una serie di nozioni. La voglia di capire, indagare e pensare ma soprattutto la voglia di scoprire da sé trasformano il bambino timido in un allievo difficile.

Eppure lui non si arrende, stringe i denti e continua a pensare. In un mondo classico sceglie la scienza, la matematica. Eppure da quei numeri egli estrae poesia viva, un universo gli si dischiude davanti.

Nel frattempo il suo corpo ha voglia di muoversi, lui corre… Corre finché il mostro della guerra non lo ferma.
Però questo mostro lo accoglie. I suoi strani talenti di colpo si rivelano indispensabili. Per lui i misteri ed i segreti del nemico sono un libro aperto. Più di mille bombe la conoscenza eleva i vincitori su un trono di sangue.
La guerra finisce e lui diventa inutile per i vittoriosi monarchi. Il passo è breve, egli ama in modo diverso, questo basta per trasformarlo da eroe a mostro. Questo basta per torturarlo. Ed allora, come per Biancaneve, un morso ad una mela avvelenata (col cianuro) pone la parola fine.

La sua eredità la abbiamo sotto gli occhi in questo momento. Fu lui a creare il mondo che vive dietro lo schermo… Ma forse non è proprio come lui lo aveva pensato…

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